"Ovunque Sarai" (racconto) Antonio Bruno OVUNQUE SARAI
"Ovunque Sarai"
Non aver paura del domani. Me lo ripeto spesso, sai? È come un mantra che provo a far mio, ma a volte sembra quasi che sia il domani a spaventarmi meno del presente. Perché oggi è il giorno che mi faceva paura ieri, quello in cui avrei voluto dirti che mi piaci, ma poi mi sono fermato. Le parole, quelle giuste, non sono mai arrivate. Sono rimaste sospese, tra l’aria e il silenzio, proprio lì, dove il tuo sguardo incrociava il mio.
Sai cosa c’è? Ho capito che tu, in fondo, lo sai già. Me l’hai fatto capire, in quei gesti semplici che solo una donna come te sa fare. Non servono parole, vero? Ma io aspetto ancora quel riconoscimento, come se avessi bisogno di un segnale, di un apprezzamento che mi confermi che, sì, io uomo e tu donna, stiamo percorrendo lo stesso cammino. E mentre aspetto, ti immagino. Ti immagino sempre.
Lì, dove le luci brillano forti, è vero, le ombre sono più oscure. E a volte mi sembra di essere un po’ in quella zona d’ombra. Però, quando vedo che metti un like alle mie foto, ai miei post, mi si apre un piccolo spiraglio di luce. È banale, lo so. Ma è così. E talvolta penso che il paradiso, per me, potrebbe essere semplicemente questo: vedere i tuoi mi piace, continuamente, senza fine.
Eravamo insieme. E in quei momenti, tutto il resto del tempo non esisteva. Il lavoro, le scadenze, le cose da fare… tutto si dissolveva in un attimo. Come se fossimo in una bolla, solo io e te, con il mondo fuori che non ci toccava. Quell’attimo di pace, di pienezza.
E poi mi ricordo chi sono, o meglio, chi non sono. Non sono niente. Non sarò mai niente, forse. Non posso nemmeno desiderare di essere qualcosa, se non per te. Eppure, nonostante questo, dentro di me ci sono tutti i sogni del mondo. Sogni che si intrecciano con la tua immagine, con quello che potremmo essere. Sogni che mi tengono sveglio la notte e mi fanno sorridere al pensiero che, da qualche parte, anche tu forse stai pensando a me.
Ma c’è una cosa che mi manca da dirti, una parola che non ho mai pronunciato abbastanza. “Grazie”. Una parola semplice, eppure così potente. Grazie perché ci sei. Grazie per i piccoli gesti, per i silenzi condivisi, per il modo in cui mi guardi. Grazie perché, anche se non lo dici, so che qualcosa c’è, tra di noi. Pronuncio questa parola nella mia mente, la sento nel cuore, la griderei dai tetti, se potessi.
Da oggi in poi, porterò sempre con me questa consapevolezza: che l’amore, quello vero, non ha bisogno di essere visto per essere sentito. Come il vento, che non puoi vedere, ma che senti sulla pelle ovunque tu vada. Ovunque sarai, io ci sarò. E questo mi basta. Questo ci basta.
Antonio Bruno
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