inguaribile ottimismo

 

È colpa mia e del mio inguaribile ottimismo se poi, dopo giornate come quella di ieri, mi trovo nuovamente a essere assalita dallo sconforto e dalla preoccupazione per le sorti di San Cesario.
Eppure, già la scelta del giorno e dell’ora del Consiglio comunale di ieri (lunedì 31 luglio alle 9 del mattino, avete letto bene: 9 del mattino!) avrebbe dovuto mettermi in guardia sulle reali intenzioni della maggioranza Distante che continua a non volere la diretta streaming delle sedute e poi, giusto per impedire ulteriormente la partecipazione dei cittadini, convoca il Consiglio in un giorno e un orario impossibile per chi lavora (certo, fa comodo a chi può prendersi permessi infiniti ed evitare così una giornata di lavoro).
I malpensanti dicono che la scelta sia stata dettata, oltre che dall’insofferenza congenita per la democrazia, dalla necessità di evitare che si venisse a sapere della brutta figura fatta davanti alla Corte dei Conti: la realizzazione della rotatoria sulla Strada provinciale 362 (nei pressi dell’Md, per intenderci) utilizzando gli oneri di urbanizzazione derivati del progetto per la costruzione di un nuovo centro commerciale, da’ luogo a danno erariale. Ha precisato la Corte, inoltre, che il Comune, prima di approvare il Piano urbanistico esecutivo, avrebbe dovuto attendere il pronunciamento della stessa. Invece i nostri amministratori, senza minimamente considerare gli avvertimenti e i suggerimenti miei e dell’altro gruppo di minoranza (che, sin dal mese di novembre, avevamo messo in allarme sui problemi e sul danno erariale che questa operazione avrebbe provocato) sono andati avanti imperterriti, addirittura approvando il piano in tutta fretta. Altro che buon padre di famiglia! Qui c’è solo cinismo, menefreghismo e incapacità.
Nonostante le continue prove della inadeguatezza di questa maggioranza, ho anche ieri provato a salvare la situazione. Con un’articolata e complessa mozione, tutta la minoranza ha chiesto che quelle delibere di consiglio comunale di fatto bocciate dal pronunciamento della Corte dei conti, venissero ritirate in autotutela al fine di evitare un gravissimo danno erariale (oltre 280.000 euro) alle nostre casse comunali.
Secondo voi? Esatto: il Sindaco, con la boria che lo contraddistingue, ha voluto tirare dritto, come quelle macchinine telecomandate che vanno a sbattere sul muro, rimbalzano e tornano a sbattere, almeno finché non esauriscono le batterie o fino a quando chi ha in mano il telecomando non si accorge che si stanno rompendo.
Non una parola dall’Assessore ai lavori pubblici, men che meno dagli altri assessori e consiglieri.
Fatto salvo i capogruppo Totaro che ha voluto liquidare in tutta fretta il “Piano strategico del commercio”: circa 190 pagine mai approfondite nella commissione competente (se non per 10 minuti di discussione) che contiene anche delle norme riferite alle medie strutture di vendita, esattamente quelle che vorrebbero realizzare nel comparto 10. Tutto molto strano. Tutto approvato in fretta e furia, in piena estate, tenendo lontani gli occhi dei cittadini, spacciando il mare torbido per acque limpide. A me pare piuttosto che il puzzle degli interessi che si vogliono tutelare inizi a comporsi.
Nonostante il mio ottimismo, alla fine ho dovuto anche io abbandonare l’aula. Il comune non è “cosa vostra”, Sindaco Distante; non lo dico più solo io, o noi del Cantiere Democratico - San Cesario 2022 (che nell'accozzaglia della vostra compagine non abbiamo voluto entrarci lo scorso anno), o solo le minoranze. Adesso iniziano ad accorgersene gli enti di controllo. Le auguro sonni tranquilli, quelli che fanno i giusti.

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