IL CONFORMISMO DEI MANIPOLI DI CITTADINI IMPEGNATI NELLA GUERRA DELLE ELEZIONI PER LA CONQUISTA O PER LA CONSERVAZIONE DEL POTERE

 

IL CONFORMISMO DEI MANIPOLI DI CITTADINI IMPEGNATI NELLA GUERRA DELLE ELEZIONI PER LA CONQUISTA O PER LA CONSERVAZIONE DEL POTERE

Nadia Urbinati, titolare della cattedra di scienze politiche alla Columbia University di New York, ha scritto un articolo pubblicato sul quotidiano DOMANI oggi 22 agosto 2023 nel quale descrive IL CONFORMISMO DELLE PERSONE CHE APPARTENGONO AI PARTITI POLITICI.

Per la verità la prof.ssa Urbinati fa riferimento esclusivamente al partito dei Fratelli d’Italia, ma dalle mie osservazioni e studi, le astrazioni della Professoressa Urbinati sono estensibile a tutti i cittadini che fanno parte di MANIPOLI DECISI che vogliono conquistare il potere vincendo la guerra delle elezioni.

Io stesso ho potuto toccare con mano nella scorsa estate 2022, in un MOVIMENTO del mio paese San Cesario di Lecce, i comportamenti che qui di seguito esporrò sintetizzati in maniera formidabile dalla prof.ssa Urbinati.

1. In questo MOVIMENTO DI SAN CESARIO vi erano militanti dell'autenticità contro il politicamente corretto coraggiosi nel dire senza peli sulla lingua quel che hanno In testa, contro la vigliacca civility;

2. La colla DI QUESTI CITTADINI DEL MOVIMENTO SANCESARIANO è l’allergia per i diritti, col corollario che l'odio sia da proteggere col diritto, non una passione da limare e contenere come cercano di fare i diritti, che insegnano a distinguere tra rispetto delle persone e condivisione delle loro idee e scelte di vita. Le forme linguistiche che è possibile riscontrare negli scritti dal giugno 2022 all’agosto 2023 di queste persone che sono in questo movimento, facilmente reperibili in rete, ne sono la cornice.

3. L'attacco dei pretoriani DI QUESTO MOVIMENTO SANCESARIANO al «politicamente corretto, merita tutta la nostra attenzione non è folclore. È attacco alla civility (all'urbanità), condizione essenziale delle società democratiche, che sono aperte e plurali; abito che ci protegge dall'intolleranza ispettiva degli altri e dello stato.

4. Secondo i cittadini di questo movimento sancesariano non c'è società ma serraglio, non ci sono cittadini/e ma militanti fondamentalisti (se questi sancesariani leggessero bene Oriana Fallaci scoprirebbero che sono molto simili a quei fondamentalisti islamici che combattono contro le forme dl vita non islamiche).

5. Per questi sancesariani di questo Movimento l'autocontrollo e la dignità è per loro IMPRATICABILE perché, dicono, educa a preferire il quieto vivere alla 'libertà" di dire quel che si pensa nelle forme patriarcali e dirette.

6. Questi sancesariani non sanno che in realtà, l'autocontrollo del modo di esprimere le nostre idee è la condizione affinché la nostra dignità non sia mai calpestata. Non è un invito all'Indifferenza perché non insegna solo ad astenersi dal danneggiare (e le parole sono capaci di danneggiare) ma anche al fare rispettoso. Si inizia col non danneggiare e ci si educa poco a poco al rispetto. È questa la seconda natura delle società liberali.

Buona riflessione

L'EDITORIALE II conformismo alla rovescia della destra più intollerante
NADIA URBINATI politologo
Il gioco delle parti tra destra moderata ed estrema si vede nella questione del diritti. La tensione esplode come i bottoni del doppiopetto troppo stretto col quale la destra postfascista si presenta al mondo liberale la distan-za tra il ministro Guido Cro-setto e i pretoriani Giovanni Donzelli e Galeazzo Bignami sul vademecum illiberale dell'ex-parà Roberto Vannac-ci si misura qui: e mostra l’in-capacità della destra di farsi conservatrice, nonostante i tentativi di Meloni di vende-re questo prodotto all'este-ro. Ma la diplomazia oltre confine non prova nulla. Chi voglia farsi un'idea della de-stra dovrebbe trascorrere qualche giorno in Italia, e magari leggere li bestseller di Vannacci. Intorno al qua-le si sta coagulando una lar-ga alleanza: militanti dell'au-tenticità contro il politica-mente corretto coraggiosi nel dire senza peli sulla lin-gua quel che hanno In testa, contro la vigliacca civility.
La colla è l’allergia per i dirit-ti, col corollario che l'odio sia da proteggere col diritto, non una passione da limare e contenere come cercano di fare i diritti. Che insegnano a distinguere tra rispetto del-le persone e condivisione delle loro idee e scelte di vi-ta. Le forme linguistiche ne sono la cornice.
Ma nel Bel Paese i diritti sono armi con-tundenti in mano a chi ha potere per dare libero sfogo alle passioni primarie: ecco il mito dell'autenticità. Qui si tocca con mano l'inaffida-bilità liberale della destra. L'attacco dei pretoriani al «politicamente corretto. me-rita tutta la nostra attenzio-ne non è folclore. È attacco alla civility (all'urbanità), condizione essenziale delle società democratiche, che so-no aperte e plurali; abito che ci protegge dall'intolleranza ispettiva degli altri e dello stato.
Judith Shklar associava l’ipo-crisia al liberalismo della paura. Senza la quale non c'è società ma serraglio, non ci sono cittadini/e ma militan-ti fondamentalisti (se i preto-riani leggessero bene Oriana Fallaci scoprirebbero che le vomitate di Vannacci sono molto simili a quelle dei fon-damentalisti islamici con-tro le forme dl vita non isla-miche). La virtuosa ipocrisia ci salva dall'autenticità del dire. E il politicamente cor-retto —criticabile se diventa un'autenticità rovesciata —è il galateo delle nostre socie-tà.
L'autocontrollo e la dignità i pretoriani lo criticano per-ché, dicono, educa a preferi-re il quieto vivere alla 'liber-tà" di dire quel che si pensa nelle forme maschie e diret-te. In realtà, l'autocontrollo del modo dl esprimere le no-stre idee è la condizione af-finché la nostra dignità non sia mai calpestata. Non è un invito all'Indifferenza per-ché non insegna solo ad aste-nersi dal danneggiare (e le parole sono capaci di dan-neggiare) ma anche al fare ri-spettoso. Si inizia col non danneggiare e ci si educa po-co a poco al rispetto. È que-sta la seconda natura delle società liberali.
Siamo sicuri che gli autenti-ci che se ne infischiano dell'urbanità siano liberi dal politicamente corretto? L'atteggiamento razzista non è mai un fenomeno iso-lato, e se una persona ha il coraggio di rivelarsi razzista in pubblico è perché sa di po-ter contare sulla simpatia di chi gli sta accanto. il razzista ha un comportamento radi-calmente ipocrita dunque è massimamente conformi-sta se si scoprisse solo in una moltitudine di non raz-zisti, molto probabilmente tacerebbe. Una società governata da persone che sono ipocrite a rovescio cioè convinte di es-sere autentiche, è illiberale intollerante e potenzialmen-te violenta. L'Italia è governa-ta da persone che hanno que-sta cultura.

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