A San Cesario desideriamo con la conversazione affrontare i conflitti ottenendo un modo pacifico ed efficace per risolverli.

 

A San Cesario desideriamo con la conversazione affrontare i conflitti ottenendo un modo pacifico ed efficace per risolverli.

di Antonio Bruno

La questione della politica sancesariana che diventa una guerra, con accuse e processi sommari di piazza è una delle conseguenze della lotta per la conquista del potere.

Possiamo desiderare di abbandonare la cultura che fa accadere tutto questo.

Anche a San Cesario di Lecce abbiamo fatto le elezioni comunali, che in funzione della legge elettorale hanno determinato il risultato per cui la responsabilità del Municipio va al Sindaco Giuseppe Distante e a dodici nostre concittadine e concittadini Consiglieri Comunali. Adesso io insieme alle concittadine e concittadini del Movimento Cantiere Democratico, che nelle elezioni comunali abbiamo proposto un progetto per lo sviluppo sociale, economico e culturale della nostra Comunità, dobbiamo collaborare con il Sindaco Giuseppe Distante ed i 12 consiglieri Comunali, nell'interesse generale della nostra Comunità. Questa è la cultura materna, della collaborazione, inclusiva e gentile. Certi toni violenti da bande di Ultras non sono comportamenti adeguati alla amministrazione e gestione dei beni comuni di cui siamo anche noi comproprietari. Un comproprietario di una Masseria, non si disinteressa dei suoi beni sol perché la maggioranza della famiglia ha scelto, per la gestione della Masseria di proprietà, un MASSARO che non era quello che voleva lui.

Noi dobbiamo essere consapevoli che viviamo nel mondo che creiamo con le nostre conversazioni. Per questo spesso ci manca il potere e la forza della parola, essenziali nelle conversazioni su idee che perseguono il bene, generano cambiamenti positivi e promuovono la solidarietà.

Al contrario, usiamo il potere delle parole per squalificare coloro che la pensano diversamente da noi, lo usiamo per nascondere le nostre debolezze o allo scopo di imbavagliare le nostre coscienze.

Noi di San Cesario saremmo una Comunità diversa se fossimo più attenti a esprimere i nostri sentimenti, le nostre passioni, i nostri scopi e i nostri interessi nelle nostre conversazioni.

Se nell'interrelazione di causa ed effetto «il battito d'ali di una farfalla a Hong Kong può scatenare una tempesta a New York», è percepibile che il linguaggio aggressivo e talvolta bugiardo può aumentare l'odio nella nostra Comunità sancesariana e incoraggiare la violenza.

La parola è essenziale per la politica, per gli opinion maker e per i media. Siamo abituati al suo uso improprio, a causa del desiderio di agire istintivamente a seconda della nostra emotività prima di mettere in atto la nostra capacità riflessiva, una circostanza negativa con un effetto maggiore, poiché la maggioranza della popolazione sancesariana non utilizza la capacità che ha di riflettere al fine di svolgere analisi giudiziose da cui dovrebbero scaturire i propri desideri sugli aspetti di politica ed economia che la riguardano. Molte volte per pigrizia, abitudine o convenienza il sancesariano si limita a seguire, a priori, la posizione del politico locale di sua scelta, che ha toccato le sue emozioni e castrato la sua capacità riflessiva.

Di fronte a questa prospettiva destabilizzante, si pone la mia visione che mi piace definire come una fase di crescita post-traumatica. Se riusciamo a creare circoli e reti di conversazione collaborativa, riflessiva e generativa, con la possibilità di una frequentazione che non costringa a schierarsi con nessun politico locale, che rispetti l’indipendenza, che sia centro di divulgazione di informazioni veritiere e di una solida riflessione, possiamo promuovere un cambiamento psicologico positivo, superare gli effetti della guerra che è stata la campagna elettorale comunale, aumentare il rispetto per la vita e costruire nuove opportunità e muoverci verso una democrazia deliberativa.

Si tratta di comprendere la crisi in cui ci troviamo e giustificarla nei termini di Bertolt Brecht: la crisi è tanto più profonda quando si verifica che il vecchio non finisce di morire e il nuovo non finisce di nascere. Questa è una fase in cui i vecchi come me e i bambini, giovani e adulti come voi possono desiderare di avere una convivenza sociale per decidere quello che desideriamo conservare a San Cesario di Lecce.

Ciò che è vecchio sono gli ultimi 50 anni di assurda competizione velleitaria tra sancesariano e sancesariano, ciò che è nuovo è la prospettiva di una collaborazione tra tutti i sancesariani per ottenere maggiore equità e giustizia.

Non continuiamo ad usare la forza delle parole per alimentare violenza, odio e vendetta. Rendiamo i conflitti che sorgono a causa della differenza di interessi, un fattore di sviluppo e la conversazione un modo pacifico ed efficace per risolverli.

Antonio Bruno

Foto di Nadia Letizia

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