LA LOTTA IN RUSSIA (il loro modo di fare le elezioni): UNO VALE L'ALTRO

 


LA LOTTA IN RUSSIA (il loro modo di fare le elezioni): UNO VALE L'ALTRO

Mario Giro, Professore di relazioni internazionali all'Università per stranieri di Perugia, ha scritto un articolo pubblicato sul quotidiano DOMANI di oggi Lunedì 26 giugno 2023. Il ragionamento esposto nell’articolo, dopo una serie di osservazioni sugli accadimenti che sono in svolgimento in questi giorni in Russia, così si conclude:

“[….] a Washington si dice apertamente che è meglio un Putin che degli sconosciuti in possesso di armi nucleari. Se in Russia davvero si aprisse una fase di frammentazione e di lotta intestina, sarebbero guai seri per tutti. Meglio tornare presto al realismo della politica.”

Come più volte ho scritto, ho avuto il privilegio di leggere una lucida spiegazione di quello che considero uno dei miei Magister ovvero Humberto Maturana, che è stato dottore in biologia dell'Università di Harvard e professore all’Università del Cile, scrivevo che ho letto un suo scritto sulle sottili ma importanti differenze tra errore e menzogna. Quando una persona sbaglia, dice Maturana, non percepisce le sue azioni come un errore ma come di sincera osservazione della verità. Non è nelle possibilità biologiche dell'essere umano distinguere l'errore se non dopo averlo commesso. Quando invece mente, agisce consapevolmente, cioè dà per valida un'azione che sa non essere valida, con la deliberata intenzione di confonderla con la verità.

La questione della verità e della menzogna come opzione di governo è stata affrontata nel corso della nostra storia ed è noto come il potere ufficiale abbia frequentemente utilizzato la MENZOGNA per diffondere presunti risultati e impatti nella vita politica nazionale.

Ora perché sta succedendo quello che osserviamo in Russia?

È un problema dovuto ad un errore di valutazione delle gerarchie militari Russe che hanno spinto Putin a intraprendere una guerra con l’Ucraina?

Oppure questa guerra è frutto delle menzogne riferite a Putin dai gerarchi Russi?

Sia quel che sia il Prof. Giro è per lo status quo e auspica che il POTERE in Russia resti saldamente in mano a Putin. Il prof. Giro sembra dirci. “Almeno Putin sappiamo come si comporta, lo conosciamo. Ma non possiamo dire altrettanto di questo Evgenij Prigožin.

La mia opinione l’ho espressa già ieri: se Vladimir Vladimirovič Putin sarà “fatto fuori” per essere sostituito da Evgenij Prigožin per l’Universo Mondo NON CAMBIA NULLA, perché siccome sono entrambi nella nostra cultura patriarcale, avranno comportamenti identici per cui UNO VALE L’ALTRO.

E’ il ragionamento che facciamo noi cittadini italiani che abbiamo deciso di non competere per la conquista del POTERE: IN MAGGIORANZA ASSOLUTA NON ANDIAMO A VOTARE – QUELLI CHE DI NOI CI VANNO -CAMBIANO CAVALLO AD OGNI CORSA.

NEGLI ULTIMI ANNI PRIMA RENZI, POI GRILLO, POI SALVINI ED INFINE MELONI, cambiamo cavallo “per vedere l’effetto che fa” e ci diciamo, stavolta vediamo che cosa succede con quest’altro.

Scommettiamo che faranno così anche i cittadini Russi?

Buona riflessione

I RISCHI DEL GOLPE
Se la Russia va in frantumi è un problema anche per noi
MARIO GIRO politologo
Mosca come Khartoum? Ovvero: se utilizzi i miliziani alla fine ti si rivoltano contr. La ribellione della Wagner a un'ammissione di debolezza: davanti a Bakhumut i miliziani hanno pagato un pesante tributo di sangue alla scellerata avventura voluta da Vladimir Putin e ora vogliono essere ricompensati. Probabilmente Evgenij Prigožin, il fondatore della tenebrosa milizia, sperava nel posto da ministro della Difesa avvalendosi di alcuni sostegni interni alla “verticale del potere” del sistema Russo. Altrimenti non si spiega come abbia potato avvicinarsi coi blindati a Mosca senza essere attaccato. Tanta audacia non è bastata per ottenere soddisfazione ha dovuto trattare e poi retrocedere. Un’apparente mediazione bielorussa lo avrebbe convinto a ritirarsi. Cosa accadrà ai suoi uomini ancora non è noto. Ma il colpo per il Cremlino e pesante: la Russia e scossa da lotte intestine the non sono ancora terminate e fanno prevedere sorprese.
Putin non ha più il totale controllo, come sembrò quel giorno in cui prese a male parole i componenti del consiglio per sicurezza nazionale. La guerra ha sconvolto istituzioni che sembravano granitiche. Non sappiamo quale sia stato l’impatto del conflitto e della sua (disastrosa) conduzione sulle gerarchie civili e militari ma e lecito immaginare che qualcosa si sia lotto fin dall’inizio. La scelta di utilizzare i miliziani della Wagner (originariamente selezionati per occuparsi d’Africa e poco più) o i ceceni era già di per sé un segno di inadeguatezza delle forte regolari russe. Forse si è trattato anche di una spia sullo stato d’animo della pubblica opinione non cosi propensa a morire per il Donbass. Sta venendo giù il castello di carte della propaganda di questi mesi: sarà più difficile continuare a dare la colpa all'occidente nascondendo le carenze interne. Lo stesso discorso di Putin sul tradimento rappresenta il riconoscimento di impotenza. La situazione si e fatta pericolosa: al superficiale entusiasmo che il caos russo sta suscitando in certi circoli occidentali dell’est Europa corrisponde il timore dell’amministrazione americana che Mosca sia fuori controllo. Una girandola di nervose consultazioni tra i leader occidentali sta tentando di anticipare le possibili evoluzioni. La posizione di chi voleva "spezzare” la Russia facendole pagare l’aggressione con una sonora punizione mostra ora tutta la sua pericolosità: a Washington si dice apertamente che è meglio un Putin che degli sconosciuti in possesso di armi nucleari. Se in Russia davvero si aprisse una fase di frammentazione e di lotta intestina, sarebbero guai seri per tutti. Meglio tomare presto al realismo della politica.

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