Intervista al Dott. Antonio Bruno sulla ricerca “What worries the world” (Ciò che preoccupa il mondo – Luglio 2024) di Ipsos
Intervista al Dott. Antonio Bruno sulla ricerca “What worries the world” (Ciò che preoccupa il mondo – Luglio 2024) di Ipsos
Intervistatore: Buongiorno, Dott. Bruno. Grazie per essere con noi oggi. Vogliamo parlare dei recenti dati emersi dalla ricerca “What worries the world” di Ipsos. Iniziamo con una panoramica generale: qual è il quadro dell'Italia rispetto agli altri paesi europei e globali?
Dott. Antonio Bruno: Buongiorno e grazie per l'invito. La ricerca di Ipsos offre uno spaccato molto interessante sulla percezione che gli italiani hanno riguardo al futuro del paese. Attualmente, solo il 32% degli italiani ritiene che la direzione intrapresa sia quella giusta, mentre il 68% è convinto del contrario. Questo dato segna un peggioramento significativo rispetto al 2021, quando la percentuale di chi pensava che il paese stesse andando nella direzione sbagliata era del 62%.
Intervistatore: Quindi, c'è stato un aumento del pessimismo tra gli italiani. Come si colloca l'Italia rispetto agli altri paesi analizzati nella ricerca?
Dott. Antonio Bruno: Sì, esattamente. L'Italia, purtroppo, si colloca in una posizione abbastanza negativa, ma non è l'unica. Paesi come Germania, Francia e Israele mostrano dati peggiori, con percentuali molto alte di cittadini che percepiscono la direzione del loro paese come sbagliata. Tuttavia, l'Italia non è nemmeno tra i più ottimisti: gli Stati Uniti, la Spagna e la Gran Bretagna hanno percentuali migliori rispetto al nostro paese. Interessante è anche notare che paesi asiatici come Indonesia, India e Singapore mostrano un ottimismo decisamente più marcato.
Intervistatore: I dati sulla percezione economica sono particolarmente rilevanti. Qual è la situazione in Italia rispetto agli altri paesi?
Dott. Antonio Bruno: La situazione economica percepita in Italia mostra una leggera ripresa rispetto ai periodi più critici, ma resta ancora negativa per una larga parte della popolazione. Oggi, il 33% degli italiani giudica positivamente la situazione economica, una percentuale che segna un miglioramento rispetto agli anni del Covid, ma che rimane inferiore rispetto ad altre nazioni. Paesi come l'India e Singapore hanno percentuali di ottimismo molto più alte, mentre la Francia e Israele, come l'Italia, presentano un alto tasso di pessimismo.
Intervistatore: Passando alle preoccupazioni degli italiani, quali sono le principali differenze rispetto al 2021?
Dott. Antonio Bruno: La preoccupazione per l'inflazione è notevolmente aumentata, passando dal 9% nel 2021 al 24% nel 2024. Questo riflette un cambio di focus significativo rispetto a tre anni fa. La preoccupazione per il Covid, che nel 2021 era molto alta, è scesa drasticamente. D'altra parte, la paura della violenza e della sicurezza è aumentata, come è evidente dal passaggio dal 17% al 24%. Anche la preoccupazione per il cambiamento climatico è in crescita, sebbene meno marcata.
Intervistatore: Come si spiegano questi cambiamenti nella percezione delle preoccupazioni?
Dott. Antonio Bruno: I cambiamenti nelle preoccupazioni riflettono una serie di dinamiche sia globali che locali. L'inflazione, ad esempio, è un problema concreto che ha impattato il potere d'acquisto dei cittadini e la loro percezione della stabilità economica. La diminuzione della preoccupazione per il Covid è ovviamente legata all'evoluzione della pandemia e alle campagne di vaccinazione. L'aumento della paura per la violenza e la sicurezza potrebbe essere influenzato da eventi recenti e dalla percezione di instabilità sociale.
Intervistatore: Per concludere, quale messaggio possiamo trarre da questi dati riguardo al futuro dell'Italia?
Dott. Antonio Bruno: I dati suggeriscono che l'Italia sta vivendo una fase di incertezze e sfiducia, nonostante alcuni segnali di miglioramento economico. La percezione di una direzione sbagliata e la crescente preoccupazione per fattori come l'inflazione e la sicurezza indicano una necessità di risposte più efficaci e strategie di lungo termine. L'Italia sembra galleggiare in uno stato di staticità, con difficoltà nel trovare una visione chiara e condivisa per il futuro. È cruciale che le istituzioni e i leader affrontino queste preoccupazioni in modo proattivo per invertire questa tendenza e stimolare una nuova fiducia nel futuro.
Intervistatore: La ringrazio, Dott. Bruno, per la sua analisi approfondita e per aver condiviso il suo punto di vista su questi dati così significativi.
Dott. Antonio Bruno: Grazie a voi. È stato un piacere discutere di questi importanti temi.
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