Intervista al Dott. Antonio Bruno: "Uomo e donna, uguali e diversi. Una rivoluzione culturale necessaria"

 

Intervista al Dott. Antonio Bruno: "Uomo e donna, uguali e diversi. Una rivoluzione culturale necessaria"


Intervistatore : Dott. Bruno, nei suoi scritti emerge spesso la questione della parità tra uomo e donna. Secondo lei, è stata raggiunta una vera parità umana tra i sessi?

Dott. Antonio Bruno : No, non c'è ancora una vera parità umana. Credo che sia fondamentale affrontare il pensiero razionale, che per certi versi è fascista e violento. Il logos occidentale, su cui si basa gran parte del nostro pensiero, non è in grado di comprendere una verità fondamentale: la donna propone insieme un'uguaglianza e una differenza che non può essere concepita dal pensiero razionale. La donna è uguale all'uomo, ma anche diversa. Diversa, certo, nel fisico, ma forse anche nel pensiero.

Intervistatore : Questa diversità, che lei sottolinea, come si manifesta e come dovrebbe essere riconosciuta?

Dott. Antonio Bruno : La diversità della donna non è solo fisica, ma anche mentale. Tuttavia, la nostra cultura ha promosso solo un tipo di pensiero: quello della coscienza, supportato dalla religione, che ha contribuito a creare un mondo dove esiste solo il pensiero razionale. Ma l'essere umano non si limita a questo. Dobbiamo andare più a fondo, all'origine di un pensiero che non deriva dal cielo o dalle astrazioni, ma dalla realtà biologica. Al momento della nascita, non esiste differenza tra maschio e femmina dal punto di vista anatomofisiologico. La differenziazione avviene solo in seguito.

Intervistatore : Quindi, secondo lei, le future generazioni dovrebbero affrontare la questione del rapporto uomo-donna in modo diverso?

Dott. Antonio Bruno : Assolutamente sì. Le future generazioni dovranno avere l'opportunità di affrontare il rapporto uomo-donna al di là delle relazioni sociali e delle identità professionali. Non dovrebbe esserci differenza tra un medico e una "medichessa", per esempio. Ci dovrebbe essere solo il medico bravo o quello incompetente. La vera sfida è capire come realizzare una sessualità umana che non sia puramente animale, non sia semplice fecondazione come sostiene la cultura cattolica.

Intervistatore : Lei parla di una "rivoluzione culturale". In cosa dovrebbe consistere, esattamente?

Dott. Antonio Bruno : La rivoluzione culturale di cui parlare consiste nel riconoscere la donna come essere umano a tutti gli effetti, uguale e diversa dall'uomo. Dobbiamo cambiare una cultura che non la riconosce per il suo valore intrinseco, che continua a vedere la differenza di genere solo come una questione di potere. Per questo insisto sempre sul concetto di “uguale e diversa”. Questa diversità è ciò che spinge, in molti casi, l'uomo a commettere atti estremi, come l'omicidio.

Intervistatore : Si riferisce alla violenza di genere, purtroppo ancora oggi un tema di tragica attualità?

Dott. Antonio Bruno : Esattamente. L'uomo uccide non per interesse economico, ma perché gli viene lesa la sua identità maschile razionale. Se una donna si allontana da un rapporto o sceglie un altro amore, l'uomo, che si percepisce come padrone assoluto, reagisce con violenza. Questo accade perché, nella sua mente, la sua identità viene compromessa. Per me questa è una malattia mentale. La violenza mafiosa, ad esempio, è basata sul profitto, mentre la violenza di genere è legata a una perdita d'identità, a un ritorno a quell'inconscio primordiale fatto di immagini senza parole, un mondo che risale al primo anno di vita.

Intervistatore : In conclusione, quale crede sia il passo più importante da compiere per migliorare la comprensione e il rispetto reciproco tra i sessi?

Dott. Antonio Bruno : Credo che il passo fondamentale sia superare la concezione razionale e patriarcale della realtà. Dobbiamo riconoscere e accettare la complessità della natura umana, dove coesistono l'uguaglianza e la differenza. Solo così potremo costruire una società in cui il rapporto tra uomo e donna non sia più basato sul dominio e sul controllo, ma su un'autentica comprensione reciproca.

 

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