Riflettiamo insieme sulla democrazia a San Cesario di Lecce

 

Riflettiamo insieme sulla democrazia a San Cesario di Lecce

Negli ultimi anni in più interventi ho scritto che il nostro paese San Cesario di Lecce non sta vivendo una democrazia, perché se c'è disonestà intesa che scriviamo e diciamo una cosa avendo l’intenzione di farne un'altra, non può esserci democrazia. Se viviamo intrappolati in visioni ideologiche da cui non è possibile far nascere una conversazione riflessiva non c'è democrazia. Perché esista la democrazia, dobbiamo poter parlare di nuovo per risolvere le nostre difficoltà, alla ricerca di uno scopo comune. Ma questo è molto difficile da raggiungere se continuiamo a funzionare in termini di persone che stanno al governo e persone che stanno all’opposizione, invece di collaborare insieme.

La mia preoccupazione è che sia la vera trasparenza e coerenza tra ciò che si dice e si fa, e che ci sia corrispondenza tra interessi reali e manifesti, in un'etica sociale costruita sulla riflessione e sul dialogo.

Non c'è democrazia se osserviamo la corruzione nelle istituzioni e nei partiti, movimenti e associazioni politiche. La democrazia non è solo un modo di eleggere le autorità attraverso il voto - e non possiamo ridurla a questo - ma un accordo di convivenza nell'onestà, nel reciproco rispetto, nella condotta etica, nella collaborazione e nell'equità sociale.

Mettere in discussione la nostra democrazia, ci porta in profondità per riflettere. A che punto siamo oggi nella nostra convivenza? In tempi in cui le lotte di potere dimenticano la loro responsabilità nei confronti della società e il danno o l'effetto causato dall'attaccare l'avversario per ottenere un sostegno più rumoroso o voti circostanziali vale di più, senza pensare al danno arrecato al Paese. Per recuperare una convivenza onestamente democratica, la domanda che tutte le sancesariane e sancesariani di qualsiasi etnia o partito politico devono porsi e rispondere seriamente, soprattutto in questi momenti storici, è vogliamo o vogliamo vivere insieme? Vuoi o non vuoi vivere insieme? .

Questa domanda diventa centrale, poiché a San Cesario di Lecce noi del Movimento “Cantiere Democratico” abbiamo avviato un processo per scrivere insieme una nuova convivenza sociale; se vogliamo vivere insieme, dobbiamo aprire uno spazio di riflessione per trovare un ambiente di collaborazione e co-ispirazione nell'onestà, per non continuare a generare solo arricchimento e sottomissione. Se vogliamo raggiungere questo obiettivo, i movimenti, associazioni e partiti politici dovranno cambiare l'asse del loro discorso: non possiamo continuare ad affrontare dolori come la povertà con teorie opposte la cui esistenza nega la riflessione. Qualsiasi conversazione che parta da posizioni di parte sarà cieca, perché difenderemo la teoria con cui ci identifichiamo, piuttosto che guardare agli eventi quotidiani.

Nella vita politica di ogni giorno possiamo scoprire quella mancanza di onestà di cui ho più volte scritto, quando si difendono interessi economici nascosti ed invece li vediamo spacciati come da fare a ogni costo perché si attribuisce loro il fatto di essere coinvolti nello sviluppo economico del nostro Comune; quando si lotta per la dignità umana e il diritto del Movimento in cui collaboriamo a manifestare, ma non negli altri Movimento perché associamo il diritto alla ideologia e diciamo che hanno diritto solo quelli che hanno la nostra stessa ideologia e che invece gli altri non hanno questo diritto; quando chiediamo libertà di espressione, ma la neghiamo agli altri se esprimono opinioni contrarie alle nostre; quando esigiamo che lo Stato si assuma le sue responsabilità con la tutela dell'ordine pubblico e della sicurezza, ma restiamo in silenzio, accettiamo e addirittura applaudiamo coloro che distruggono spazi pubblici e depredano.

Ho più volte scritto e detto che stiamo vivendo una crisi di onestà: ogni volta che dichiariamo un determinato scopo, ma ne abbiamo un altro, siamo disonesti. Se dichiaro di avere una responsabilità sociale e commetto atti contro di essa, allora sono disonesto.

Senza onestà non può esserci democrazia piena, perché non possiamo dialogare o riflettere in modo trasparente.

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