La teoria dell’autonomia differenziata giustifica la discriminazione dei cittadini del Sud Italia

 

La teoria dell’autonomia differenziata giustifica la discriminazione dei cittadini del Sud Italia

Emanuele Felice professore ordinario di politica economica presso la Libera università di lingue e comunicazione IULM di Milano, dove insegna Economia della cultura e Storia economica ha scritto un articolo pubblicato dal quotidiano DOMANI oggi 15 luglio 2013 in la cui tesi centrale è “garantire a tutti i cittadini italiani gli stessi diritti, a prescindere del luogo in cui sono nati ovvero se siano nati a Lequile (Lecce), dove io nacqui, o a Milano.

Per i miei studi e le mie osservazioni, divenire consapevoli di quanto affermato dal Prof. Felice, ha la conseguenza di mettere in atto comportamenti tali che se oggetto di riflessione portano alla conclusione che questo è l’unico modo per essere UMANI.

Altre volte ho scritto che il fatto stesso di fare delle leggi finalizzate ad ottenere l’uguaglianza dei diritti e delle opportunità SIGNIFICA CHE VIVIAMO LE DISCRIMINAZIONI.

Le discriminazioni hanno come presupposto sempre UNA TEORIA CHE LE GIUSTIFICA. Il Prof. Felice vi fa riferimento quando riferisce della schizofrenia di persone che dicono di volere l’uguaglianza e che invece chiedono l’autonomia differenziata che è LA TEORIA presupposto della loro schizofrenia. La teoria alla base dell’autonomia differenziata è: il terrone che vive di assistenzialismo non può avere dallo Stato italiano le stesse cose del milanese che lavora. E questa teoria la professano i cittadini del Nord, tutti, nessuno escluso!

La storia del nostro Paese è una storia di discriminazione di classe, di lavoro, etnica e razziale. Quindi, ovviamente, questa è anche la nostra storia attuale che ha fatto emergere la teoria che la giustifica, che oggi chiamiamo autonomia differenziata. Ma allo stesso tempo c'è un tentativo di impedire che ciò accada che parte dalla manifestazione nazionale del Pd a Napoli.

Il tema della discriminazione è molto insidioso perché apparteniamo a una cultura discriminatoria. Ogni discriminazione si basa su una teoria che giustifica la negazione dell'altro. La teoria del terrone sfaticato e fannullone, che tira a campare alle spalle del cittadino del Nord che lavora, è quella che giustifica l’autonomia differenziata.

Ogni discriminazione è negazione della legittimità dell'altro. Ed è una negazione dell'amore e della possibilità di amare un'altra persona che si basa su una teoria che giustifica la negazione dell'amore. Tutta la teoria si basa su premesse a priori accettate dall'emozione.

La meccanica funziona così: se rispetto l'altro lo ascolto, se non lo rispetto invento o adotto una teoria che giustifichi il mio non ascolto. Siamo intrappolati in qualche campo culturale e lo facciamo senza rendercene conto.

Ma da dove parte tutto questo? Qual è l'origine di tutta questa crisi? E’ elle teorie economiche, nelle teorie che giustificano la discriminazione. E nella misura in cui, ad esempio, qualcosa viene discusso e concordato, e qualcuno dice “noi, tali, siamo contrari a questo”. Se siamo opposizione, non siamo persone che riflettono. Tutti dobbiamo poter parlare senza dipendere da nessuna teoria e finché ciò non accadrà non risolveremo la nostra crisi che comporta le discriminazioni e soprattutto non vivremo una convivenza democratica.

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