"Il Bacio Proibito" (racconto)
"Il Bacio Proibito"
In una Lecce
bagnata dalla pioggia, Marco correva sotto il cielo grigio, il suo passo
affrettato scandito dal battito del cuore. Il temporale era scoppiato
improvviso, come quello che, tanti anni fa, lo aveva sorpreso durante un
ritorno da Gallipoli. Quel ricordo, ormai lontano, lo riportava a quei giorni
di giovinezza, dove ogni incontro era un'esplosione di emozioni, un'incandescente
mescolanza di sentimenti che ardevano come il fuoco di un camino in inverno.
Ciò che è
lecito non dà piacere, quello che è proibito infiamma. Quante volte aveva
ripetuto a sé stesso queste parole, senza mai comprenderne davvero il
significato fino a quel giorno. La Lecce che conosceva si stava trasformando
sotto la pioggia battente, i vicoli che solitamente lo accoglievano con la loro
bellezza ora sembravano nascondere segreti proibiti, promesse di passioni mai
vissute.
Ed è stato
proprio in uno di quei vicoli che Marco l’aveva vista. Laura, con i capelli biondi
che si attaccavano al viso bagnato, gli occhi verdi che brillavano come
smeraldi contro il grigio del cielo. La loro storia era nata per caso, una di
quelle coincidenze che sembrano orchestrate dal destino, ma che nel profondo
sai essere il frutto di una scelta. Era iniziata con un semplice sguardo, uno
di quelli che ti fa capire subito che qualcosa cambierà per sempre.
Il primo
bacio era stato rubato sotto il portico di una chiesa, mentre il temporale
continuava a riversarsi sulla città. Un bacio che aveva il sapore dell'acqua,
del desiderio imperfetto, di quella fame che solo l’amore può placare. Un bacio
proibito, perché Laura era di un altro. Ma come si può resistere alla
tentazione, quando sai che potrebbe non tornare mai più? Marco sapeva che
quella passione era sbagliata, ma l'intensità del loro amore rendeva tutto il
resto insignificante.
Nella nostra
mitologia esistevano vari racconti sulle origini del mondo, ma per Marco e
Laura l'origine di tutto era lì, in quel bacio rubato. Era come se il tempo si
fosse fermato, come se il mondo intero fosse racchiuso in quel momento, e nulla
altro contasse. «Dobbiamo cedere alle tentazioni perché potrebbero non tornare
mai più,» le aveva sussurrato Marco all'orecchio, mentre la stringeva a sé, il
cuore che batteva forte contro il suo petto.
E così
avevano ceduto, avevano permesso al desiderio di guidarli, di portarli lontano
dalle convenzioni, dalle regole imposte da una società che non lasciava spazio
alla follia. Perché, in fondo, siamo tutti costretti, per rendere sopportabile
la realtà, a coltivare in noi qualche piccola pazzia. E Marco e Laura avevano
scelto di coltivare la loro, in quella Lecce nascosta dalla pioggia, in quei
baci rubati tra le ombre dei vicoli.
L’amore è
fame, non sazietà. E solo chi si amerà nelle acque di un bacio potrà conoscere
l'oceano del piacere. Marco lo sapeva bene, e per questo non si era mai pentito
di quella scelta, di quel peccato che li aveva uniti. Erano imperfetti, proprio
come il loro desiderio, ma in quella imperfezione avevano trovato la loro
perfezione, il loro oceano infinito.
E mentre il
temporale finalmente si placava, Marco sapeva che quella pioggia non avrebbe
mai potuto lavare via il ricordo di Laura. Perché l’amore vero, quello che
infiamma e consuma, è destinato a rimanere per sempre.
Antonio
Bruno
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