Intervista al Dott. Antonio Bruno: La relazione tra adulti e giovani nella società contemporanea

 

Intervista al Dott. Antonio Bruno: La relazione tra adulti e giovani nella società contemporanea 



Intervistatore: Dott. Bruno, partendo dall'articolo di Mario Giro, membro della Comunità di Sant'Egidio, pubblicato su "Domani", emerge una critica importante sul modo in cui la società, in particolare gli adulti, si rapporta ai giovani. Lei condivide questa visione?

Dott. Bruno: Assolutamente sì, concordo pienamente con Mario Giro. Credo che i giovani di oggi riflettano le relazioni che hanno vissuto da bambini con gli adulti. Non possiamo ignorare il fatto che il loro modo di pensare e di agire sia il risultato diretto del nostro modo di educare e di relazionarci con loro. Se da piccoli non li ascoltiamo o non rispondiamo alle loro domande, come possiamo aspettarci che, crescendo, siano capaci di riflettere e di ascoltare gli altri? È un ciclo che, se non viene interrotto, rischia di perpetuarsi.


Intervistatore: Quindi, secondo lei, il modo in cui un adulto si comporta quotidianamente con un bambino influenza profondamente il suo sviluppo futuro?

Dott. Bruno: Esattamente. I bambini apprendono il modo di relazionarsi dagli adulti con cui interagiscono. Se, come adulti, siamo rispettosi e accoglienti, i bambini impareranno a essere rispettosi e accoglienti a loro volta. Al contrario, se siamo autoritari, impulsivi e smentiamo continuamente le loro emozioni e percezioni, impareranno a replicare questi stessi comportamenti. Tutto questo non accade solo in famiglia, anche se l'ambiente familiare è cruciale. Ogni contesto di vita in cui i bambini si trovano li influenza, modellando il loro modo di vedere il mondo e di rapportarsi agli altri.


Intervistatore: Nell'articolo, Mario Giro critica la retorica paternalistica e giudicante verso le nuove generazioni, accusandola di essere obsoleta e dannosa. Qual è la sua opinione in merito?

Dott. Bruno: Sono totalmente d'accordo. Basta con le prediche paternalistiche e le generalizzazioni che dipingono i giovani come "poltronisti" o "privi di dignità". Queste critiche non solo sono ingiuste, ma ignorano la realtà del contesto in cui i giovani si trovano a vivere. Come sottolinea Giro, molte delle difficoltà che i giovani affrontano oggi – la precarietà lavorativa, i salari bassi, lo sfruttamento – sono il risultato di un sistema ingiusto e competitivo. Non possiamo colpevolizzarli per non voler accettare un sistema che non li rispetta.


Intervistatore: Secondo lei, come dovrebbero cambiare gli adulti per migliorare questa relazione con i giovani?

Dott. Bruno: Il cambiamento deve partire dall’ascolto. Dobbiamo smetterla di imporre il nostro modo di vedere le cose e iniziare a dialogare davvero con i giovani. Questo non significa tollerare tutto o essere eccessivamente permissivi, ma piuttosto trovare un equilibrio tra il rispetto e la guida. Dobbiamo accettare che i giovani, come ogni generazione prima di loro, cercano qualcosa di meglio, non una ripetizione dei sacrifici che hanno affrontato le generazioni precedenti. È un segnale di progresso, non di debolezza.


Intervistatore: In chiusura, c'è un messaggio che vorrebbe lanciare agli adulti che leggono questa intervista?

Dott. Bruno: Sì, vorrei invitare tutti a riflettere sul fatto che il nostro comportamento con i giovani ha un impatto profondo e duraturo. Se vogliamo costruire una società più giusta e armoniosa, dobbiamo prima essere noi adulti a dare l'esempio, creando un ambiente accogliente, rispettoso e stimolante. Solo così i giovani potranno crescere con fiducia e diventare adulti consapevoli e responsabili.

 

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