Intervista al Dott. Antonio Bruno sull'adulazione "malattia mortale della leadership"

Intervista al Dott. Antonio Bruno sull'adulazione "malattia mortale della leadership"



Intervistatore: Dott. Bruno, in alcuni suoi scritti lei affronta il tema dell'adulazione all'interno dei circoli di potere. Potrebbe spiegare perché considera l'adulazione una "malattia mortale della leadership"?


Dott. Antonio Bruno: Certamente. L'adulazione rappresenta una delle minacce più pericolose per qualsiasi leader perché genera un ambiente in cui la verità viene distorta e le critiche costruttive vengono soffocate. Come ho illustrato nei miei scritti, l'adulazione crea un circolo vizioso: i leader finiscono per circondarsi di persone che non solo evitano di contraddire le loro idee, ma che addirittura alimentano un senso di autocompiacimento. Questo non solo impedisce una visione critica della realtà, ma può portare a decisioni errate e, in ultima analisi, al declino della leadership stessa.


Intervistatore: Nel Giulio Cesare di Shakespeare si può osservare la preferenza dei leader per persone che "non pensano troppo". Perché questa scelta?


Dott. Antonio Bruno: Shakespeare descrive Cesare che preferisce circondarsi di persone "grasse", simbolo di appagamento e tranquillità, rispetto a persone come Cassio, che sono magre, riflessive, e quindi pericolose perché critiche. Questa metafora rappresenta bene una tendenza comune in molte leadership: la preferenza per collaboratori che non pongono domande scomode o non mettono in discussione lo status quo. In altre parole, si preferisce un ambiente di apparente stabilità e lealtà piuttosto che uno in cui si rischia di essere sfidati. Tuttavia questo tipo di ambiente può rivelarsi estremamente dannoso.


Intervistatore: Si sente parlare spesso di “cerchi magici” intorno ai leader. Come definirebbe questi cerchi e quali sono i loro pericoli?


Dott. Antonio Bruno: I "cerchi magici" sono gruppi ristretti di persone che gravitano intorno al leader e che tendono ad avere una relazione privilegiata con lui o lei. Questi cerchi sono spesso composti da consiglieri fidati, familiari o amici, e diventano il filtro attraverso cui il leader riceve informazioni e feedback. Il problema è che tali gruppi possono diventare facilmente omogenei nel loro pensiero, creando un effetto eco che rafforza soltanto le convinzioni del leader e non gli fornisce una visione realistica o critica della situazione. Questo rischio è esacerbato dall'adulazione, che rafforza l'illusione che il leader sia infallibile.


Intervistatore: Ha citato Dante, mettendo in parallelo l'adulazione con la condanna all'Inferno. Qual è il significato di questa associazione?


Dott. Antonio Bruno: Dante colloca gli adulatori nella seconda Malebolgia dell’Inferno, immersi nello sterco fino al busto, una punizione che simboleggia la sporcizia morale della loro condotta. Questa scelta evidenzia come l'adulazione sia vista come un atto non solo di viltà, ma anche di grande corruzione morale, capace di avvelenare le relazioni umane e distruggere la fiducia. Nel contesto della leadership, questo comportamento è letale perché crea una base di falsità su cui vengono costruite le decisioni, allontanando il leader dalla realtà e dal bene comune.


Intervistatore: Lei affronta anche il tema del familismo nelle corti di potere. In che modo la presenza di familiari influenza la qualità delle decisioni e la gestione del potere?


Dott. Antonio Bruno: Il familismo rappresenta un problema perché può introdurre dinamiche di favoritismo, conflitti di interesse e mancanza di trasparenza. La presenza di familiari in posizioni chiave all'interno dello staff di un leader può creare rivalità, invidie e sospetti, portando a una disfunzione dell’intera macchina del potere. Cì stata la Casa Bianca di Trump, ma fenomeni simili si sono verificati in diverse epoche storiche, anche durante l'amministrazione Kennedy. Il problema è che quando la fiducia si basa su legami di sangue piuttosto che su competenze e meriti, si rischia di compromettere la qualità del processo decisionale.


Intervistatore: Ha menzionato che il pensiero unico è "il veleno che intossica qualsiasi leadership". Come possono i leader evitare questo rischio?


Dott. Antonio Bruno: Evitare il pensiero unico richiede un'apertura consapevole a opinioni diverse e una cultura del feedback autentica. I leader dovrebbero promuovere un ambiente in cui la critica costruttiva non solo è tollerata, ma incoraggiata. Questo implica scegliere collaboratori non solo in base alla loro lealtà, ma anche in base alla loro capacità di fornire una prospettiva diversa e di sfidare il leader quando necessario. Inoltre, è fondamentale per un leader sviluppare l'autoconsapevolezza e la capacità di ascoltare realmente, mettendo da parte l'ego per il bene comune.


Intervistatore: In conclusione, quale messaggio principale vorrebbe lasciare ai leader di oggi?


Dott. Antonio Bruno: Il messaggio principale è che la leadership autentica si costruisce sulla base della verità, del coraggio e della capacità di accettare critiche. Circondarsi di persone che dicono solo ciò che si vuole sentire è una forma di debolezza, non di forza. La vera leadership si manifesta nella capacità di fare i conti con la realtà, di adattarsi e di crescere grazie alle sfide e alle critiche. Solo così si può guidare con efficacia e integrità.

Commenti

Post popolari in questo blog

MESCIU ANTONIU LETTERE MEJU CU LU TIENI COMU AMICU...

Gli esami di Stato del 1976

Il pensiero filosofico di Humberto Maturana: l'autopoiesi come fondamento della scienza