ALLA FINE NE RESTA SOLTANTO UNO

 


ALLA FINE NE RESTA SOLTANTO UNO

Piero Ignazi, professore ordinario di Politica comparata all’Università degli Studi di Bologna https://www.unibo.it/.../insegna.../insegnamento/2020/392904, ha scritto un articolo apparso sul quotidiano DOMANI di oggi 15 giugno 2023 che descrive il FALLIMENTO del trentennale impegno di un uomo politico, specificamente il prof. Ignazi si riferisce allo scomparso Silvio Berlusconi.

Ci ho riflettuto e ho pensato a tutti i partiti che oggi si propongono per la competizione che ha la finalità della CONQUISTA DEL PALAZZO DEL POTERE, di seguito esporrò la mia riflessione a tal proposito.

Io invito il prof. Ignazi a riflettere sulle conclusioni a cui sono giunto nella mia riflessione perché sono certo che converrà con me, che quanto descritto nel suo articolo circa lo scomparso Silvio Berlusconi è estensibile a tutti gli uomini e le donne che in ogni tempo hanno conquistato il potere ed anche a coloro i quali il potere ce l’hanno oggi.

Queste persone si distinguono solo PER IL TEMPO NEL QUALE HANNO ESERCITATO IL POTERE. Ci sono persone come lo scomparso Silvio Berlusconi che lo hanno avuto saldamente stretto NELLE PROPRIE MANI per tutta la loro vita ed altre persone che invece se lo sono visto strappare di mano prima della loro morte.

Storicamente è verificabile che nessuna delle persone che ha conquistato il potere ha deciso liberamente e senza coercizioni o minacce, di passare la mano ad altri. Ciò è coerente con la nostra cultura patriarcale. Basti pensare alla cultura SICILIANA che impone di lasciare l’eredità ai figli, solo dopo la morte. Funziona così anche nelle Monarchie e funzionava così nelle Parrocchie nelle quali si era PARROCO A VITA sino a quando non si è limitato il tempo del REGNO DEL PRETE a 75 anni.

C’è un film che è la metafora del potere questo film è “Highlander - L'ultimo immortale”. “Ne resterà soltanto uno!!!” Così diceva Il temibile Victor Kruger in quel film mitico del 1986. E allora riflettiamo insieme: non è forse vero che in qualunque organizzazione in competizione con le altre organizzazioni, e con le persone che ne fanno parte che all’interno sono in competizione tra di loro, tutto si muove affinché “Alla fine ne resti soltanto uno”?

Buona riflessione

IL PARTITO EVANESCENTE
Forza Italia è la prova del fallimento di Berlusconi
PIERO IGNAZI politologo
Tutte le organizzazioni politiche hanno una naturale tendenza alla sopravvivenza. Anche dopo traumi fortissimi superato il primo momento di sbandamento tendono a serrare le file. Forza Italia seguirà questo percorso o la sua peculiarità è tale da produrre un big bang? Il partito fondato da Silvio Berlusconi costituisce un unicum nelle democrazie europee — e non solo in queste. Non esistono casi in cui una formazione politica sia stata diretta ininterrottamente per trenta anni dalla stessa persona senza che si profilasse nemmeno l'ombra di un contendente. Persino Umberto Bossi, che dal nulla aveva creato un partito egemone in tutto il nord. a un certo momento venne fatto accomodare in panchina. La Lega era ed é tuttora un partito in carne ed ossa, con strutture e nonne codificate e militanti ed eletti disposti a far sentire la loro voce, pur in regime di centralismo democratico e pugno di ferro contro gli oppositori: in Forza Italia queste condizioni non sussistono. Non tanto perché Fl sia stato un partito personale. Questa interpretazione sconta un tassello mancante la sua connotazione patrimoniale il fatto che il partito fosse stato costiuito grazie alle varie branche dell'impero industriale berlusconiano che non riguardano soltanto il possente apparato comunicativo. quanto quella rete di altre strutture mobilitate allo scopo, dall'esercito dei promotori finanziari gesuiticamente fedeli al sodale dei primi tempi. Marcello Denari, capo di Publitalia ad altre associazioni, come i Milan Clubs. In una sorta di paradosso, il partito cosiddetto di plastica si modellava in realtà sul layout organizzativo del partito di massa in cui tanti altri soggetti contribuirono alla sua costruzione. Come un tempo erano sindacati, cooperative, leghe e case del popolo, nell'era postmoderna e della comunicazione valgono la televisione e il bagliore della finanza. II carattere patrimoniale del partito, proprietà del fondatore si è accentuato fino al parossismo negli ultimi anni, quando stata ricostituita Forza Italia dopo il collasso del Popolo della libertà. Per reggere al peso dei debiti Berlusconi ha emesso una fidejussione di 90 milioni ora salita a 100. Senza quei denari, personali, FI collassa. Oltre a non aver introdotto alcuna riforma degna di questo nome, il Cavaliere non lascia in eredità nemmeno l'ombra di un partito liberal-conservatore, di cui pure avremmo tanto bisogno, e da tanti anni. L'evanescenza del partito da lui fondato, nonostante i successi elettorali, sancisce ancor più di ogni altro aspetto il fallimento della sua discesa in campo.
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