Vizio di natura fino alla tomba dura

 

Vizio di natura fino alla tomba dura

A furia di escludere gli altri si finisce per escluderci tra di noi. Questa affermazione è la sintesi della lettura dell’interessante articolo del prof. GIANFRANCO PASQUINO accademico dei Lincei pubblicato sul quotidiano “DOMANI” di oggi mercoledì 3 maggio 2023.

La nostra cultura patriarcale, che ricordo a me stesso è legittima e degna di rispetto ma che, allo stesso tempo, per le evidenze scientifiche che ho osservato risulta essere NON UMANA, IMPONE LA COMPETIZIONE IN OGNI CAMPO DELLA VITA e, conseguentemente anche al fine di ottenere la vittoria nella guerra delle elezioni per conquistare il POTERE.

Il prof. Pasquino che pratica la nostra cultura patriarcale in questo articolo chiede ai nostri concittadini prescelti che fanno parte dei partiti sconfitti alle elezioni, che sono divisi e che competono tra di loro per ottenere quanti più voti possibili ed immaginabili, di abbandonare la nostra cultura patriarcale nella competizione tra di loro sconfitti, per aderire alla cultura della collaborazione TRA DI LORO con la finalità di formare un esercito compatto che riabbraccia la nostra cultura patriarcale per competere son le DESTRE BRUTTE SPORCHE E CATTIVE E TORNARE A VINCERE E VINCEREMO!

Come in tutte le cose il successo è garantito dalla coerenza. In una competizione non si può collaborare con alcuni e sferrare fendenti per portare alla morte gli altri. Quindi è mia opinione che, nonostante i suggerimenti del Prof. Pasquino di sospendere il conflitto tra sconfitti, la competizione tra Partito Democratico, 5 stelle, Italia viva, Azione, Sinistra Italiana, +Europa ecc. ecc. non cesserà perché tutti, indistintamente praticano la nostra cultura patriarcale della competizione e conseguentemente non possono, e non sanno fare altro di diverso rispetto a quello che hanno sempre fatto, ovvero combattere per conquistare il POTERE ottenendo quanti più voti possibili che si trasformano in fette di potere più grosse di quelle che spettano agli altri partiti.

Ciò premesso al contrario del Prof. Pasquino prendendo però in prestito una parte del suo articolo e modificandolo in modo libero, desidero indicare come secondo me, dovrebbe strutturarsi la responsabilità che abbiamo dato a TUTTI I PRESCELTI CON LE ELEZIONI.

Queste mie indicazioni contenute nello scritto che segue sono applicabili a ogni livello di coordinamento per la redistribuzione della ricchezza OVVERO DAL CONDOMINIO PASSANDO PER IL COMUNE, LA REGIONE, LO STATO, L’UNIONE EUROPEA E L’ONU. Ecco le indicazioni:

La democrazia ridotta alle elezioni si traduce in una campagna elettorale che non finisce mai. I cittadini non sono interessati e il 40% di loro non va a votare. Che fare?

Come asseriscono alcuni politici senza grande fantasia, è indispensabile avere lo sguardo lungo, dal canto mio direi una visione. Per ciascuna conversazione in parlamento, su temi come lavoro, scuola, diritti, immigrazione, Europa, i prescelti con le elezioni ed i partiti a cui appartengono, invece di rincorrersi e scavalcarsi più o meno furbescamente, dovrebbero procedere ad un coordinamento di emendamenti, di mozioni, di voto.

Ciascun partito poi, con i suoi parlamentari e dirigenti spiegherà agli elettori le sue motivazioni contrapponendole se necessario a quelle degli altri partiti, approfondendone le differenze di opinione (che sappiamo essere molte e di non poco conto).

