"Il Coraggio di Amarsi All'Infinito" (racconto)

 "Il Coraggio di Amarsi All'Infinito"


La prima volta che mi baciò, non fu sulle labbra. Neppure sul viso. Sfiorò soltanto le dita della mia mano, quella che scrive, come se temesse di avvicinarsi troppo al cuore, come se volesse saggiarne il ritmo senza disturbare il silenzio che, in quel momento, regnava tra noi. Era un bacio timido, di quelli che promettono e non chiedono, che parlano senza pronunciare una parola. A quel tempo non capii la portata di quel gesto. Sembrava così lieve, così insignificante. Ma ora, anni dopo, mi rendo conto che proprio in quel tocco c'era già tutto.

Ci siamo persi. È inevitabile, certe storie nascono già con la ruggine dell'impossibilità. Ma ci siamo anche ritrovati, come se il destino avesse tenuto in caldo il nostro incontro per il momento giusto. Non c'erano più esitazioni, non c'era più paura. Ci siamo sfiorati, amati, come se l'ultima volta fosse stata solo qualche istante fa. E forse è così che funziona l'amore vero: non conosce il tempo, non si misura in anni o giorni, ma in intensità, in respiri trattenuti e sguardi che valgono più di mille parole.

"Tu eri destino", mi hai detto, e ho capito che dietro certi finali si nascondono magnifici inizi. Perché in fondo l'amore, quello autentico, è questo: un continuo tornare a noi stessi attraverso l'altro. Anche quando non sembra possibile, anche quando il mondo attorno cade a pezzi, l'amore trova sempre la via per rinascere.

Ciò che più mi spaventa, forse, non è l'amore stesso, ma il coraggio che richiede. Sapere cosa si vuole è solo il primo passo, poi arriva la parte più difficile: avere il coraggio di dirlo, e ancora di più, il coraggio di farlo. Perché l'amore, quello vero, è un tuffo nel mare dell'incoscienza. È spogliarsi dei vestiti razionali, gettare via il salvacuore e lanciarsi, anche se non sappiamo nuotare. È quella piccola follia che rende la vita degna di essere vissuta.

Eppure, ogni tanto mi chiedo: gli amori più belli non nascono forse proprio dai nostri errori? Dalle volte in cui scappiamo, respingiamo, fingiamo di non volere? Forse sì. Perché è proprio in quei momenti di esitazione che l'amore trova la sua piega segreta. È lì che si nasconde, e se sei abbastanza fortunato, lo trovi proprio quando pensavi di averlo perso per sempre.

Mi hai detto che siamo scie luminose. Che un giorno, quando non saremo più qui, ci guarderemo indietro e proveremo nostalgia per queste imperfezioni, per questi abbracci mancati, per le carezze mai date. Io credo che tu abbia ragione. Credo che l'amore sia l'unica cosa che resterà, anche quando tutto il resto sarà svanito. E forse, sarà proprio questa nostalgia d'imperfetto a renderci eterni.

Ora che sei qui, davanti a me, non posso fare altro che chiederti di abbracciarmi. Anche se ti rispingo. Anche se non lo voglio. Anche se scappo via. Abbracciami lo stesso. Perché in fondo, di tutto ciò che non so — se la vita sia un viaggio, un sogno, un'attesa — una cosa l'ho capita: ciò che conta sono i legami. Quelli che ci rendono umani. Quelli che ci danno la forza di attraversare il tempo. Anche se il tempo è breve, anche se sembra non bastare mai.

E io, amore mio, non voglio più mancarti all'infinito.

Antonio Bruno

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