IL PARTITO DEI FATTI NOSTRI

 

IL PARTITO DEI FATTI NOSTRI

Massimo Gramellini nella sua rubrica quotidiana sul corriere della sera, dopo aver letto le mail che gli sono arrivate su una sua narrazione della multa inviata a un ciclista di Trento da un vigile etichettato PIGNOLO dallo stesso Gramellini, si meraviglia che quasi tutti erano a favore del VIGILE e che conseguentemente quest’ultimo non era ritenuto in alcun modo PIGNOLO.

Poi altre mail su ciclisti, pedoni, automobilisti, motociclisti, skateboard e chi più ne ha, più ne metta. Così Gramellini conclude la sua rubrica:

“Esiste un unico argomento in grado di metterli d'accordo tutti, pedoni e ciclisti, automobilisti e motociclisti: l'ecumenica repulsione per chi sfreccia in monopattino e in barba a ogni legge, compresa quella di gravità. Resta da capire con chi ce l’abbiano i surfisti del monopattino, forse con gli skateboard. La verità è che ogni italiano fa partito a sé, che poi è come dire che siamo tutti iscritti allo stesso partito, quello dei fatti nostri.”

Ci ho riflettuto perché, questa circostanza sulla circolazione stradale, può essere estesa a ogni circostanza del nostro vivere insieme in quanto cittadini italiani.

La questione è quella delle conversazioni durante le quali si manifesta “l’emergere spontaneo degli accordi”.

La circolazione stradale riguarda tutti i cittadini, al di là del mezzo che utilizzano per circolare sulle strade. Una volta che i concittadini prescelti con le elezioni, sono messi al correte sul disaccordo circa le modalità di circolazione, dovrebbero farsi promotori di una conversazione, tra tutti i cittadini che liberamente vogliono parteciparvi, su come circolare sulle nostre strade.

Oggi c’è la possibilità di farlo sia in presenza, con vere e proprie conversazioni IN PIAZZA che contemporaneamente possono interagire con chi è lontano attraverso i collegamenti da remoto. Attraverso questa pratica DEMOCRATICA finalmente i prescelti CONOSCERANNO le opinioni di ogni cittadino, fase che ha visto protagonista Gramellini che è divenuto consapevole, al punto di sorprendersi, delle opinioni di suoi lettori, ma grazie alla conversazione questa conoscenza diviene condivisa e questa condivisione fa emergere gli accordi.

Conoscere non significa rappresentare il mondo esterno in modo oggettivo, ma piuttosto, è un processo interno e soggettivo che coinvolge l’intero organismo. La conoscenza è sempre una questione di esperienza personale e di interazione con il mondo, piuttosto che un’immagine o una rappresentazione esatta di esso. In altre parole, la conoscenza non è qualcosa che si possiede come un oggetto, ma piuttosto una capacità di vivere e agire nel mondo in modo efficace e appropriato. La conoscenza è quindi un’attività relazionale, in cui il soggetto e l’oggetto sono in costante interazione e co-creazione reciprocamente.

E allora ai prescelti che hanno la responsabilità di FARE RISPETTARE GLI ACCORDI CHE EMERGONO SPONTANEAMETE DALLE CONVERSAZIONI, non resta che promuoverle in ogni modo e per ogni argomento divisivo che dovesse presentarsi durante l’esercizio della loro responsabilità.

Buona riflessione

IL CAFFÈ di Massimo GrameIlini
Il partito degli italiani
Il Caffè di ieri era dedicato alle vicissitudini di un ciclista di Trento, multato da un vigile pignolo e perseguitato da una burocrazia ottusa per avere attraversato le strisce pedonali in assenza di pedoni. Mai mi sarei aspettato che arrivassero così tanti messaggi di solidarietà non al ciclista ma al vigile, firmati da automobilisti che ritengono le biciclette una iattura, le piste ciclabili un castigo divino e i ciclisti una setta di anarchici specializzati nel pedalare contromano. A dire il vero non sono mancate alcune mail di appoggio al ciclista, ma erano scritte tutte da ciclisti: se la prendevano con gli sciagurati pedoni che attraversano la strada con la testa piegata sullo schermo del telefono. Alle critiche a ciclisti e pedoni, qualche sporadico pilota di motorino ha voluto aggiungere quelle agli automobilisti che guidano le macchine come se fossero go-kart, ma appena scatta il semaforo verde rimangono piantati sull'asfalto perché affaccendati a rispondere ai messaggini. Esiste un unico argomento in grado di metterli d'accordo tutti, pedoni e ciclisti, automobilisti e motociclisti: l'ecumenica repulsione per chi sfreccia in monopattino e in barba a ogni legge, compresa quella di gravità. Resta da capire con chi ce l’abbiano i surfisti del monopattino, forse con gli skateboard. La verità è che ogni italiano fa partito a sé, che poi è come dire che siamo tutti iscritti allo stesso partito, quello dei fatti nostri.

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