COLLABORIAMO INVECE DI VINCERE

 

COLLABORIAMO INVECE DI VINCERE

di Antonio Bruno

E adesso partecipiamo ai gruppi di lavoro

La questione che si è dibattuta ieri sera domenica 28 novembre 2021, nel Palazzo Ducale Marulli, è squisitamente culturale. Il primo segnale di desiderio di cambiare cultura è stato evidente con l’invito alla partecipazione fatto a tutte le cittadine ed a tutti cittadini e quindi senza che si fossero operate esclusioni.

Dopo aver ascoltato tutti gli interventi Il mio auspicio e che si formino dei gruppi di lavoro che attraverso le conversazioni collaborative elaborino un progetto Comune per la amministrazione e gestione dei beni comuni di San Cesario di Lecce condiviso da tutte le cittadine e da tutti i cittadini.

La tentazione è quella di seguire i comportamenti che la nostra cultura patriarcale prevede in questi casi ovvero formare un manipolo deciso di donne e uomini che a tutti i costi, costi quel che costi, conquisti IL POTERE.

E’ velleitario sperare di ottenere benessere per tutte le cittadine e per tutti i cittadini attraverso la sostituzione del VECCHIO CAPO o dei VECCHI CAPI con una NUOVA CAPA o UN NUOVO CAPO.

Storicamente dal 1920 al 2021, dopo più di 100 (cento) anni, la nostra cultura patriarcale ha informato i comportamenti di tutti i cittadini che si sono succeduti nell’amministrazione e gestione dei beni comuni di San Cesario di Lecce e non c’è mai stato benessere per tutte le cittadine e tutti i cittadini. Io stesso ho potuto osservare i comportamenti dal 1960 al 2021, quindi degli ultimi 60 anni, prendendo atto che tutti erano informati dal processo DOMINIO/SOTTOMISSIONE che è proprio della nostra cultura patriarcale.

Voglio subito sgombrare il campo dagli equivoci affermando che le cittadine ed i cittadini che mettono in atto la nostra cultura patriarcale sono assolutamente legittimati a farlo, solo che ieri sera erano di meno rispetto alle cittadine ed ai cittadini che desiderano collaborare nell’eguaglianza e condivisione di responsabilità. Basta riascoltare gli interventi e ci si accorgerà che, quelli informati dalla nostra cultura patriarcale, sono di meno rispetto a quelli informati dalla cultura della collaborazione.

Non è nuova per me l’esperienza del Cantiere, solo che nel 1992 si chiamava LABORATORIO. In quel caso non ci fu partecipazione democratica dopo le elezioni.

La nostra cultura patriarcale “FA FINTA” di riconoscere L’UGUAGLIANZA TRA TUTTE LE CITTADINE E TUTTI I CITTADINI mettendo in atto la liturgia delle ASSEMBLEE FINTE, DOVE IL CAPO O I CAPI SI ATTORNIANO DI FOLLE ADORANTI.

Ci ho riflettuto e quella di ieri mi è sembrata l’iniziativa di cittadine e cittadini sinceramente interessati al bene comune e consapevoli di avere la responsabilità di condividere con tutte e tutti le scelte al fine di ottenere il benessere di tutte e tutti.

La seconda tentazione è quella della COMPETIZIONE. Anche questa è derivata dalla nostra cultura patriarcale, ad esempio Benito Mussolini aveva fatto del MOTTO “VINCERE E VINCEREMO” il faro per eccitare le folle deliranti delle sue adunate oceaniche.

Ogni volta che mi viene la tentazione di dire VINCEREMO, mi viene in mente Benito Mussolini e il fascismo, e non lo dico.

Ma c’è da riflettere su questa parola che anche in campo sportivo si coniuga nel dire “VINCERE A OGNI COSTO, COSTI QUEL CHE COSTI”.

Secondo me se userò quella parola non potrò dire di essere nella cultura della collaborazione perché sto escludendo il VINTO o I VINTI e quindi non sono disposto a collaborare.

Ieri sera invece COLLABORARE è stata la parola più usata rispetto alla parola VINCERE e anche questo possiamo osservarlo tutti riascoltando gli interventi.

Io mi rivolgo alle cittadine ed ai cittadini che si sentono di dare un contributo collaborando e spero che in tantissime e tantissimi lo facciano prima prendendo parte ai gruppi di lavoro e poi continuando a farlo sempre in modo attento e attivo.

Antonio Bruno

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