Coppola ci riprova e si candida a sindaco dopo la sfiducia

SAN CESARIO

Francesca PASTORE

A San Cesario di Lecce si re-spira già aria di elezioni am-ministrative. Fernando Cop-pola - il sindaco uscente sfidu-ciato nel mese di settembre scorso in seguito alle dimissio-ni di otto consiglieri. 4 di mag-gioranza e 4 di minoranza - annuncia la sua ricandidatu-ra a sindaco del paese. In occa-sione di una manifestazione pubblica che si svolgerà que-sta mattina alle 11.15 nella sala consiliare del Municipio, nel Palazzo Baronale, in piazza Garibaldi, Coppola presente-rà anche il simbolo della lista. Non solo, l'ex primo cittadino spiegherà le motivazioni che lo hanno spinto a tornare in campo dopo le vicende che hanno provocato lo sciogli-mento del Consiglio a poco più di otto mesi dalla scaden-za naturale del mandato, con-segnando il Comune alla ge-stione commissariale. «In questi quattro anni e mezzo di attività amministra-tiva - dichiara Coppola - ab-biamo affrontato diverse sfide che ci hanno impegnato senza risparmio di energie. Sono sta-te occasioni di crescita e con-fronto, importanti anche per apprezzare il grande valore della società civile della no-stra comunità. Dopo quello che è accaduto in seguito al provocato scioglimento del consiglio comunale - conti-nua Coppola - l'incoraggia-mento delle tante concittadi-ne e concittadini mi hanno. poi, convinto ancora di più che abbiamo lavorato tanto e bene e, soprattutto, mi hanno spinto a non vanificare quan-to di buono è stato fatto in questi anni della mia ammini-strazione». La sfida per la prossima consiliatura per Fernando Coppola sarà quella di «porta-re una positiva sintesi tra la politica, nel segno della conti-nuità e dell'esperienza prodot-ta e il civismo più attivo. Quel-la della mia ricandidatura è una partita impegnativa - sot-tolinea - che giochiamo per contrastare, da una parte il tentativo di far tornare un'esperienza amministrati-va di cui ancora paghiamo le conseguenze e dall'altra la po-litica delle velleità, dei ricatti, quella che pur di alimentare il proprio ego è disposta a la-sciare un Comune, il proprio Comune, senza una guida po-litica, paralizzandone la cre-scita».

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