Intervista al Dott. Antonio Bruno: La fine della leadership e l'evoluzione delle organizzazioni

 Intervista al Dott. Antonio Bruno: La fine della leadership e l'evoluzione delle organizzazioni


Intervistatore: Dottor Bruno, nel suo scritto affronta il tema della fine della leadership tradizionale e propone un nuovo modello basato sulla co-ispirazione. Può spiegare meglio cosa intende?

Dott. Antonio Bruno: Certamente. Il concetto di leadership, come lo intendiamo oggi, è legato a un modello gerarchico in cui un leader impone una direzione e gli altri seguono. Questo approccio ha funzionato per molto tempo, ma oggi vediamo come non sia più efficace nel generare benessere né per le persone né per le organizzazioni. Propongo, invece, un modello di gestione co-ispiratrice, dove l'autorità e l'obbedienza lasciano spazio alla riflessione, al consenso e alla partecipazione attiva di tutte le persone coinvolte. Si tratta di un processo che valorizza le idee e le capacità di ciascuno, in cui tutti diventano responsabili del percorso intrapreso.

Intervistatore: Quindi, secondo lei, il modello di leadership tradizionale è superato?

Dott. Antonio Bruno: Sì, credo che la leadership come la conosciamo debba finire. Abbiamo sviluppato numerosi concetti di leadership – il leader innato, il leader visionario, ecc. – ma se osserviamo dove siamo oggi, possiamo dire che questo modello non ha portato i risultati sperati. La leadership si concentra sui risultati, ma troppo spesso dimentica il percorso e il benessere delle persone che lo percorrono. Io sostengo che il vero cambiamento debba partire da una riflessione su ciò che vogliamo conservare e su come possiamo costruire insieme un nuovo modo di lavorare e vivere, più in armonia con i nostri valori e desideri.

Intervistatore: Nel suo scritto ha parlato molto dell'importanza del cambiamento, ma anche della necessità di conservare. Può approfondire questo concetto?

Dott. Antonio Bruno: Certo. Spesso, quando si parla di cambiamento, si tende a focalizzarsi su cosa eliminare, su cosa "rottamare". Tuttavia, io credo sia altrettanto importante chiedersi cosa vogliamo conservare. Il cambiamento ha senso solo in relazione a ciò che decidiamo di mantenere, a ciò che consideriamo fondamentale. Senza questa riflessione, il cambiamento rischia di essere fine a sé stesso e privo di direzione. Le aziende che durano nel tempo, ad esempio, sono quelle che sanno adattarsi senza perdere la loro identità. Quindi, non è solo questione di cambiare, ma di fare una scelta consapevole su cosa preservare.

Intervistatore: Parlando di aziende, crede che ci sia una crisi nelle organizzazioni attuali?

Dott. Antonio Bruno: Assolutamente. Oggi vediamo molte aziende in difficoltà perché non riescono più a trovare un equilibrio tra i loro obiettivi economici e il benessere delle persone che vi lavorano. Il modello contrattuale attuale, basato su un semplice scambio di lavoro per retribuzione, è limitato. Dobbiamo considerare che dietro ogni dipendente o imprenditore ci sono persone, con sogni, desideri, dolori. La crisi delle aziende riflette una crisi umana più ampia, ed è su questa che dobbiamo concentrare i nostri sforzi.

Intervistatore: Secondo lei, cosa si dovrebbe fare per superare questa crisi?

Dott. Antonio Bruno: Credo che dobbiamo ripensare profondamente il modo in cui le aziende operano, mettendo al centro il benessere delle persone e l'armonia con l'ambiente circostante. Questo implica non solo un cambiamento organizzativo, ma anche culturale. Dobbiamo passare da una gestione autoritaria a una co-ispiratrice, dove ogni individuo si sente parte di un processo collettivo e responsabile del risultato finale. Inoltre, è fondamentale ritrovare un equilibrio nel flusso delle risorse, sia umane che materiali, per evitare accumuli che generano squilibri come disoccupazione o eccessiva ricchezza concentrata.

Intervistatore: Lei parla anche della globalizzazione come fenomeno individuale. Cosa intende con questa affermazione?

Dott. Antonio Bruno: La globalizzazione viene spesso vista come un fenomeno economico, ma in realtà è il risultato delle scelte individuali delle persone. Ogni individuo, accettando o rifiutando certi stili di vita o modelli economici, contribuisce a determinare il corso della globalizzazione. Questo ci porta a una consapevolezza: ogni cambiamento, ogni dinamica economica, è sempre guidata dalle azioni delle persone, e quindi è attraverso di loro che possiamo cambiare il sistema.

Intervistatore: Per concludere, come vede il futuro delle organizzazioni e del lavoro?

Dott. Antonio Bruno: Credo che siamo a un bivio. Le aziende che riusciranno a sopravvivere e prosperare saranno quelle che sapranno adattarsi alle esigenze umane e ambientali, non solo a quelle economiche. Il futuro sarà delle organizzazioni che metteranno al centro la cooperazione, la partecipazione e la responsabilità collettiva. Dobbiamo tutti essere parte di questo processo di trasformazione, perché solo attraverso la co-ispirazione e la condivisione di valori possiamo generare un benessere diffuso e duraturo.

Intervistatore: Grazie mille, Dottor Bruno, per questa interessante riflessione.

Dott. Antonio Bruno: Grazie a voi. Spero che queste idee possano stimolare una riflessione più profonda sul nostro modo di vivere e lavorare insieme.

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