Intervista al Dott. Antonio Bruno: Il Legame tra Logica, Emozione e Conflitti Ideologici
Intervista al Dott. Antonio Bruno: Il Legame tra Logica, Emozione e Conflitti Ideologici
Intervistatore: Buongiorno, Dottor Bruno, grazie per essere qui con
noi oggi. Vorrei iniziare chiedendole di chiarire un concetto che ha espresso in
un suo ultimo scritto. Lei distingue due tipi di discussioni: quelle logiche e
quelle ideologiche. Può spiegare meglio questa distinzione?
Dott. Antonio Bruno: Certamente. Ci sono discussioni che si
basano su disaccordi logici, e in questi casi, il conflitto si risolve
facilmente. Se qualcuno sbaglia su un fatto o su un'operazione logica, come nel
caso di un errore di calcolo – per esempio se dico che due per due fa cinque –
l'altro può correggermi mostrando come funziona realmente la moltiplicazione.
In questo caso, io potrei sentirmi imbarazzato o forse nemmeno questo. Il
disaccordo non è mai fonte di rabbia, perché tutti accettiamo le stesse
premesse logiche e operiamo nello stesso sistema di coerenze. In sostanza, è un
errore che può essere corretto senza grosse conseguenze emotive.
Intervistatore: Interessante. Ma lei sottolinea che ci sono anche
discussioni che scatenano emozioni forti. Quali sono queste discussioni e cosa
le rende così diverse?
Dott. Antonio Bruno: Le discussioni ideologiche o
esistenziali sono di natura molto diversa. Qui non si discute semplicemente di
errori logici, ma delle premesse fondamentali che ogni persona accetta a priori
e che sono alla base della propria visione del mondo. Quando queste premesse
fondamentali vengono messe in discussione, le persone non reagiscono più solo a
livello razionale, ma si sentono minacciate a livello emotivo. Questo perché queste
premesse non sono scelte con la logica, ma con l'emozione, e fanno parte della
loro identità profonda. Un disaccordo su queste premesse è percepito come una
minaccia esistenziale, che colpisce la coerenza del loro pensiero e della loro
vita.
Intervistatore: Quindi, quando si discute di ideologie o religioni,
come la guerra in Irlanda del Nord o quella tra Islam e Occidente, non c’è una
soluzione logica possibile?
Dott. Antonio Bruno: Esattamente. I disaccordi ideologici
nascono da premesse fondamentali incompatibili tra loro. Se due gruppi o
individui accettano premesse diverse, non potranno mai risolvere il loro
conflitto allo stesso livello logico, perché difendono sistemi coerenti ma
opposti. Prenda l'esempio dell'Irlanda del Nord: cattolici e protestanti si trovano
a difendere sistemi di credenze che, sebbene razionalmente coerenti al loro
interno, si escludono a vicenda. Qui non basta sedersi e discutere, perché
entrambi difendono premesse che considerano sacre. Una soluzione richiederebbe
un cambiamento radicale, come accennavo metaforicamente con l'immagine dello
"scarafaggio".
Intervistatore: A proposito dello scarafaggio, questa è un'immagine
curiosa. Cosa intende esattamente con questa metafora?
Dott. Antonio Bruno: Lo scarafaggio rappresenta il
movimento tra spazi diversi, una sorta di mutamento continuo che non si ferma
mai in un punto fisso. Allo stesso modo, per risolvere conflitti ideologici, è
necessario un cambiamento di prospettiva che porti i contendenti fuori dalle
loro premesse originarie. Non basta dialogare dalle proprie posizioni, perché
queste sono inconciliabili. Bisogna spostarsi in un nuovo spazio di rispetto
reciproco, in cui non ci si limiti a difendere i propri sistemi di pensiero, ma
si comprenda l’emotività alla base di queste premesse.
Intervistatore: Quindi, il dialogo razionale non è sufficiente per
risolvere questi conflitti? Qual è, secondo lei, il ruolo dell’emotività in
questo contesto?
Dott. Antonio Bruno: L’essere umano è un intreccio
complesso di razionale ed emotivo. Spesso tendiamo a vivere i nostri argomenti
razionali dimenticando le emozioni su cui si basano, perché pensiamo che
ammettere una base emotiva possa ridurre la nostra razionalità. Ma in realtà,
il razionale non esiste senza l’emotivo. Le premesse fondamentali su cui
costruiamo i nostri sistemi logici e razionali sono accettate emotivamente, a
priori. Questo significa che non possiamo risolvere conflitti ideologici
fingendo di basarci solo sulla logica. Il riconoscimento dell'emotività alla
base delle nostre premesse è fondamentale per comprendere davvero l’altro.
Intervistatore: Questo porta a un punto cruciale. Lei ritiene che
la base emotiva del razionale sia una limitazione per il nostro pensiero?
Dott. Antonio Bruno: No, non credo che sia una limitazione,
anzi. La base emotiva del razionale non è un ostacolo, ma una realtà
inevitabile dell’essere umano. Più comprendiamo questo intreccio tra razionale
ed emotivo, più possiamo avvicinarci a una comunicazione autentica. Negare
l’emotività significa non riconoscere l’essenza di ciò che siamo. Il vero
problema nasce quando cerchiamo di nascondere o sopprimere le emozioni dietro
un'apparente razionalità assoluta. Solo riconoscendo l’importanza delle
emozioni possiamo costruire un dialogo più profondo e rispettoso.
Intervistatore: Grazie per queste riflessioni, Dottor Bruno. È
stato davvero illuminante.
Dott. Antonio Bruno: Grazie a lei, è stato un piacere.
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