"Non è mai stato il destino" (racconto)

 "Non è mai stato il destino"


Ci siamo rivisti per caso. O almeno così mi piace pensare. Lei stava attraversando la strada, con quella sua camminata che non ho mai smesso di riconoscere, anche se non ci vedevamo da anni. Il semaforo era rosso e, mentre aspettavo che diventasse verde, il mondo sembrava scorrere come in un film rallentato. Non mi accorsi neanche del traffico, delle auto che sfrecciavano, dei clacson. Solo lei.

Il cuore mi batteva forte, come se volesse ricordarmi tutto quello che avevo cercato di dimenticare. Non era il destino, lo sapevo. Quella storia che ci raccontiamo per non prenderci la responsabilità delle nostre scelte. Il destino è solo una scusa. Eravamo lì, in quel momento, perché una parte di me l'aveva voluto. Forse una parte di lei, anche.

Mi chiesi se mi avesse visto, se fosse consapevole della mia presenza, o se io fossi solo un'ombra nella sua vita passata. Poi, lo sguardo. Quei suoi occhi, così intensi, che non ho mai smesso di cercare, nemmeno quando mi dicevo che era finita. Mi guardò. E per un attimo, il tempo si fermò davvero.

Non servivano parole, perché a volte sono gli occhi a parlare per noi. Ed è lì che ho capito. Non è mai stato il destino. Siamo sempre stati noi. Le nostre scelte, i nostri silenzi, le fughe e i ritorni. Quel rincorrerci senza mai ammetterlo, come se avessimo paura di ammettere che, alla fine, volevamo solo ritrovarci.

Non so se era amore, forse sì. Forse è quello che sentivo. Ma la paura di perderla era sempre stata più grande della voglia di tenerla con me. Non era lei, ero io. Io che non ho mai saputo come fare a tenerla senza farmi male. Perché, ammettiamolo, amare fa paura. È come guardare un cielo pieno di stelle e avere paura di volare troppo in alto. È sentirsi liberi e intrappolati allo stesso tempo.

Ma quella volta, in mezzo alla strada, sotto quel semaforo rosso, ho sentito che poteva essere diverso. Che forse, se avessi avuto più coraggio, più voglia di vivere il presente che paura del passato, le cose sarebbero potute andare diversamente. Magari avremmo potuto smettere di rincorrerci e iniziare a camminare insieme.

Quando il semaforo è diventato verde, lei ha fatto un passo indietro. Io un passo avanti. E ci siamo trovati lì, a metà strada. Non era il destino. Era solo la nostra decisione. Abbiamo scelto di trovarci, di affrontare il mondo insieme, con tutto l’amore e la paura che questo comporta. Forse ci perderemo di nuovo, forse no. Ma stavolta so che, se ci ritroveremo, sarà perché lo vogliamo davvero.

E questo, alla fine, conta più di qualsiasi destino.

Antonio Bruno

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