Il paese morto è vivo

 

Calimera: festa dei lampioni organizzata dalla pro loco..

ci lamentiamo che siamo un paese morto (ed è la dura verità)ma è anche vero che, che tanto potremmo fare, so che la a San Cesario c’è la Pro Loco so che sono molto pochi, che magari hanno anche altri impegni ed interessi.. magari c’è gente che potrebbe darvi una mano..sta a voi farvi conoscere, farvi avanti, chiedere un aiuto eventualmente...la gente vuole vivere e per farlo non deve per forza cambiare paese!!!

liberamente adattato da un post di Corinne Marzo su Sei di Cavallino se ..... https://www.facebook.com/100006857976040/videos/765252091166659https://www.facebook.com/100006857976040/videos/765252091166659

  • Pasquale Fortunato
    Nu insistere, nun ci pote essere festa addunca ncete nu muertu.
    La festa ete pe gli ii e nu pe li muerti.
    Se uei cu cullaburi tanne nna manu cullu prechi.
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  • Gianni Spedicato
    Ma siate coerenti volete confrontare Calimera con San Cesario
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  • Alessandro Spedicato
    Ormai da due giorni (senza dire da una vita) leggo solo "paise muertu" dando conferma del fatto che chi lo pronuncia, forse, non esce proprio di casa. Passando ieri alle 23:30 circa la piazza era piena: lo confermano i clienti seduti all'esterno avendo i tavoli tutti occupati e i bambini che giocavano nell'area sormontata dal maestoso Palazzo Marulli il viale della stazione ogni giorno ospita giovani ed adolescenti: non voglio essere esagerato, ma saranno sicuramente quasi tutti i ragazzi di San Cesario considerando il fatto che, muovendosi con un qualsiasi mezzo di trasporto, è come se ti muovessi in auto nel centro storico di Lecce in un classico sabato sera. Il parco in Piazzetta San Filippo Smaldone ospita ogni giorno i bambini più piccoli poiché lo spazio adibito è convertito in parco giochi. Ora io non me le invento le cose, né tantomeno ho bisogno di testimonianze per confermare ciò che dico, semplicemente giro nel paese, guardo chi c'è nel paese e non penso sia solo l'estate a far sbucare queste "anime pie". Cito una cosa detta da Pierluigi Scardino che purtroppo non riesco a taggare ma spero guardi questo commento: un paese non va avanti a pittule, sagre, lanterne mpise all'aria, cazzi e mazzi. Visto che farfugliate solo "paese morto, paese morto, paese morto, dead city (giusto per cambiare sennò decimu sempre le stesse cose)" prendete carta e penna e fate un qualcosa per risvegliare questo paese se proprio lo volete, visto che lo vedete morto, sepolto e puru sprecatu. Sono del parere che, sempre, "il troppo stroppia" e sinceramente da ragazzo di 21 anni che legge queste cose, che sta iniziando a metterci la testa nelle cose quotidiane e "da grande", leggere i vostri commenti mi fa venire solo voglia di scappare via. Non lo faccio perché il mio paese è nel mio cuore e le mie radici sono immerse qui, nel bene e nel male del mio futuro. Poi, se lo vedete morto basta andare via, no? Ci cangia ndefrisca😉
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    • 17 h
    • Antonio Bruno
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      Alessandro Spedicato bellissimo commento. Posso farne un post? Ti chiedo il permesso perchè potrebbe nascere una bella conversazione collaborativa. Grazie per l'attenzione
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      • 17 h
      • Alessandro Spedicato
        Antonio Bruno la ringrazio sig. Bruno ma il mio commento rimane qui, senza collaborazioni e senza niente. Non scrivo e non commento mai, ma in questo caso mi sono sentito chiamato in causa per far parlare chi veramente dovrebbe farlo e vengono sempre messi da parte: noi giovani. Mi fa piacere che le sia piaciuto ma non ho bisogno di views e apprezzamenti: sono solo "voce di uno che grida nel deserto"
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        • 17 h
      • Antonio Bruno
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        Alessandro Spedicato Voglio solo specificare che le parole paese morto per quanto riguarda questo scritto sono prese dal quali da uno scritto che ha fatto una persona di cavallino pubblicando quel video sul sito o gruppo sei di Cavallino se anche in quel caso a cavallino pare che si dica che sia un paese morto
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        • 17 h
      • Alessandro Spedicato
        Antonio Bruno guardi io ho la residenza a San Cesario, pertanto non so cosa fanno a Cavallino, a Lequile, a San Donato tanto quanto a Diso, Giuggianello o Tricase e, ancora tantomeno, non mi sfiora interessarmi di come si vive lì. Ci sarò stato due, tre volte a Cavallino ma di sfuggita e più di due anni fa anche quindi non so come stanno le cose. Prima di pensare agli altri devo, anzi, dobbiamo capire perché è "morto" questo paese (perché diciamocelo chiaramente, è stato detto), poi dopo comprenderemo anche cosa c'è sotto agli altri paesi perché vengano definiti anche loro "morti". Buona giornata
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        • 17 h
      • Antonio Bruno
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        Alessandro Spedicato quando si parla di paese morto è perché non vi sono attività che consentono ai giovani di poter rimanere a lavorare a San Cesario e li costringe ad andare all’estero oppure nel Nord Italia. Non certamente si parla di paese morto rispetto alle iniziative ludiche e di intrattenimento che possono esserci oppure no. La questione del paese morto è una questione molto seria che non può essere liquidata come disincentivante all’attività dei giovani anzi è una questione che proprio i giovani dovrebbero affrontare e su cui dovrebbero riflettere in maniera molto approfondita. Mi auguro che tu proprio in funzione di questo tuo intervento ti ponga il problema del lavoro e della prospettiva occupazionale dei nostri cittadini giovani.
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        • 17 h
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    • Pierluigi Scardino
      Alessandro Spedicato ti rispondo con piacere Alessandro. Quando dicevo quelle cose lo dicevo anche in tono scherzoso. Anche io come te conosco bene il nostro paese, e anche io come te ne sono legato. So bene che è vero quello che dici, che verso la stazione è pieno di ragazzi, che in piazza Smaldone è pieno di bimbi con le loro famiglie ecc. Ma questo il Federico lo chiamava "lento suicidio", dove quel "lento suicidio è chiamato vita". Tutto ciò per quello che è il mio pensiero non ha nulla a che spartire con la Vita, la vita è sempre germoglio per nuove possibilità, per nuovi mondi a venire, per nuovi ribaltamenti culturali e non, invece quello che noto io in questo paese è una desolante staticità, si ci sono gli eventi, c'è la gente in piazza, ci sono due comici sul palco ogni tanto a far fare quattro risate al popolo che le prende da mattina a sera, bene, ma questo è occupare il tempo, distogliere l'attenzione dalle questioni fondamentali. Divertire vuol significare togliere lo sguardo. Ed è solo questa caratteristica che noto nei giovani del nostro paese, divertirsi, togliere lo sguardo. Per poggiare lo sguardo su qualcosa di consistente son dovuto andare nelle Marche, perché qui, dopo i vari incontri che ho avuto con giovani, associazioni, assessori ecc. ho avuto sempre un solo e desolante risultato.
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      • 5 h
    • Michele Lazoi
      Alessandro Spedicato confermo, io rientro da lavoro verso mezzanotte e la piazza è vissuta e popolata

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