Intervista al Dott. Antonio Bruno: La biologia della fiducia e vicinanza

 Intervista al Dott. Antonio Bruno: La biologia della fiducia e vicinanza


Dott. Bruno, nel suo studio parla di fiducia, vicinanza e cooperazione come elementi centrali nella vita umana. Può spiegarci meglio il ruolo della fiducia e della vicinanza nella nostra esistenza quotidiana?

Dott. Antonio Bruno: La fiducia e la vicinanza sono fondamentali per la costruzione dell'intimità, che è la base del fare le cose insieme per il semplice piacere di farle con un altro. Questo è ciò che definisce la cooperazione. Quando due persone cooperano, non lo fanno solo per raggiungere uno scopo pratico, ma spesso per il piacere di condividere un'esperienza. La fiducia reciproca permette di accettarsi pienamente, senza manipolazioni o secondi fini. Questo tipo di relazione nasce, a livello evolutivo, dal rapporto madre-figlio e si espande grazie alla neotenia, che caratterizza il nostro lignaggio umano.

Che cos'è esattamente la neotenia e come influenza la nostra capacità di amare e cooperare?

Dott. Antonio Bruno: La neotenia è il processo evolutivo per cui alcune caratteristiche dell'infanzia vengono conservate nell'età adulta. In noi esseri umani, questo significa che le dinamiche relazionali che vediamo tra madre e figlio si estendono anche alle relazioni adulte. La capacità di amare, di essere aperti e fiduciosi verso l'altro, di cooperare senza dominare, sono tutte caratteristiche che derivano da questo processo. In altre parole, la nostra evoluzione ha fatto sì che siamo "bambini" anche da adulti in alcuni aspetti, come la cura, la tenerezza e la ricerca di intimità.

Nel suo scritto parla di una trasformazione della sessualità femminile nel corso dell'evoluzione umana. Qual è il significato di questa trasformazione?

Dott. Antonio Bruno: La sessualità umana, specialmente quella femminile, ha subito un'importante espansione rispetto a quella di altri animali. In origine, il desiderio femminile era limitato a brevi periodi legati alla riproduzione. Nel nostro lignaggio, però, la sessualità è diventata continua e slegata dalla riproduzione. Questo ha permesso una nuova forma di intimità e piacere, che non era solo legata al concepimento, ma anche al godimento del corpo e alla costruzione di relazioni stabili. Questo spazio di intimità e vicinanza ha contribuito alla cooperazione e alla stabilità delle relazioni interpersonali, favorendo anche l'emergere del linguaggio come strumento di coordinamento e comunicazione.

Quindi, secondo lei, l'espansione della sessualità ha avuto un ruolo chiave nell'evoluzione del linguaggio?

Dott. Antonio Bruno: Sì, è così. La sessualità, intesa non solo come rapporto sessuale ma come accettazione del corpo dell'altro in un contesto di fiducia e intimità, ha creato un ambiente favorevole alla cooperazione. In questo contesto, il linguaggio ha potuto emergere e stabilizzarsi come modo di coordinare azioni e vivere insieme. È difficile immaginare che il linguaggio sarebbe potuto svilupparsi in un ambiente di dominio e sottomissione. La continua vicinanza fisica e l'accettazione reciproca hanno fornito la stabilità necessaria affinché il linguaggio diventasse uno strumento di vita quotidiana.

Parlando di cooperazione, lei descrive un contesto di amore e fiducia che esclude la competizione e il controllo. In che modo questo concetto si applica alla vita moderna?

Dott. Antonio Bruno: La cooperazione, intesa come fare le cose insieme per un piacere comune, crea uno spazio relazionale completamente diverso rispetto a quello della competizione. Nella cooperazione non ci sono richieste o pressioni, ma libertà e accettazione reciproca. In una società moderna, spesso dominata da dinamiche di controllo e competizione, recuperare la cooperazione come valore centrale potrebbe cambiare il modo in cui ci relazioniamo gli uni agli altri, portando a relazioni più sane e un ambiente di crescita condivisa.

Nel suo studio si riferisce anche al comportamento degli scimpanzé e alla loro "politica" di dominazione. In cosa ci differenziamo da loro in termini di evoluzione relazionale?

Dott. Antonio Bruno: Gli scimpanzé sono un ottimo esempio di un lignaggio che ha seguito una strada diversa dalla nostra. In loro, la neotenia non si è sviluppata come in noi, e di conseguenza le dinamiche di dominio e sottomissione sono molto più forti nelle loro relazioni adulte. Per questo motivo, non sono stati in grado di sviluppare quel livello di intimità e cooperazione che ha caratterizzato la nostra specie. La loro "politica", come la chiama Frans de Waal, è basata sulla competizione per il potere, mentre noi, grazie alla nostra evoluzione, abbiamo potuto sviluppare relazioni basate sulla fiducia, l'amore e la cooperazione.

In sintesi, quale messaggio centrale vorrebbe lasciare riguardo alla biologia dell'amore e della cooperazione umana?

Dott. Antonio Bruno: Il messaggio centrale è che l'amore e la cooperazione sono radicati profondamente nella nostra biologia e nella nostra evoluzione. Non sono solo fenomeni culturali, ma il risultato di una lunga storia di trasformazioni che hanno permesso alla nostra specie di sviluppare relazioni basate sulla fiducia, la vicinanza e il piacere del fare insieme. In un mondo che spesso promuove la competizione e l'individualismo, ricordare e valorizzare la nostra predisposizione naturale alla cooperazione potrebbe essere una chiave per costruire una società più armoniosa.


Grazie mille, Dott. Bruno, per averci offerto questa visione affascinante della biologia dell'amore e della cooperazione.

Dott. Antonio Bruno: È stato un piacere, grazie a voi per l'interesse.

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