SOLO SE RIUSCIAMO A VERGOGNARCI POSSIAMO RECUPERARE LA NOSTRA CAPACITÀ DI AGIRE CON RESPONSABILITÀ ETICO-SOCIALE

 

SOLO SE RIUSCIAMO A VERGOGNARCI POSSIAMO RECUPERARE LA NOSTRA CAPACITÀ DI AGIRE CON RESPONSABILITÀ ETICO-SOCIALE

Un manipolo di adolescenti esce alla chetichella da un fast food maltese lasciando uno scoperto di 100 euro. Le onnipresenti telecamere immortalano le loro facce, che finiscono sui giornali debitamente pixellate. Il padre riconosce il figlio in una foto delle riprese della telecamera SI VERGOGNA e contatta il ristoratore per pagare il conto.

Immagino il dialogo tra questo padre e il figlio. Il padre chiede: "Cosa c'è di sbagliato in te, ragazzo, che sei così tranquillo e non mi guardi?" e il figlio risponde "Ho mangiato in un ristorante di Malta e non ho pagato il conto. A questo punto il padre gli dice" Quello che provi, caro figlio, si chiama vergogna, e sono contento che tu la senta perché significa che sapevi cosa dovevi fare e che NON TI È PIACIUTO CHE TU NON L’ABBIA FATTO – voglio dire che TU NON HAI FATTO CIO’ CHE SAPEVI DOVEVI FARE ma questo non ti è piaciuto. La vergogna è l'emozione umana più rivelatrice della vita umana. Noi siamo Homo sapiens-amans amaras perché solo mentre si vive nella possibilità di vivere è preservata la coesistenza sapiens-amans amans. L'homo sapiens-amans amasas non è un’identità genetica, è un modo di vivere nell'amore. È il nostro modo di vivere sapendo che, in ogni momento che viviamo come ambiente umano, in cui gli altri con cui viviamo sono fondamentali per la conservazione del nostro Vivere, e vivere insieme come umani in cui realizziamo la nostra autonomia fondamentale facendo ciò che facciamo sapendo che lo facciamo perché vogliamo farlo.

La vergogna è uno sguardo riflessivo che può variare a seconda della lente attraverso la quale viene vista poiché quando entrano in gioco altri fattori come il denaro, l’orgoglio, l'arroganza, non vediamo più l’altro come persona. È necessario ed urgente che ognuno di noi desideri generare la vergogna che è la risposta naturale a quando viene commesso un atto che è universalmente noto per essere sbagliato

Ed è questa conoscenza che ci permette di scegliere in ogni momento sapendo ciò che scegliamo, ed è questo sapere che sappiamo, che ci porta a provare vergogna quando scegliamo di fare qualcosa che sappiamo che non dovremmo fare perché facendolo ci vergogneremmo perché violiamo il nostro intimo sentimento etico-sociale fondamentale proprio della nostra convivenza biologico-culturale.

E l’intimo sentimento di vergogna appare nel nostro vivere relazionale con gli altri e con noi stessi nascosto in spiegazioni, scuse e teorie che trattiamo come se le nostre azioni fossero giustificate con Validità universale, anche se sappiamo che non lo sono.

Sappiamo che non sto dicendo nulla che sia a conoscenza di tutti, lo diciamo comunque perché vorremmo che non dimenticassimo che vorremmo che la nostra condotta sia eticamente e socialmente appropriata. Ma se mi vergogno per quello che faccio, e se provo vergogna per quello che sono stato, è perché ho agito senza porre limiti alla mia condotta.

