La competizione impedisce l’intervento pubblico e gli investimenti nel sociale

 

La competizione impedisce l’intervento pubblico e gli investimenti nel sociale

EMANUELE FELICE professore ordinario di politica economica presso la Libera università di lingue e comunicazione IULM di Milano, dove insegna Economia della cultura e Storia economica ha scritto un articolo pubblicato dal quotidiano DOMANI di oggi 5 agosto 2023 che prendendo le mosse da possibili interventi TESI A CONSERVARE L’AMBIENTE E IL PAESAGGIO, INDICA UN IMPIANTO ECONOMICO CHE PER I MIEI STUDI E PER LE MIE OSSERVAZIONI RISULTA ESSERE UMANO che possiamo leggere qui di seguito:

“adottare un nuovo impianto economico, di tipo neo-keynesiano, fondato sull'intervento pubblico e sugli investimenti nel sociale, ben lontano dalle fascinazioni neo-liberali”

E’ del tutto evidente che NEPPURE LA SINISTRA HA UTILIZZATO SINO AD OGGI UN IMPIANTO ECONOMICO NEO – KEYNESIANO e tale evidenza è facilmente osservabile proprio da quello che scrive il prof. Felice in quanto IL SUO SCRITTO E’ RIVOLTO ALLA SINISTRA allo scopo di convincere i prescelti di questi partiti.

La sinistra ha sempre contribuito con i suoi governi formati da prescelti post comunisti e post clericali alla affermazione dell'attuale sistema economico che glorifica la competitività tra le persone come un grande valore, un presunto generatore di ricchezza e progresso.

Gli economisti parlano della concorrenza e della sua importanza per il progresso economico, e parlano anche di una sana competizione. Penso che non esista una sana competizione, perché nel momento in cui si accetta l'altro come legittimo altro, ad esempio in una transazione commerciale o in un'azienda che produce qualcosa, nasce la collaborazione.

La competizione penso che abbia a che fare con l'origine della nostra cultura patriarcale.

Ha a che fare con la vita in lotta e l'appropriazione.

Il patriarcato non ha niente a che fare con il maschile.

Ha a che fare con l'emozione dell'appropriazione e dell'esclusione, e ciò sorge, penso, nella storia, con l'origine del pascolo in Asia. Lì appaiono l'appropriazione, l'esclusione dell'altro, la difesa della cosa appropriata, la lotta, gli strumenti della caccia si trasformano in armi, che stanno per essere strumenti di sterminio. Inizia il controllo della sessualità femminile. Viene fuori tutta una serie di cose che, nel lungo periodo, man mano che diventano modi di vita dominanti, conducono in una certa direzione che è la competizione.

Tutto ciò premesso e se accettate questi presupposti, SICCOME I PRESCELTI DELLE SINISTRE PRATICANO LA CULTURA PATRIARCALE ALLO STESSO MODO DEI PRESCELTI DELLE DESTRE il prof. Emanuele Felice dovrebbe rivolgere il suo invito a tutti i prescelti e più in generale a tutti i cittadini italiani.

SENZA IL DESIDERIO DI ABBANDONARE LA NOSTRA CULTURA PATRIARCALE DELLA COMPETIZIONE NON POTRA’ ESSERE ADOTTATO UN NUOVO IMPIANTO ECONOMICO, DI TIPO NEO-KEYNESIANO, FONDATO SULL'INTERVENTO PUBBLICO E SUGLI INVESTIMENTI NEL SOCIALE, E CONTINUEREMO A ESSERE IRRETITI DALLE FASCINAZIONI NEO-LIBERALI, CON SERIE DIFFICOLTÀ NELL’OTTENIMENTO DELLA CONSERVAZIONE DEL NOSTRO PAESAGGIO E AMBIENTE.

Buona riflessione

SE LA DESTRA MOLLA IL NEGAZIONISMO
Il coraggio di pensare nuove politiche ambientali di sinistra
EMANUELE FELICE economista
/ a crisi climatica ha raggiunto dimensioni esplosive non c'è più tempo da perdere. Sono i parole, fra gli altri. di Sergio Mattarella Questo è anche quello che ci dice la scienza. da anni. Così come sappiamo che l'Italia è uno dei paesi maggiormente colpiti: per la sua geografia, la densità abitativa i decenni di cementificazione sconsiderata. Eppure, fin qui la destra ha preferito voltarsi dall'altra parte. Ha addirittura cavalcato il negazionismo climatico, come testimoniano le dichiarazioni di diversi suoi leader, forse sperando di ricavarne un dividendo elettorale. Ancora a metà luglio Giorgia Meloni attaccava frontalmente gli ambientalisti, tacciati di «fanatismo ultra-ecologista». e preferiva parlare di «maltempo» più che di crisi climatica E non solo. Contro gli atti dimostrativi (certo illegali) di Ultima Generazione sono stati adottati provvedimenti durissimi, come se il problema fosse chi si mobilita per una giusta causa pur se con metodi discutibili. Se il dito indica la luna, lo sciocco guarda il dito. Ora, la novità delle ultime settimane è che, forse anche la destra sta cominciando a capire la gravità della situazione Meglio tardi che mai Ma se la conversione è sincera questa obbliga a una riflessione anche il centro-sinistra. Tale è stato il vuoto lasciato a destra sull'ambiente. infatti, che questultimo ha potuto fare tutte le parti in causa Ha cioè attuato anche quelle politiche ambientali che andavano a favore dei più ricchi (come il superbonus introdotto dal Conte II e ampliato con il governo Draghi) o che facevano ricadere i costi della riconversione sui più deboli (si pensi che in Francia proprio l'aumento delle tasse sui carburanti ha innescato la protesta dei gilet gialli). Ebbene
bisogna cominciare a dire che le politiche ambientali non sono tutte uguali. E lo schieramento progressista non deve accontentarsi di una politica ambientale quale che sia come ha fatto finora (quando va bene). Ma deve battersi per politiche ambientali coerenti con la sua storia e con la sua visione sfidando su questo la destra deve cioè portare avanti investimenti e misure volti soprattutto alla protezione dei più deboli. Che cosa vuol dire in concreto? Ad esempio, riqualificare la nostra edilizia con un piano di investimenti che vada a favore anche degli affittuari. e a partire dalle case di fascia più bassa e con l'edilizia pubblica E investimenti ambiziosi nella mobilità sostenibile e nella cura del territorio. Con tutto quello che comporta più spesa. certo, e il potenziamento e la ristrutturazione della nostra amministrazione E poi, incentivi alle rinnovabili e all'elettrico modulati in base alle fasce di reddito (con percentuali crescenti peri redditi più bassi). E ancora assegnare alle nostre imprese pubbliche sia nazionali che locali, che operano nell'energia e nell'ambiente, la missione strategica di guidare la riconversione ecologica Tutto questo significa per il centro-sinistra. adottare un nuovo impianto economico, di tipo neo-keynesiano, fondato sull'intervento pubblico e sugli investimenti nel sociale, ben lontano dalle fascinazioni neo-liberali E battersi perché anche l'Europa percorra questa strada vuole dire avere il coraggio di pensare, proporre e attuare per davvero, un nuovo modello di sviluppo e di società. Rendere la conversione ecologica socialmente sostenibile è, peraltro, anche il modo per renderla popolare, quindi è l'unica maniera alla fin fine di renderla possibile. RIPRODUZIONE RISERVALA
Renderete conversione ecologica socialmente sostenibile è anche il modo per renderla popolare dammela sola maniera di renderla possibile

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