L'Educazione come Atto di Amore e Trasformazione: La Lezione del Maestro Tangolo

 L'Educazione come Atto di Amore e Trasformazione: La Lezione del Maestro Tangolo 

Il Maestro Alberto Tangolo nell'atrio della scuola elementare di San Cesario di Lecce 1965



Il 5 ottobre celebriamo la Giornata Mondiale degli Insegnanti, un'occasione per riflettere sul ruolo fondamentale che questi svolgono nella formazione di cittadini responsabili e democratici. La mia esperienza personale, tra il 1965 e il 1968, con il Maestro Alberto Tangolo, ha segnato indelebilmente la mia vita. Quegli anni furono una trasformazione profonda per me, e posso dire che ciò che accadde in quegli anni scolastici ha modellato la mia visione del mondo e della convivenza.

Per capire la portata di questa trasformazione, dobbiamo prima considerare ciò che Humberto Maturana chiama l'integrazione tra razionalità ed emozione nell'atto educativo. "Le emozioni sono alla base di tutto ciò che facciamo e usiamo la ragione per giustificare o negare i desideri" . Questo concetto, così centrale per Maturana, mi ha sempre guidato nel comprendere come l'insegnamento non sia mai un processo puramente razionale. Ogni atto educativo è intriso di emozioni, e la razionalità, lungi dall'essere separata, si fonda proprio su quelle emozioni. Come Maturana ci ricorda, "Ogni sistema razionale si basa su premesse basilari accettate a priori, dall'emozione" .

Questo era evidente nel modo in cui Maestro Tangolo ci insegnava. Non era mai soltanto un trasferimento di conoscenze, ma un vero e proprio atto di convivenza e trasformazione reciproca. Maturana sottolinea che "l'insegnante è insostituibile, e il compito dell'insegnante è vivere in modo tale che i giovani, i ragazzi e le ragazze, diventino cittadini responsabili e democratici" . Questo era quello che faceva Tangolo: ci mostrava con il suo esempio come essere cittadini, come vivere insieme, rispettando gli altri. Attraverso di lui ho imparato che l'educazione non è solo una questione di conoscenza, ma di valori e di convivenza.

Nell'educazione, razionalità ed emozione devono coesistere, ma l'emozione, secondo Maturana, deve prevalere, perché è ciò che fonda la razionalità. In altre parole, se come insegnanti trasmettiamo accoglienza, i nostri argomenti razionali saranno accolti; se, al contrario, trasmettiamo rifiuto, anche le nostre parole porteranno quel rifiuto. Questo mi ha insegnato Tangolo con il suo esempio quotidiano: che l'educazione è un atto di amore, di rispetto e di ascolto. "La disposizione emotiva è la guida per le nostre azioni", diceva Maturana , e questa guida è ciò che definisce il rapporto tra insegnanti e studenti.

Nella scuola, Maturana promuove una "Cultura Matristica" basata sulla collaborazione e la gioia di vivere, che si contrappone alla "Cultura Patriarcale" basata sulla competizione e il dominio. Questa visione si rifletteva chiaramente nell'insegnamento del Maestro Tangolo, che non imponeva la sua autorità ma incoraggiava la partecipazione e la cooperazione. Come insegnante, il suo compito era quello di creare uno spazio di convivenza in cui potessimo crescere non solo intellettualmente, ma anche emotivamente e socialmente. "Gli esseri umani esistono in una matrice relazionale", spiega Maturana , e questa matrice si manifesta nel modo in cui interagiamo con gli altri, nel rispetto reciproco e nella capacità di ascoltare e di riflettere.

L'insegnamento, per essere significativo, deve essere connesso al mondo reale. Maturana ci invita a stimolare i nostri studenti con domande che li sfidano non solo a livello cognitivo, ma anche emozionale. L'atto di imparare deve avere senso per gli studenti, deve essere parte della loro vita quotidiana. Altrimenti, rischiamo di disconnettere l'istruzione dalla realtà. "Dobbiamo insegnare loro a pensare a ciò che sentono e vedono ora, non a ciò che ipoteticamente accadrà in futuro" . Questo è il cuore dell'insegnamento: mettere in relazione il presente con il vissuto degli studenti.

Maturana ci offre anche una critica all'eccessiva dipendenza dalla tecnologia nell'educazione contemporanea. La tecnologia, secondo Maturana, è uno strumento utile, ma non deve mai sostituire le relazioni umane, che sono alla base di una convivenza rispettosa e collaborativa. "La tecnologia è uno strumento che ha permesso l'industrializzazione, ma dobbiamo chiederci, perché questa industrializzazione è guidata dal desiderio di profitto, di potere?" . Questa riflessione è particolarmente attuale oggi, quando il rischio è quello di perdere di vista il valore delle relazioni interpersonali a favore di un'educazione sempre più tecnologica e standardizzata.

L'insegnante, secondo Maturana, è il punto di riferimento per creare processi di convivenza basati sul rispetto reciproco. Non serve un processo speciale, né metodologie innovative. "Il rispetto reciproco non è un'innovazione", ci ricorda . È un principio fondamentale che deve essere vissuto quotidianamente nella scuola. Se vogliamo che i nostri studenti diventino cittadini democratici, dobbiamo vivere con loro come vogliamo che vivano nella società. Se imbrogliamo, loro impareranno a barare; se mentiamo, impareranno a mentire.

Infine, Maturana ci invita a riflettere sul concetto di "Autopoiesi", ovvero l'autoproduzione della vita. Ogni cultura, ogni sistema educativo, è autopoietico, perché è un sistema che si rigenera continuamente attraverso le relazioni e il linguaggio. La scuola è un luogo in cui la vita si rinnova ogni giorno, dove gli insegnanti e gli studenti si trasformano reciprocamente in una continua danza di emozioni, riflessioni e azioni. "Gli esseri umani sono sistemi autopoietici molecolari", dice Maturana , e questo processo di autopoiesi si realizza pienamente nella scuola, dove l'educazione diventa il motore della convivenza e della trasformazione sociale.

La mia esperienza con il Maestro Tangolo è stata una dimostrazione vivente di queste idee. Quegli anni di scuola elementare mi hanno insegnato che l'educazione è molto più che un insieme di nozioni: è un atto di amore, di rispetto e di convivenza.

Antonio Bruno

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