L'inevitabilità dell'amore (racconto) Antonio Bruno QUESTO NOSTRO GRANDE AMORE

L'inevitabilità dell'amore

Era una di quelle giornate in cui il cielo sembra galleggiare su una distesa di nebbia, un po' come i pensieri sospesi che avevo in testa. Camminavo per le strade di quella città che conoscevo a memoria, le stesse strade che avevano visto crescere il nostro amore, o forse solo i nostri corpi in attesa di un evento che non sarebbe mai accaduto. Gli stessi posti, le stesse cose, le stesse emozioni. Eppure, ogni volta che ci tornavo, qualcosa cambiava. Non c'era più quella magia intatta, quella promessa sottile di eternità. Ogni istante era diverso, e ogni attimo un piccolo tradimento verso ciò che speravo di ritrovare. Nulla torna mai davvero, e forse è un bene. O forse no.

"Il segreto è: non aspettarti nulla" mi ripetevo, come una preghiera laica. Perché quando incontri sempre le stesse persone, rischiano di diventare parte della tua vita, e quando diventano parte della tua vita, iniziano anche a volerla cambiare. "Non dire 'Ti amo' se non è vero, ma se è vero, dillo tante volte", mi avevi detto una sera, come un monito gentile. Ma cosa significa davvero amare qualcuno? È forse il tentativo continuo di restare fedeli a una promessa che non abbiamo mai fatto? Un patto segreto tra le anime, o solo il bisogno disperato di essere visti, riconosciuti, salvati?

Ti avevo amato. Ma il tempo, quel nemico invisibile, aveva iniziato a corrodere i bordi delle nostre emozioni, come acqua che si infiltra nelle crepe di un muro antico. Avevamo smesso di dircelo, o forse ci eravamo dimenticati. Le persone dimenticano, anche ciò che conta di più. E così, a un certo punto, ho capito che potevo fare a meno di te. Come di chiunque, forse. È terribile dirlo, lo so. Ma quando ci hai messo tutto, quando hai dato ogni briciola del tuo cuore per restare a galla, arrivi a capire che, in fondo, puoi sopravvivere anche senza.

E così me ne sono andato, senza coltivare assenze, senza illudermi che l'assenza fosse un campo da arare. Me ne sono andato, e questo è tutto. Pensavo che il destino fosse una mano crudele, che mi strappava via da ciò che amavo di più. Ma alla fine ho capito. Quel destino non era altro che me stesso, la mia paura, il mio bisogno di chiudermi, di nascondermi. Pensavo di sfuggirgli, ma è stato lui a sorprendermi, a trovarmi prima o poi, come fa sempre.

Ora, mentre cammino in silenzio, so che non è il destino a separare le persone che si amano. È la vita, siamo noi, con le nostre scelte e i nostri silenzi. Ma c'è una verità inevitabile: quando le menti si cercano, i corpi sono solo in attesa di eventi. Non importa quanto cerchi di sfuggire. L’amore, quello vero, ti trova sempre. E non chiede permesso.

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