Un buon partito che ha dei rappresenti in parlamento è consapevole che deve andare sul territorio e rimanervi operativo per interloquire il più frequentemente e il più visibilmente possibile con le associazioni economiche e culturali attive nei diversi territori e con le istituzioni locali. Spesso, è proprio a livello locale che è più facile, anche grazie a rapporti personali e a migliore conoscenza dell'ambiente, maturare condivisioni e giungere a proposte comuni ovvero attraverso le conversazioni con i cittadini emergono gli accordi. Dal basso può effettivamente venire la spinta, non all'impossibile e neppure utile unità, ma alla convergenza politica e culturale. Per poi governare senza tensioni interne. Tutti i partiti debbono mirare a formulare una cultura politica ampiamente condivisa che, inevitabilmente, va costruita intorno al rapporto imprescindibile fra Italia e unione europea. In cinque anni ben spesi è possibile fare molta strada in questa direzione, cambiando profondamente in meglio la politica della "nazione" e conseguentemente ottenere di far tornare i cittadini al voto che in tal modo non essendo più una semplice formulazione di maggioranze diviene la messa a confronto di diverse visioni che essendo aperte alle conversazioni con gli altri al fine di fare emergere degli accordi su un progetto comune divengono un modo di vivere democratico.

Buona riflessione

PD E ALLEANZE Territori ed Europa, alla sinistra serve visione
GIANFRANCO PASQUINO accademico dei Lincei
Le opposizioni del centro, trattino, sinistra non sembrano avere ancora capito che le probabilità che il governo Meloni I duri tutta la legislatura sono molto elevate. Certo, i il governo non cadrà per qualche voto parlamentare più o meno casualmente perduto. Questo non significa che le vittorie parlamentari delle opposizioni siano irrilevanti se obbligano il governo a confrontarsi con le loro idee, e loro preferenze, le loro proposte. All'università ho regolarmente insegnato che la qualità del governo dipende, spesso, anche dalla qualità dell'opposizione. Purtroppo, in questi sei mesi di governo Meloni, le opposizioni hanno preferito combattersi fra di loro, da un lato, con l'obiettivo di strapparsi qualche voto, dall'altro. di dimostrare di essere più intelligenti e più progressisti dei competitor. definiti come quelli che agiscono nello stretto asfittico recinto dei votanti del 25 settembre 2022. Vale a dire che non si sono neanche posti il compito prioritario di cercare, trovare, motivare almeno parte degli astensionisti, circa il 40 per cento dell'elettorato. Per riuscirvi non sarà mai sufficiente gonfiare e esibire pubblicitariamente i propri ego e neppure vantare qualche piccola particolaristica vittoria parlamentare. Come asseriscono alcuni politici senza grande fantasia, sarà indispensabile avere lo sguardo lungo, dal canto mio direi una visione. Per ciascuna battaglia parlamentare importante lavoro, scuola, diritti, immigrazione, Europa invece di rincorrersi e scavalcarsi più o meno furbescamente, le opposizioni dovrebbero procedere ad un coordinamento di emendamenti, di mozioni, di voto. Ciascuna poi, con i suoi parlamentari e dirigenti spiegherà agli elettori le sue motivazioni contrapponendole non a quelle delle altre opposizioni, ma a quelle dei governanti approfondendone le differenze di opinione (che sappiamo essere molte e di non poco conto).
Una buona opposizione parlamentare è consapevole che deve andare sul territorio e rimanervi operativa per interloquire il più frequentemente e il più visibilmente possibile con le associazioni economiche e culturali attive nei diversi territori e con le istituzioni locali. Spesso, è proprio a livello locale che è più facile. anche grazie a rapporti personali e a migliore conoscenza dell'ambiente, maturare condivisioni e giungere a proposte comuni. Dal basso può effettivamente venire la spinta, non all'impossibile e neppure utile unità, ma alla convergenza politica e culturale. Per vincere e poi governare senza tensioni interne. le opposizioni debbono mirare a formulare una cultura politica ampiamente condivisa che, inevitabilmente, va costruita intorno al rapporto imprescindibile fra Italia e unione europea. In cinque anni ben spesi è possibile fare molta strada in questa direzione, cambiando profondamente in meglio la politica della "nazione" e tornando al governo.

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