Intervista al Dott. Antonio Bruno sul Ruolo della TV Locale e la Responsabilità dei Giornalisti

 Intervista al Dott. Antonio Bruno sul Ruolo della TV Locale e la Responsabilità dei Giornalisti


Intervistatore: Buongiorno, Dott. Bruno. Oggi ci troviamo a discutere di un tema cruciale: il rapporto tra le emittenti televisive locali e l'amministrazione pubblica, e più in generale, il ruolo dei giornalisti in questo contesto. Come primo spunto, vorrei iniziare citando un episodio recente. Il deputato Claudio Stefanazzi ha accusato l'emittente locale Telerama di essere diventata il "megafono" dell'amministrazione comunale di Lecce, utilizzata addirittura per gestire le relazioni con i cittadini. Come interpreta questo scenario?

Dott. Antonio Bruno: Grazie per l'invito. È un tema molto importante quello che solleviamo oggi. L'accusa di Stefanazzi è un sintomo di un problema più ampio: la responsabilità dei giornalisti e delle emittenti locali nel mantenere l'autonomia e l'indipendenza, soprattutto quando si tratta di relazioni con le istituzioni. Se i giornalisti svolgessero il loro lavoro avendo come unico riferimento i lettori e i cittadini, come sostenuto da molti studiosi di media, il problema di una possibile commistione tra informazione e politica non si porrebbe. L'informazione deve essere un ponte tra i cittadini e la verità, non un canale di propaganda.

Intervistatore: Secondo lei, quindi, il problema risiede nella mancanza di indipendenza dell'informazione locale?

Dott. Antonio Bruno: Esattamente. Uno dei problemi principali della TV locale è che spesso si trova in una posizione economicamente vulnerabile e, di conseguenza, tende ad allinearsi con chi ha il potere o con chi finanzia le sue attività. Questo può compromettere l’obiettività del giornalismo. Se un’emittente si trasforma in uno strumento delle amministrazioni locali, i cittadini rischiano di ricevere informazioni distorte o parziali. Il giornalismo dovrebbe invece rimanere saldo nei suoi principi di veridicità e imparzialità, come sottolineava anche il giornalista Enrico Mentana: "Il giornalismo è verità, non una verità. Raccontare tutto con obiettività e trasparenza è il dovere di chi fa questo mestiere". Quando ciò non avviene, la fiducia del pubblico si erode.

Intervistatore: In questo caso specifico, l'assessore Scorrano ha difeso il suo operato, sostenendo che il suo uso di Telerama è un tentativo di aprirsi alla cittadinanza e migliorare la comunicazione. Non si potrebbe vedere questa scelta come un passo verso una maggiore trasparenza?

Dott. Antonio Bruno: È vero che la comunicazione diretta tra istituzioni e cittadini è fondamentale in una democrazia, e i media locali possono svolgere un ruolo importante. Tuttavia, il rischio è che, utilizzando un’emittente specifica in modo privilegiato, si crei un'asimmetria informativa. In altre parole, il messaggio viene mediato e presentato sotto una luce che può essere influenzata dal rapporto con le istituzioni. È necessario distinguere tra un uso trasparente e democratico delle piattaforme mediatiche e un uso distorto. Come ha dichiarato anche il sociologo Pierre Bourdieu, "la televisione è uno strumento che, se non ben gestito, può distorcere la realtà e creare narrazioni di comodo".

Intervistatore: Quali soluzioni proporrebbe per evitare questa commistione tra media locali e politica? Cosa dovrebbero fare i giornalisti per mantenere la propria indipendenza?

Dott. Antonio Bruno: La soluzione passa necessariamente attraverso due direzioni. Da un lato, è fondamentale garantire la sostenibilità economica delle emittenti locali in modo che non debbano dipendere dai finanziamenti diretti di soggetti politici o economici interessati. Dall'altro, i giornalisti devono avere una solida formazione etica. Come ha sottolineato Bill Kovach, nel suo libro "Gli Elementi del Giornalismo", il primo obbligo del giornalismo è verso la verità, e i giornalisti devono rispondere solo ai cittadini, non ai poteri che li finanziano. Ciò significa che dovrebbero esistere dei meccanismi chiari e trasparenti per distinguere il giornalismo dall’informazione promozionale o politica.

Intervistatore: Pensa che il problema che riguarda Telerama e l'amministrazione di Lecce sia un caso isolato o un fenomeno diffuso a livello nazionale?

Dott. Antonio Bruno: Purtroppo, temo che si tratti di un fenomeno diffuso. L’Italia, come altri paesi, ha un problema di concentrazione mediatica e di influenze politiche sull’informazione. Secondo il rapporto di Reporters Without Borders (RSF), l’indipendenza dei media italiani è spesso compromessa da interessi economici e politici. Il caso di Telerama ne è un esempio locale, ma è rappresentativo di una problematica molto più ampia. È urgente intervenire per rafforzare i meccanismi di protezione dell’indipendenza dei media, non solo a livello nazionale, ma anche locale.

Intervistatore: In conclusione, quali passi pratici dovrebbero essere compiuti dai giornalisti delle TV locali per adempiere alla loro missione di servire i cittadini e non il potere?

Dott. Antonio Bruno: I giornalisti devono innanzitutto ribadire la propria autonomia, utilizzando tutti i canali a loro disposizione per mantenere un contatto diretto e trasparente con i cittadini. Devono vigilare sui propri standard etici, basandosi su principi di obiettività e trasparenza. Le istituzioni dovrebbero poi creare fondi indipendenti per sostenere l’informazione locale, in modo da evitare che le emittenti locali siano tentate di dipendere da finanziamenti privati o politici. Solo così sarà possibile mantenere il delicato equilibrio tra informazione e potere, garantendo ai cittadini un'informazione libera e imparziale, come raccomandato anche da Giorgio Bocca: "Il giornalismo è controllo del potere, e se non lo fa, perde la sua ragion d’essere."

Intervistatore: Grazie, Dott. Bruno, per questa riflessione approfondita. Speriamo che queste indicazioni possano contribuire a migliorare il panorama dell’informazione locale.

Dott. Antonio Bruno: Grazie a voi.

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