Intervista al Dott. Antonio Bruno sull’assenza di un popolo che conversa
Intervista al Dott. Antonio Bruno sull’assenza di un popolo che conversa
Intervistatore : Dottor Bruno, lei ha recentemente
condiviso una riflessione sul tema della fiducia nella politica, prendendo
spunto da un articolo di Giorgia Serughetti. Può approfondire il suo pensiero?
Dott.
Antonio Bruno : Certo.
Ciò che noto è una distanza crescente tra la classe politica e il popolo, in
particolare tra i leader del Partito Democratico e la base elettorale. Giorgia
Serughetti ha giustamente osservato che, nonostante i dibattiti interni al
partito, il popolo non si sente coinvolto. Manca una connessione reale. Anche
sui social o nei luoghi pubblici, non si discute di ciò che dice Elly Schlein,
a differenza di quanto accaduto, ad esempio, con il libro del Generale Roberto
Vannacci, su cui tutti hanno avuto qualcosa da dire, pur senza averlo letto.
Intervistatore : A cosa attribuisce questa
mancanza di partecipazione?
Dott.
Antonio Bruno : La
mancanza di fiducia è centrale. Sia Schlein che i cosiddetti “riformisti” del
Partito Democratico non riescono a coinvolgere il popolo in modo significativo.
È come se il popolo non sentisse di dover difendere nessuno, né la segretaria
del partito né i riformisti. C'è una sorta di stanchezza, di disillusione verso
una politica che non sembra parlare più a loro. Questo distacco si riflette in
un'assenza di discussione e in una difficoltà di Schlein nel costruire un
rapporto profondo con le persone, soprattutto quelle più emarginate.
Intervistatore : Ha citato anche il contesto umano
e il ruolo dell'ambiente nella crescita delle persone. Può spiegare meglio
questo concetto?
Dott.
Antonio Bruno : Qui entra
in gioco il pensiero del biologo e filosofo Humberto Maturana. Secondo lui,
ogni essere umano ha tutte le risorse necessarie per autorealizzarsi, ma è
l'ambiente che può favorire o ostacolare questo processo. Quando una persona
fallisce, non è solo una sua responsabilità, ma anche dell'ambiente che non è
riuscito a far emergere le sue potenzialità. Questo concetto è fondamentale non
solo per comprendere le dinamiche personali, ma anche quelle sociali e
politiche. Se oggi le persone non si sentono parte del cambiamento proposto da
Schlein o dai riformisti, è perché manca un contesto che li coinvolga e dia
loro fiducia.
Intervistatore : Ha menzionato un meme che l'ha
colpita particolarmente. Come si collega alla situazione attuale del Partito
Democratico?
Dott.
Antonio Bruno : Sì, il
meme di Roberta Forni, che mette in luce l'apparente contraddizione delle
sinistre che, pur avendo avuto tempo e opportunità per risolvere i problemi
come la povertà, non sono riuscite a farlo. La risposta di Franco Frascaro,
ironica ma pungente, è che chi governa tende sempre a dare la colpa a quelli
che c'erano prima. Questo riflette una stasi politica in cui nessuno si assume
pienamente la responsabilità del fallimento. La stessa critica può essere
estesa al Partito Democratico: sia Schlein che i riformisti sembrano incapaci
di offrire soluzioni concrete e, di conseguenza, il popolo non si sente più
rappresentato.
Intervistatore : Secondo lei, cosa dovrebbe fare
la politica per ricostruire questa fiducia perduta?
Dott.
Antonio Bruno : Bisogna
ripartire dal senso di comunità. La politica non può essere solo una lotta per
il potere, ma deve essere un progetto condiviso che coinvolga le persone,
facendo emergere le loro risorse, come dice Maturana. Serve un misto di
simpatia e serietà che permette di stare insieme, di prendersi cura dell'uno
dell'altro e di sentirsi parte di un cambiamento. Schlein ha cercato di
ridisegnare un popolo, parlando a chi si sente escluso, ma deve trovare un modo
più autentico per coinvolgere queste persone. Senza fiducia e senza un impegno
sincero per il cambiamento, il divario tra politica e società continuerà ad
allargarsi.
Intervistatore : Il dibattito interno al Partito
Democratico è dominato dalle discussioni sulla leadership. Come giudica questo?
Dott.
Antonio Bruno : È proprio
questo il problema. Il dibattito sulla leadership è sterile se non è
accompagnato da una riflessione più profonda sui bisogni del popolo e sul tipo
di società che si vuole costruire. Le discussioni sulla pluralità e sulla
vocazione maggioritaria sono vuote se non si accompagnano a un progetto
politico che risponde alle disuguaglianze. Come ha scritto Marco Damilano, il
Partito Democratico ha perso la sua identità perché ha smesso di rappresentare
un popolo. Il grande assente nel dibattito del Pd è proprio il popolo, e fino a
quando non ci sarà una seria autocritica, sarà difficile recuperare quel
legame.
Intervistatore : Grazie per il suo tempo, dottor
Bruno. Ha qualche ultima riflessione che vorresti condividere?
Dott.
Antonio Bruno : Penso che
sia importante ripensare al ruolo della politica nella vita quotidiana. La
politica non può limitarsi a discutere nelle stanze del potere, ma deve tornare
nelle piazze, nei luoghi di lavoro, nelle vite delle persone. Solo così si
potrà ricostruire quella fiducia che oggi manca.
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