"L'Essenza della Libertà" (racconto)

"L'Essenza della Libertà"

La mattina in cui la incontrai, ero immerso nei miei pensieri, camminando lungo il solito viale alberato che percorrevo ogni giorno per andare al lavoro. Il sole filtrava tra le foglie, creando giochi di luce che mi sembravano quasi metafore visive delle mie riflessioni. La bellezza, mi dissi, è salute, è qualcosa di tangibile e reale. Ma affermarlo è già un rimpianto, un ammettere che qualcosa di essenziale si è perso per strada, distrutto nell’inseguimento del superfluo.

E poi la vidi. Era lì, appoggiata alla ringhiera del ponte, con un’aria distratta e serena al tempo stesso. Una bellezza così naturale che mi sembrò un inno alla vita stessa. Eppure, qualcosa in lei sembrava riflettere la mia stessa inquietudine, come se anche lei avesse sperimentato il prezzo della conoscenza senza delirio di onnipotenza. Mi avvicinai, quasi inconsciamente, e le chiesi: "Perché sei qui?"

Mi guardò, e nei suoi occhi vidi una libertà che non aveva ancora pienamente riconosciuto. "Perché voglio essere libera", mi rispose. Era una risposta che avevo sentito mille volte, eppure in quel momento sembrava avere un significato nuovo, una profondità che non avevo mai colto prima. "Allora vai", le dissi, "vai a vedere cosa ti lega, cosa ti impedisce di essere libera".

Lei sorrise, un sorriso che sembrava contenere tutte le risposte che io ancora non riuscivo a trovare, e si allontanò. Passarono giorni, forse settimane, non saprei dire. Il tempo si confonde quando il cuore è pieno di speranza e di illusioni che ci si è promessi di non avere mai più. E poi tornò. "Non c’è nulla che mi lega", disse semplicemente, e in quel momento capii che anche io ero libero.

Le giornate si susseguirono, una dopo l’altra, così come le notti. Stavamo insieme, senza farci troppe domande, senza preoccuparci del domani. Tutto il resto del tempo, i problemi, le preoccupazioni, il passato, sembravano evaporare, lasciando spazio solo a noi. E capii che non esistono problemi, ma solo situazioni, momenti che vanno affrontati o lasciati scorrere, accettati per quello che sono, fino a che non cambiano o fino a che non siamo pronti ad affrontarli.

Amore a prima vista, a ultima vista, a eterna vista. Non è qualcosa che si possa descrivere, non con le parole. Il racconto non è l’esperienza, il racconto è solo l’ombra dell’esperienza, l’eco di qualcosa che è già stato. E quello che è fatto, è fatto. Ma quello che mi resta, quello che ci resta, è questa sensazione che non ha bisogno di spiegazioni. Non ci sono catene, solo la libertà di essere, finalmente, noi stessi.

Antonio Bruno


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