La Guerra e il Disagio: Una Riflessione Attraverso le Parole di Humberto Maturana

 

La Guerra e il Disagio: Una Riflessione Attraverso le Parole di Humberto Maturana 

di Antonio Bruno

Il concetto di guerra come risultato di un disagio profondo e non solo una mera questione di risorse economiche è stato al centro di varie riflessioni, tra cui quella  che riprende una convinzione radicata: «C'est l'argent qui fait la guerre» (il denaro fa la guerra). Tuttavia, questa visione è considerata forviante. Non è il denaro in sé che scatena la violenza, bensì il disagio che porta alla ricerca di benessere e, di conseguenza, al conflitto.

Humberto Maturana, biologo e filosofo cileno, ha approfondito l'idea che i comportamenti umani, inclusi quelli violenti, nascono dalle emozioni. Maturana, studiando le dinamiche sociali e psicologiche degli esseri umani, ha sempre sottolineato l'importanza delle emozioni come forza guida delle nostre azioni. In un suo scritto, ha affermato che «tutti i nostri comportamenti, incluse le azioni più razionali, sono permeati dalle emozioni» . Le emozioni, quindi, informano e determinano la nostra visione del mondo e le scelte che facciamo, incluse quelle estreme, come la guerra.

Riflettendo su quanto riportano gli osservatori emerge una chiara emozione di fondo: la vergogna. La vergogna di osservare un mondo in cui si è costretti a descrivere comportamenti umani che non si riescono a giustificare appieno. Ma come Maturana ci ricorda, il giudizio non è sufficiente a spiegare come e perché si arriva a tali comportamenti. La guerra non è solo una conseguenza logica di contese per risorse materiali, ma si radica nelle emozioni profonde di disagio e insicurezza.

Secondo Maturana, il disagio sociale porta gli individui a cercare una soluzione attraverso azioni spesso violente, nella speranza di raggiungere un benessere che non si riesce a trovare. La guerra diventa così un tentativo estremo di uscire da una situazione percepita come insostenibile. «Gli esseri umani sono pacifici per natura, ma possono diventare violenti quando si trovano in una condizione di disagio» . Questa affermazione ci spinge a riflettere sul fatto che, per evitare il conflitto, dobbiamo prima risolvere il problema alla radice: il disagio.

Maturana ci insegna che la violenza non è una caratteristica intrinseca dell'essere umano, ma una risposta appresa quando altre strade sembrano chiuse. «La violenza nasce dalla paura e dall'incapacità di trovare una via pacifica per uscire dalla sofferenza» . Le persone, quindi, agiscono non per distruggere ma per proteggersi, per sopravvivere in un mondo che sembra negare loro le risorse necessarie al benessere.

L'analisi dei comportamenti sociali in tempo di guerra porta a un ulteriore punto cruciale: coloro che scendono in piazza a manifestare lo fanno per paura, per evitare che siano loro stessi a morire in guerra. La paura della propria sofferenza motiva la richiesta di pace e di giustizia. Secondo Maturana, questa emozione di fondo è collegata alla sopravvivenza , un impulso profondamente radicato nella nostra biologia. Ma, come diceva spesso, «la sopravvivenza non deve essere l'unico motore della vita umana. La collaborazione, l'amore e la solidarietà sono altrettanto fondamentali» .

Alla base della guerra, dunque, c'è un bisogno insoddisfatto: il benessere. Popoli che vivono nel disagio vedono in coloro che vivono nel benessere una minaccia o, più precisamente, un obiettivo da raggiungere. Questo desiderio di sottrarre le risorse materiali diventa il motore del conflitto, alimentato dall'illusione che queste stesse risorse possono colmare il vuoto del disagio.

Ma qual è la via d'uscita da questo ciclo di violenza? Maturana ci offre una risposta illuminante: «Per evitare la violenza, dobbiamo creare le condizioni per un benessere condiviso. Solo quando tutti viviamo nel benessere, la guerra non ha più ragione di esistere» . Questa affermazione mette in luce un principio fondamentale: la pace non si costruisce semplicemente evitando la guerra, ma creando un mondo in cui le persone non hanno bisogno di combattere per il proprio benessere.

In definitiva, la riflessione di Maturana ci invita a guardare oltre il giudizio morale sulla guerra ea comprendere le emozioni profonde che ne sono alla base. La pace duratura non si costruisce attraverso la repressione del conflitto, ma attraverso la promozione di condizioni di benessere per tutti gli esseri umani. È in questo modo che possiamo evitare di cadere nel ciclo perenne di disagio e violenza, riconoscendo che il vero nemico non è il denaro, ma la mancanza di benessere e sicurezza che spinge le persone a cercare soluzioni disperate.

Fonti:

  • Humberto Maturana, Emozioni e linguaggio in educazione e politica , 1992.
  • Humberto Maturana, La realtà: una prospettiva biologica , 1988.

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