Qualità o opportunità? Questo è il problema

 

Qualità o opportunità? Questo è il problema

Piero Ignazi professore ordinario di Politica comparata dell'Università di Bologna ha scritto un articolo pubblicato dal quotidiano DOMANI di oggi 13 luglio 2023 in cui chiede al concittadino Matteo Renzi, prescelto con le elezioni, di allearsi con Sinistra + Movimento 5 stelle + Calenda PER VINCERE LE PROSSIME ELEZIONI ed essere al governo del nostro Paese.

L’articolo del Prof. Ignazi è legato alla psiche individualista che è la psiche del potere. È una psiche della lotta competitiva opportunistica, non è uno sguardo alla qualità del fare, ma all'opportunità, e con quello sguardo all'opportunità arriva la disonestà. Perché è vero che uno deve avere una condotta tempestiva, ma in una competizione l'opportunità è negare l'altro, ed è cieco opportunismo, perché essendo in competizione non si ha alcun interesse per l'altro. Leggendo l’articolo del Prof. Ignazi possiamo divenire consapevoli che siamo immersi in questi comportamenti.

Competere è voler vincere a tutti i costi, e da lì nasce la violenza, che di fatto è aprire uno spazio e mettere il gomito sull'altro. La violenza si è installata come modo di affrontare i conflitti. Ci ho riflettuto e mi è apparso chiaro che per affrontare i conflitti non utilizziamo più la parola, il discorso. È come se la violenza fosse l'argomento, ed invece siamo tutti consapevoli che la violenza non può essere ammessa in nessuno spazio. La violenza porta altra violenza. Questa violenza applaudente mi stupisce. Siamo esseri umani e ci differenziamo dagli animali perché siamo nati nel linguaggio e abbiamo la condizione fondamentale che è la capacità di riflettere. I dittatori usano la violenza per sottomettere il popolo, ma la violenza non è amica della democrazia o della collaborazione.

La democrazia è più di un sistema politico, è uno stile di vita.

La democrazia è un modo di vivere insieme che si basa sul rispetto reciproco e sul desiderio di stare insieme, facendo quello che si fa, in collaborazione. Se non vogliamo stare insieme, se non ci rispettiamo l'un l'altro, non ci sarà democrazia in nessun caso. Dal momento in cui viviamo in una democrazia e scegliamo di vivere in onestà emergeranno il rispetto reciproco e la collaborazione. Invece noi siamo in competizione, governo e opposizione, siamo in quel gioco che è sempre l'aggressione reciproca. La democrazia non ci può essere, perché non si parla, non si riflette. Se penso che un certo corso seguito da un gruppo, diciamo il governo, non sia appropriato, non dovrei agire in termini di opposizione, ma in termini di collaborazione, e parlare e riflettere.

Propongo di distaccarci dalle ideologie, anche se le ideologie rappresentano i principi a cui aderiscono le persone.

L'ideologia non risolverà un problema, perché l'ideologia è sempre dogmatismo, è come se dicessimo: questi sono i miei principi e quindi non possono essere toccati. Quindi non ascolto mai quelli che non hanno la mia stessa ideologia, perché penso che stiano violando i miei principi.

Invece ciò che è richiesto da tutti noi è che vogliamo vivere onestamente. Insisto, anche se sembra una follia, l'onestà non è il comportamento che si può definire “non imbrogliare”. L’onestà è essere disposti a riflettere quando c'è difficoltà, e se abbiamo opinioni diverse, non crederci padroni della verità e riflettere insieme su cosa stiamo andando a fare. Per questo ci vuole una vera e propria “rivoluzione riflessiva”, perché dobbiamo riflettere su tutte le circostanze in cui c'è disaccordo, essendo consapevoli che, se vogliamo vivere insieme, possiamo sempre raggiungere un accordo.

Io sono fermamente convinto che sia possibile costruire una società basata sull'onestà e sul rispetto reciproco, e spero che il Prof. Ignazi che è un famoso scienziato, insieme a tutti gli studiosi che intervengono nelle conversazioni sui giornali, in Tv e nei dibattiti, comincino a comunicare questo a tutti.

Buona riflessione

SONDAGGI E COALIZIONI
L'opposizione non è morta Ma Renzi decida che fare
PIERO IGNAZI politologo
Un recente sondaggio condotto da Alessandra Ghisleri per La Stampa conferma che la destra non è maggioritaria tra gli elettori. I partiti di governo totalizzano un 44.7% mentre la coalizione formato mini che si è presentata alle elezioni del 2022 (Pd Verdi, e +Europa) arriva, insieme al M5S, al 41.6% Ma se si aggiungono le due formazioni ancora nominalmente all'opposizione, Italia Viva e Azione (circa il 4% ciascuno), e si assegna il 2% di Italexit alla destra, il rapporto si inverte 46.7% a Meloni and company, 49.6% al centro-sinistra allargato. Una cifra vicina al massimo storico del centro sinistra (48.8% toccato nel 2006. Allora la coalizione guidata da Romano Prodi raccolse sotto il suo ombrello una serie variegata di forze politiche molto distanti tra loro, molto di più di quanto fluido siano oggi. Basti pensare che il leader del partito più insofferente ad ogni accordo con gli altri partiti di opposizione è guidato da un ex segretario del Pd. È vero che chi si allontana dalla casa madre spesso ne diventa un acerrimo nemico, e questo è il caso del leader di Italia Viva. Allo stesso tempo, però, Renzi dovrebbe ricordare che fu proprio lui a sostenere a spada tratta contro un riluttante Zingaretti, allora segretario del Pd, la convergenza sui 5Stelle nell'estate del 2019 pur di fermare Salvini. Ora invece, sembra che sia Salvini che Meloni non gli dispiacciano troppo. Quindi, ammesso, e non concesso, che Azione sia disposta ad ingoiare il rospo di una intesa con Conte, solo per una maggiore insofferenza verso la destra rispetto a quella riservata ai pentastellati, rimane da decifrare il posizionamento di Italia Viva. Renzi (insieme a Calenda) ha sostenuto che al centro c’erano delle praterie da conquistare. Se queste considerazioni valevano al momento delle elezioni dello scorso anno a maggior ragione oggi, dopo che la scomparsa di Berlusconi acuisce le difficoltà di Forza Italia e il Pd ha trovato una collocazione sicura a sinistra. La strategia di Renzi poggia su una logica forte. Tuttavia, si scontra con alcune difficoltà. La prima è che il cosiddetto centro è una scatola vuota. Gli elettori preferiscono scelte nette, non posizionamenti mediani. Questo è tanto più vero laddove un sistema riflette una dinamica maggioritaria articolata su coalizioni contrapposte. Il consenso che Italia Viva può raccogliere deve poi essere speso, su un lato o sull'altro del mercato elettorale L'equilibrismo dimostrato fin qui non regge più di tanto Renzi deve scegliere in che ruolo interpretare: stampella meloniana o anima critica dell'opposizione.

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