Le donne sono persone, noi invece le percepiamo come DEE PROCREATRICI

 

Le donne sono persone, noi invece le percepiamo come DEE PROCREATRICI

Nadia Urbinati titolare della cattedra di scienze politiche alla Columbia University di New York, ha scritto un articolo pubblicato sul quotidiano DOMANI di oggi 20 luglio 2023, in cui osservando gli accordi tra tutti i governi italiani degli ultimi anni e i paesi del Nord Africa, si chiede se LA PSICHE DEL POTERE possa continuare ad essere agita, così come è avvenuto storicamente, da tutti noi cittadini europei.

Ricordo a me stesso che la psiche del potere, è una psiche della lotta competitiva opportunistica, non è uno sguardo alla qualità del fare, ma all'opportunità, e con quello sguardo all'opportunità arriva la disonestà. Perché è vero che uno deve avere una condotta tempestiva, ma in una competizione l'opportunità è negare l'altro, ed è cieco opportunismo, perché dell'altro CE NE FOTTIAMO. E noi tutti siamo completamente IMMERSI in questo STRAFOTTERCENE.

Se osserviamo i nostri comportamenti, dobbiamo convenire che il famoso detto: “Viene bene la mia tela, schiatti e crepi chi la tesse” è una frase amarissima, perché sottolinea l'egoismo e I ‘ingratitudine, «Che vaga ben la me tela e che crepa chi che la fila». Vada bene la mia tela (vadano bene gli affari miei) e crepi pure chi la fila o Pita filata (cioè chi mi ha procurato quel che mi giova)

Alla prof.ssa Urbinati, sommessamente faccio presente che io non ho evidenze scientifiche e storiche che confermino il presupposto da cui è partita per svolgere tutto il ragionamento del suo scritto ovvero:

“L’Unione Europea è nata con l'ambizione di realizzare l'ideale universalista di difendere la pace attraverso la libertà.”

Sempre alla prof.ssa Urbinati faccio presente che, sempre dalle mie osservazioni e dai miei studi, della sua affermazione:

“La democrazia costituzionale dentro gli stati facilita relazioni tra gli stati basate sul diritto. “

Ed infatti è la stessa prof.ssa Urbinati che ironicamente commenta così:

“Questa non è una favola bella e lo stesso interesse economico vi contribuisce.”

E allora invece di partire dai presupposti della prof.ssa Urbinati, vi propongo di partire dai presupposti da cui parto io, ovvero che gli accordi dei governi italiani con i paesi africani finalizzati a fermare l’immigrazione sono la conseguenza della psiche del potere, che è una psiche della lotta competitiva opportunistica, e allo stesso tempo non è uno sguardo alla qualità del fare, ma all'opportunità, e proprio con quello sguardo all'opportunità è arriva la disonestà di fare accordi con paesi in cui vige la più disumana e spietata delle dittature. Quindi partendo da questo presupposto io vi chiedo di rispondere alla domanda che ha formulato la prof.ssa Urbinati che è la seguente:

Che ne sarà dell'ideale della Pace attraverso la libertà in un Globo iper popolato?

Qui di seguito vi partecipo la risposta che ho dato io:

L'appropriazione, la proprietà privata appare come un atto che impedisce a qualcuno di accedere a qualcosa che gli appartiene in modo naturale. Noi siamo i proprietari dell’Italia, voglio dire noi italiani abbiamo la consapevolezza di essere I PROPRIETARI DEL NOSTRO PAESE. Quali sono le emozioni che comporta la consapevolezza di essere proprietari di qualcosa?

Faccio un esempio. Se vai in campagna e trovi un cartello che dice "proprietà privata", sai che ti viene negato l'accesso a qualcosa che dovrebbe in qualche modo essere a te accessibile in modo naturale. L'appropriazione costituisce una proprietà privata come atto di esclusione dell'altro rispetto a qualcosa che di solito è anche suo.

Il fatto è che il patriarcato come modo di vivere che noi chiamiamo la nostra cultura patriarcale nasce dall'appropriazione.

