Sotto il Cielo di Roma (racconto)

 Sotto il Cielo di Roma 


Era una di quelle mattine in cui Roma si sveglia lentamente, avvolta in una nebbiolina che rende tutto etereo e fragile. Sofia si affacciò alla finestra del suo appartamento, i capelli spettinati e gli occhi ancora pieni di sogni. Sotto di lei, le strade iniziavano a prendere vita: il profumo del pane appena sfornato si mescolava all’aroma del caffè che danzava nell’aria. Ma in quel momento, il suo cuore pulsava solo per una cosa: Luca.

Luca era entrato nella sua vita come un fulmine, portando con sé un’energia travolgente. Non era solo l’aspetto che lo rendeva irresistibile, ma qualcosa di più profondo. I suoi occhi, due oceani di passione, sembravano contenere ogni segreto dell'universo. Con lui, Sofia si sentiva viva, come se avesse finalmente trovato la melodia della sua esistenza. Ma sapeva anche che l’amore era un rischio, un salto nel vuoto.

“È una questione di ore,” pensò, mentre il suo cuore batteva forte. Era giunta l’ora di affrontare i propri sentimenti. La loro relazione era stata un continuo rincorrersi, un gioco di sguardi rubati e parole non dette. Spesso si cercavano negli occhi di altre persone, come se la risposta fosse lì, nell’abbraccio di qualcun altro. Ma ogni volta che Sofia chiudeva gli occhi, era Luca a riempire il suo pensiero.

«Non c’entra niente il destino,» ripeteva tra sé e sé, mentre preparava il caffè. «Siamo noi a decidere se incontrarci o meno.» Ma il coraggio sembrava sfuggirle come sabbia tra le dita. Cosa avrebbe detto? Come avrebbe fatto a spiegare quella fame incolmabile che provava per lui?

Decise di uscire, il cuore in tumulto. Passeggiando per le strade di Trastevere, sentì il richiamo del suo nome. Era lui, Luca, che la stava cercando. L'aveva vista dalla sua finestra, e ora i loro sguardi si incrociarono. Un silenzio carico di elettricità li avvolse, e il mondo attorno a loro svanì.

«Sofia,» disse lui, la voce carica di un’emozione che sembrava esplodere nel vento. «Ho bisogno di dirti qualcosa. Non posso più nascondermi. Ogni giorno senza di te è un giorno sprecato. Ho fame della tua bocca, della tua voce… della tua anima.»

«Anche io,» rispose Sofia, sentendo una fitta di dolore e gioia insieme. «Non esiste "l'altro" per me. Non voglio cercarti dentro ad altri occhi. Ti cerco solo nel mio cuore.»

Luca si avvicinò, e in quel momento, il mondo si fermò. I loro corpi si avvicinarono, e Sofia sentì il calore della pelle di lui. «Non possiamo lasciare che la paura ci fermi. È tempo di saltare nel precipizio. Se non lo facciamo ora, non lo faremo mai.»

«Ho paura di perderti,» ammise lei, il suo cuore a pezzi, ma nonostante tutto, un sorriso si formò sulle sue labbra.

«Ma se non ci perdiamo, cosa potremmo guadagnare? Non voglio vivere in un’ombra. Voglio mangiare il fulmine bruciato nella tua bellezza, voglio assaporare ogni attimo con te.»

Con un gesto delicato, Luca le prese la mano e la portò verso il centro della piazza. Lì, sotto il cielo blu di Roma, si abbracciarono come se il tempo non esistesse. La musica dei passanti e il rumore dei tram erano solo un sottofondo alla loro intensa connessione. I loro cuori battevano all’unisono, in un ritmo che parlava di promesse e di avventure ancora da vivere.

“Non sono qui per soddisfare le tue aspettative, e tu non sei qui per le mie,” disse Sofia, con la voce ferma. “Ma se ci incontreremo, sarà bellissimo. E ora, voglio correre con te verso l’infinito.”

In quel momento, Sofia e Luca si sentirono liberi, come se ogni paura fosse svanita nel nulla. Si lanciarono in un abbraccio avvolgente, il mondo che li circondava dimenticato. La loro storia d’amore era iniziata, e nulla avrebbe potuto fermarli.

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