Intervista al Dott. Antonio Bruno: La Società Italiana e la Ricerca Ossessiva di Ricchezza e Successo
Intervista al Dott. Antonio Bruno: La Società Italiana e la Ricerca Ossessiva di Ricchezza e Successo
Intervistatore : Dott. Bruno, il professore Enzo
Risso ha pubblicato un'interessante ricerca sui valori che uniscono e dividono
gli italiani, sottolineando che il valore preminente, comune a tutti, è la
ricerca di ricchezza e successo. Qual è il suo punto di vista su questo dato?
Dott.
Antonio Bruno : La
ricerca di Risso evidenzia un fenomeno che osservo da tempo: la nostra società
è permeata dalla cultura neoliberista, una diretta conseguenza di una lunga
tradizione patriarcale e competitiva. Questo porta gli individui a misurare il
proprio valore in termini di successo economico e materiale, come se fosse
l'unico parametro per definire una vita ben vissuta. Quello che è preoccupante,
però, è che questa corsa senza quartiere alla ricchezza sta creando una società
infelice e insoddisfatta.
Intervistatore : Cosa intende esattamente con
"società infelice"?
Dott.
Antonio Bruno : Viviamo
in una condizione che definirei "non umana". Siamo costantemente
proiettati verso il desiderio di avere sempre di più, senza fermarci a
riflettere su cosa ci rende veramente felici o appagati. Questa bulimia
consumistica ci costringe a rincorrere obiettivi che spesso non hanno alcun
valore reale per il benessere personale o collettivo. E la cosa grave è che,
pur essendo tutti consapevoli di questo meccanismo, nessuno riesce a tirarsi
indietro.
Intervistatore : Quindi, secondo lei, questo
desiderio di successo e ricchezza è alla base della disuguaglianza e
dell'indifferenza verso i più poveri?
Dott.
Antonio Bruno :
Assolutamente sì. I dati di Risso ci raccontano di una società che sembra
incapace di empatizzare con le difficoltà dei più deboli. L'indifferenza verso
la maggioranza povera del mondo è un effetto diretto di questa ossessione per
il successo personale. In un contesto dove la competizione è la norma, chi non
riesce a emergere viene lasciato indietro. Ed è interessante notare come
nemmeno figure di grande rilievo morale, come il Papa, riescano a scalfire
questa mentalità radicata.
Intervistatore : La sua analisi sembra dipingere
un quadro piuttosto cupo. Quali potrebbero essere, secondo lei, le vie d'uscita
da questa "vita non umana"?
Dott.
Antonio Bruno : La chiave
sta nel rimettere al centro valori diversi, che vadano oltre la mera ricchezza.
Parliamo di valori che Risso ha definito "unificanti", come la
famiglia, la solidarietà, il rispetto per l'altro, l'amore per il bello e per
la qualità della vita. Questi sono principi che possono davvero ridare senso
alle nostre esistenze e creare una società più giusta e soddisfatta.
Intervistatore : Un altro aspetto interessante
della ricerca è la spaccatura tra elettorati, in particolare sui temi della
nostalgia del passato, della fede cattolica e dell'ambiente. Cosa ne pensi?
Dott.
Antonio Bruno : Questi
sono temi profondamente divisivi, perché legati a visioni del mondo e approcci
culturali molto diversi. Da un lato, vediamo un elettorato di destra più
attaccato a concetti tradizionali come la patria, la religione e la famiglia,
dall'altro una sinistra che fatica a identificarsi in valori simili. Tuttavia,
nonostante queste differenze, ci sono anche punti di incontro. Ad esempio, il
desiderio di sicurezza economica e la volontà di godere della vita sono
aspirazioni comuni a entrambi gli schieramenti. Questo potrebbe essere un
terreno fertile per cercare una sintesi politica più inclusiva.
Intervistatore : La società italiana, quindi, è
più divisa o più omogenea di quanto sembri?
Dott.
Antonio Bruno : Direi che
siamo di fronte a un processo di omologazione su alcuni aspetti esistenziali,
come il desiderio di stabilità economica o l'apprezzamento per le cose belle
della vita. Ma allo stesso tempo, le differenze valoriali restano forti,
soprattutto in termini di visione della famiglia, del denaro e della religione.
Il problema è che questa omologazione ha spesso come denominatore comune la
rincorsa alla ricchezza, che è il vero fattore di disgregazione sociale.
Intervistatore : In conclusione, quale futuro
prevede per una società così orientata al successo materiale?
Dott.
Antonio Bruno : Se non
cambiamo direzione, il rischio è di trovarci sempre più alienati, insoddisfatti
e incapaci di risolvere i grandi problemi sociali ed economici che affliggono
il nostro tempo. Servire un nuovo umanesimo, un ritorno a quei valori
profondamente umani che possono davvero garantire una vita migliore, non solo
per i singoli, ma per la collettività.
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