Intervista al Dott. Antonio Bruno: Comprendere le interazioni tra Ambiente e Organismi Viventi

 

Intervista al Dott. Antonio Bruno: Comprendere le interazioni tra Ambiente e Organismi Viventi 


Intervistatore: Dott. Bruno, lei è nota per la sua visione interdisciplinare della biologia e delle interazioni tra organismi viventi e ambiente. Ci racconti, come è nata questa consapevolezza e qual è stato il ruolo di Humberto Maturana nel suo percorso?

Dott. Antonio Bruno: Tutto è iniziato quando mi sono reso conto che non possiamo considerare gli organismi viventi e l'ambiente come entità separate. Viviamo tutti in un'unica nicchia ecologica. Questo è il punto di partenza della mia comprensione delle interazioni tra gli esseri viventi e l'ambiente. Humberto Maturana ha giocato un ruolo fondamentale nel mio sviluppo intellettuale. Ho incontrato il suo pensiero dopo aver letto molte altre teorie, ma il concetto di autopoiesi che ha sviluppato con Francisco Varela mi ha aperto gli occhi. Questo concetto – che si riferisce alla capacità degli organismi di generare e mantenere la vita – ha cambiato il mio modo di vedere le cose.

Intervistatore: Qual è stata l'influenza più profonda che Maturana ha avuto su di lei?

Dott. Antonio Bruno: L'influenza di Maturana è stata profonda su molti livelli, ma ciò che mi ha colpito di più è la sua capacità di creare ponti tra discipline. Era un visionario naturalista, come Darwin e Humboldt, capace di unire biologia, filosofia e cultura in un unico quadro. Ha avuto il coraggio di ridefinire ciò che significa essere vivi, integrando visioni empiristiche occidentali con l'olismo orientale. Quello che sembra ovvio oggi – che la vita è un sistema di interrelazioni e che i fenomeni sociali sono anche fenomeni biologici – non era affatto scontato quando Maturana iniziò il suo lavoro. È stato un pioniere.

Intervistatore: Ha menzionata la sua esperienza di studio sul campo nel Salento leccese. Come si è sviluppata la sua ricerca in questo contesto?

Dott. Antonio Bruno: Il Salento leccese è stato per me un vero e proprio laboratorio a cielo aperto. Il lavoro di Maturana mi ha ispirato a cercare legami empirici tra gli animali sociali che vivono in questo ambiente. La sua teoria dell'accoppiamento strutturale, o coadattamento, mi ha dato gli strumenti per comprendere come gli organismi interagiscono con l'ambiente e tra di loro. Nel Salento, ho cercato di osservare queste dinamiche in azione, studiando come il comportamento umano si intreccia con quello degli animali e con tutti gli organismi. È stato uno studio complesso, ma illuminante.

Intervistatore: Ha parlato anche della convivenza tra cooperazione e conflitto nelle società. Ci spiega meglio questa dinamica?

Dott. Antonio Bruno: Una delle lezioni più importanti che ho imparato con l'età, e grazie anche all'insegnamento di Maturana, è che non esiste una perfezione ideale nell'essere umano o negli organismi sociali. La cooperazione, che spesso ritiene sia la chiave dell'organizzazione sociale, non esiste da sola. Convive con il conflitto e la competizione, a tutti i livelli della vita. La chiave sta nel trovare un equilibrio tra queste forze, ed è proprio questo equilibrio che costituisce un vasto campo di studio. Non si può semplificare troppo questo tema, perché il rischio è di cadere in un errore naturalistico. La vita è complessa, dobbiamo imparare a vivere e gestire questa complessità senza conflitto.

Intervistatore: Guardando al futuro, come vede l'eredità di Humberto Maturana e il suo contributo alla scienza?

Dott. Antonio Bruno: Maturana ci ha lasciato un'eredità enorme, non solo in termini di conoscenza, ma anche di metodo. Ha osato esplorare la vita in modi nuovi, ridefinendo la biologia e la nostra comprensione della cognizione. Un aspetto che mi colpisce particolarmente è il suo invito a vivere la complessità, a gestire i conflitti, senza fuggire. È un insegnamento che mi accompagna ogni giorno. Potremmo dire che Maturana ci ha lasciato "compiti a casa": vivere la contraddizione senza conflitto. Questa è una lezione fondamentale che credo sia al centro della sua eredità.

Intervistatore: Grazie per queste riflessioni profonde. Prima di salutarci, c'è un ultimo messaggio che vorrebbe trasmettere ai lettori?

Dott. Antonio Bruno: Vorrei dire che la comprensione della vita e delle sue interrelazioni non è solo un tema accademico, ma un viaggio personale e collettivo. Maturana ci ha mostrato che siamo tutti parte di una rete interconnessa, che dobbiamo osservare, studiare e vivere con consapevolezza. Viaggiare, chiedere, misurare, osservare: sono tutti modi per comprendere meglio la nostra esistenza e il nostro legame con il mondo che ci circonda. Viviamo in un'epoca in cui queste consapevolezze sono essenziali per affrontare le sfide future.

Intervistatore: Grazie, Dott. Bruno, per il suo tempo e le sue preziose riflessioni.

Dott. Antonio Bruno: Grazie a voi.

 

Commenti

Post popolari in questo blog

SANITA' E ISTRUZIONE PUBBLICA

La democrazia a San Cesario è possibile

LA PESCA CHE MAMMA REGALA A PAPA’: IL MIO PUNTO DI VISTA DI BAMBINO