"Il Coraggio di Scegliere" (racconto) Antonio Bruno O CIELO CE MANNA STI 'CCOSE

"Il Coraggio di Scegliere"


Alcuni fumano, altri bevono, altri si drogano, e altri si innamorano. Ognuno si uccide a modo suo. Io, di questi, ho scelto di innamorarmi, perché il contatto dei corpi ha sempre avuto su di me un potere magnetico, quasi primitivo. Il calore delle mani, il respiro vicino, il profumo della pelle che diventa una traccia invisibile che ti porti dietro. Un'ora insieme, fatta di baci che non finiscono, mani che si toccano, corpi che si scoprono: è tutto così intenso che ti rimane addosso, non evapora mai più. E mi piace pensare che in quell’ora non ci sia altro. Che la vita, con i suoi impegni e i suoi drammi, rimanga fuori, come se esistesse solo quel momento.

Stavo riflettendo su quanto sia tutto legato alle radici, a ciò che ci portiamo dentro senza rendercene conto. Chi è in pace con il proprio passato, con quello che ha vissuto, sembra portarsi dietro una specie di serenità invisibile. Non ha quella costante ansia, quel disagio che traspare dagli occhi, come un’ombra che non va mai via. Invece io, fino a poco tempo fa, ero così. Non ero mai davvero presente, non completamente. Sentivo sempre di dover sistemare qualcosa, in me, negli altri, in noi. È assurdo come ci si possa rovinare da soli. Ma è stato solo quando ho smesso di lottare contro il mio passato, quando ho accettato che non potevo cambiare chi ero o da dove venivo, che ho iniziato a stare bene con te. Forse è vero che non possiamo costruire qualcosa di solido se non abbiamo fatto pace con le nostre fondamenta.

Tu sei arrivata in quel momento, quando io ero finalmente pronto a scegliere. Scegliere te, scegliere noi, scegliere di essere felice, senza compromessi. E mi sono accorto che il coraggio di scegliere è tutto. Non possiamo stare accanto a chi ci prosciuga, a chi ci fa sentire meno di quello che siamo. Se non siamo in pace con noi stessi, non riusciremo mai a essere in pace con qualcuno. Ho imparato a fidarmi del mio istinto, a seguire quella voce interna che troppo spesso ignoriamo. Forse è stato questo il segreto di tutto: agire. Rischiare. Senza pensarci troppo, senza programmare ogni dettaglio, perché, in fondo, le cose migliori accadono sempre all’improvviso.

Ricordo il momento esatto in cui ho capito che dovevo buttarmi. Era una sera di primavera, quelle sere che ti mettono addosso una strana nostalgia. Tu eri lì, a pochi passi da me, e ho pensato che sarebbe stato troppo facile non fare nulla, lasciare che la paura del fallimento mi frenasse. Ma poi ho capito: non si tratta di perfezione, si tratta di esserci, di provarci. Non ho aspettato il momento perfetto, ho semplicemente detto: "Va bene, va al diavolo tutto il resto. Io ti voglio".

E così è stato. Da quel giorno ho smesso di elemosinare sentimenti, di cercare di aggiustare ogni cosa a tutti i costi. Ho iniziato a vivere. E tu, in qualche modo, mi hai insegnato a farlo. Non ti sei mai arresa a me, hai sempre creduto che fossi in grado di essere più di quello che pensavo di essere. Forse è per questo che siamo ancora qui, a scambiarci pezzi di noi, un po’ alla volta. Perché non ci siamo incontrati per caso, non poteva essere così semplice.

Ognuno che passa nella nostra vita si porta via qualcosa, e ci lascia altro. Ma con te, è diverso. Tu non sei solo passata. Sei rimasta. E ogni giorno mi accorgo che, anche se la vita continua a sorprendermi, anche se niente va mai come lo immagino, ci sei tu. E tu, per me, sei abbastanza.

Antonio Bruno


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