Intervista al Dott. Antonio Bruno: il libro di Silvia Bencivelli Eroica, folle e visionaria. Storie di medicina spericolata

 Intervista al Dott. Antonio Bruno: il libro di Silvia Bencivelli Eroica, folle e visionaria. Storie di medicina spericolata



Intervistatore: Buon pomeriggio, Dott. Antonio Bruno, e grazie per essere qui con noi oggi. Iniziamo subito parlando del libro di Silvia Bencivelli Eroica, folle e visionaria. Storie di medicina spericolata presentato ieri sera alle Officine Cantelmo, a quanto pare, è un'opera davvero densa e interessante. Potresti darci una breve presentazione?

Dott. Antonio Bruno: Certamente! Si concentra sulla storia della medicina, in particolare sugli autoesperimenti che i medici del passato hanno condotto su se stessi per cercare di comprendere meglio alcune malattie. È una storia affascinante che si muove tra scienza, intuizione e, a volte, un pizzico di follia.

Intervistatore: Le storie sono tante ma le chiediamo di rivelarci un aspetto interessante del libro che è il racconto della pellagra e dei tentativi di capire cosa la causasse. Può raccontarci di più su questo?

Dott. Antonio Bruno: Sì, la storia della pellagra è davvero intrigante. Fino a qualche tempo fa, molti credevano che fosse una malattia infettiva trasmessa da insetti o attraverso l'aria. Ma ciò che è emerso, grazie a studiosi come Joseph Goldberger, è che la pellagra è in realtà una malattia legata alla carenza di vitamina B3, o niacina, causata da una dieta povera, spesso basata principalmente su mais. Questo era un problema comune tra le classi più povere, specialmente nel Nord Italia e in alcune parti degli Stati Uniti.

Intervistatore: Come si è arrivati a questa conclusione? All'inizio la teoria prevalente era di tipo infettivo, giusto?

Dott. Antonio Bruno: Esatto. A quei tempi, era di moda cercare la causa delle malattie in qualcosa di esterno, come batteri o virus. Tuttavia, la pellagra era diversa: era causata dalla mancanza di un elemento essenziale nella dieta, e non dall'introduzione di qualcosa di nocivo. È qui che entra in gioco Joseph Goldberger. Lui ha avuto l'intuizione che la malattia non fosse dovuta a un'infezione, ma a una carenza alimentare, un concetto rivoluzionario per l'epoca.


Intervistatore: Goldberger è una figura affascinante. Puoi raccontarci qualcosa di più su di lui?

Dott. Antonio Bruno: Certo. Joseph Goldberger era un immigrato ungherese di origine ebrea che si pubblicava negli Stati Uniti da bambino. La sua carriera è stata dedicata alla sanità pubblica, e si è distinta per la sua capacità di risolvere problemi complessi. Quando negli Stati Uniti la pellagra iniziò a diffondersi, soprattutto tra i più poveri e nelle istituzioni come orfanotrofi e ospedali psichiatrici, Goldberger fu chiamato a indagare. Con una serie di esperimenti, tra cui quello famoso sui carcerati del Mississippi, riuscì a dimostrare che migliorando l'alimentazione dei soggetti, la pellagra poteva essere prevenuta e curata.

Intervistatore: Come reagì la comunità scientifica alle sue scoperte?

Dott. Antonio Bruno: Inizialmente, le sue idee furono accolte con scetticismo. L'ipotesi dominante era ancora quella infettiva, ma Goldberger perseverò. Condusse un esperimento significativo in cui modificò la dieta dei detenuti, somministrando loro cibi poveri di nutrienti e osservando lo sviluppo della malattia. Quando questi svilupparono i sintomi della pellagra, l'evidenza divenne innegabile. Con il tempo, la comunità scientifica riconobbe il suo contributo.

Intervistatore: La sua ricerca ha cambiato radicalmente il modo in cui custodiamo la nutrizione. Pensa che ci siano paralleli con situazioni attuali?

Dott. Antonio Bruno: Assolutamente. La storia della pellagra ci insegna che la salute è spesso il riflesso delle condizioni sociali ed economiche. Oggi, vediamo ancora malattie legate alla povertà e alla cattiva alimentazione. È un promemoria di quanto sia importante garantire a tutti l'accesso a una dieta adeguata e bilanciata.

Intervistatore: Grazie mille, Dott. Bruno. La sua riflessione sul libro non solo illumina il passato, ma offre anche lezioni preziose per il futuro.


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