La vergogna e la responsabilità sono sguardi riflessivi che impariamo nel vivere con gli altri esseri umani che amiamo e rispettiamo quando viviamo con loro nell'amare e nel rispetto reciproco, impariamo a guardare e vedere i sentimenti intimi da dove facciamo quello che facciamo. Tuttavia, quando mossi dall'ambizione, dall’avidità o dall’arroganza, non vogliamo vedere l’altro o gli altri perché vogliamo intimamente appropriarci di ciò che è in loro possesso, ci sforziamo di inventare teorie che negano l'amore e giustificano la discriminazione nel tentativo di scavalcare la vergogna, perché sappiamo anche che il sapiens-amans amans umano è appreso, realizzato e conservato nella convivenza con gli altri sapiens-amans amans. Questo è il nostro grande tema come esseri umani post-post-postmoderni che si sentono e sono capaci di fare tutto ciò che vogliono, se operano preservando le configurazioni di coerenze sensoriali-lessicali-operative-relazionali che definiscono la realizzazione dell'abitare nel quale vogliamo ciò che vogliamo.

Nel presente storico del nostro vivere siamo immersi in un regno psichico culturale che ci porta a desiderare percorsi ricorsivi di accumulo di ricchezza, di potere, di informazioni o di progresso.

La storia evolutiva degli esseri viventi non è una storia di progresso, è la storia evolutiva del vivere nel benessere. È nella moderna vita biologica-culturale umana che la nozione di progresso appare come argomento politico per giustificare ciò che si desidera nel dominio culturale.

La storia evolutiva umana sapiens-amans amans ha seguito fin dalle sue origini il percorso di conservazione del benessere etico-sociale, che è stato alterato con l'emergere del regno psichico culturale che ci porta a desiderare percorsi ricorsivi di accumulazione di ricchezza, potere e innovazioni tecnologiche ad ogni costo. E il costo è stato quello della generazione della povertà del dolore e della infelicità in maniera così grande che abbiamo generato teorie come quella del progresso per non vederle mentre annulliamo con astruse teorie la nostra vergogna nascondendo in essa la nostra responsabilità umana.

Fino a quando? Solo noi stessi, come generatori della nostra cecità, possiamo recuperare il vedere e cambiare la nostra psiche culturale se siamo in grado di recuperare la nostra vergogna vedendo come facciamo ciò che sappiamo che non dovremmo fare, perché in fondo non vogliamo farlo. Non vogliamo danneggiare altri esseri umani, non vogliamo danneggiare il nostro ambiente, e sappiamo che è solo da quella consapevolezza che non facciamo ciò che sappiamo di dover fare che possiamo recuperare la nostra capacità di agire con responsabilità etico-sociale.

Buona riflessione

Rimetti a noi i nostri debiti
Berlusconi sosteneva che la parola preferita dagli Italiani è «gratis» e quesrestate alcuni selezIonattssimi connazionali in trasferta hanno reso Maggio alla sua intuizione dileguandosi dal ristorante al momento del conto. La li-nea l'ha dettata una delegazione di man-giatoti a ufo in Albania, dove a saldare tt debito è accorsa la sorella di Arianna Me Ioni. cognata di Lollobrigida e compagna di Ciambruno. la scena si è appena ript• tuta a Malta, con al posto della premia un signore di Ragusa a cUl assegnerei il titOI0 di padre dell'anno. Antefatto:
Il padre di uno dei ragasal riconosce le fat-tezze familiari, ma anziché Inorgoglirsi perla bravata del figlio e denunciare il ri-storatore per lesa maestà, gli telefona af. franto, disposto a saldare il conto. risto-ratore considera sufficienti le scuse: più del danno economico, lo aveva Irritato la RnsectiOne dl Caere stato preso per i fon-Ma Ihltro insiste e si impegna a man-dargli Il figlio l'estate prossima perché >a faccia lamare gratis. tl ristoratore si salar-C3 suggerendogli di dem:Avere i io° curo a una aSSOcIaziOne di disabili e It padre sici-liano ne spedisce più del doppio: 25o. Morale della tavoli.? A fare debiti eram-mo già bravi prima, ma adesso stiamo di-ventando bravi anche a pagartL E questa non è una favola, ma una notizia

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