Quando emerge l'appropriazione, le emozioni quotidiane cambiano e l'inimicizia, la guerra, la sfiducia e controllo, e con queste emozioni abbiamo la credenza secondo cui la procreazione sia un VALORE e conseguentemente che sia legittima la trasformazione delle donne in procreatrici con la negazione di qualsiasi condotta di controllo delle nascite.

Ora le mie osservazioni ed i miei studi mi portano ad affermare che con la credenza secondo cui la procreazione È UN VALORE e con la conseguente negazione di qualsiasi comportamento di controllo delle nascite, sia sorta l'esplosione demografica, sia animale che umana.

Infine con l'esplosione demografica abbiamo la conseguenza del danno ecologico, della povertà e della migrazione che in questi anni abbiamo potuto osservare come uno sfollamento che porta alla guerra di usurpazione, alla pirateria, alla soggezione, all'abuso ed alla schiavitù.

Buona riflessione

L'OCCIDENTE E L'IMMIGRAZIONE
L'Ue delega alle autocrazie la difesa delle sue frontiere
NADIA URBINATI politologa
L’Unione Europea è nata con l'ambizione di realizzare l'ideale universalista di difendere la pace attraverso la libertà. Un'utopia che ha attraversato il pensiero occidentale dall’antichità classica e tu trovato la più compiuta sistemazione morale e giuridica con Immanuel Kant e Hans Kelsem. La democrazia (per Kant il 'governo costituzionale’) ispira relazioni di fiducia e di cooperazione perché è governo della Legge che opera sotto l’occhio vigile e Libero dell’opinione dei cittadini, la politica come rendicontazione. In prospettiva questo debilita i poteri arbitrari e crea una rete di relazioni internazionali nella quale i tiranni saranno meno liberi di esercitare imprunerete il loro potere. La democrazia costituzionale dentro gli stati facilita relazioni tra gli stati basate sul diritto. Questa non è una favola bella e lo stesso interesse economico vi contribuisce.
Probabilmente questa filosofia riposava su un assunto non detto: l’equilibrio demografico. Anzi la sottopopolazione del globo.
Da Locke fino a Kelsen, l'idea era che le risorse del pianeta bastassero comunque per i suoi abitanti.
Con la crescita economica del secondo dopoguerra e la globalizzazione, questo assunto decade.
Che ne sarà dell'ideale della Pace attraversa la libertà in un Globo iper popolato?
Prendiamo il caso dell'immigrazione, che mette sotto stress le ambizioni delle nostre democrazie pronte a fare accordi con paesi non democratici o autoritari al fine di governare i flussi migratori.
È come se le democrazie avessero bisogno di essere circondate da non-democrazie per riuscire a proteggere sé stesse.
Questo e un vulnus della filosofia sulla quale è nata l’Ue.
Nel 2017 il governo a guida Paolo Gentiloni (con il ministro Marco Minniti) siglò accordi con i maggiorenti libici perché si occupassero del 'contrasto all'immigrazione clandestina'. Poi fu la volta del governo tecnico- di Mario Draghi (con il ministro Luigi Di Maio) che fece accordi sia con la Turchia sia con la Libia impegnandosi a finanziare le attività di contenimento dei flussi ai confini sud con il Ciad e il Niger da dove, provenivano i migranti dell’Africa subsahariana. Oggi Giorgia Meloni persegue la stessa politica e fa accordi con la dittatura tunisina: le stesse parole e gli stessi obiettivi dei governi di centro sinistra e tecnici che l‘hanno preceduta.
Chiediamoci se questo tipo di accordi per 'fermare l'immigrazione' sarebbero possibili con paesi democratici.
Non lo sarebbero.
Ciò significa che oggi, l'Unione europea ha quasi bisogno di essere circondata da paesi non democratici che facciano i cani da guardia alle sue frontiere. Si tratta del rovesciamento del principio kantiano, di una svolta verso un’Europa nazionalista con l’ausilio di paesi non democratici.
Possono i democratici accettare il declino dell’ideale universalista?

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