Le donne e gli uomini di potere quali cambiamenti culturali in senso lato hanno iscritto nella storia dell’Italia?

 

Le donne e gli uomini di potere quali cambiamenti culturali in senso lato hanno iscritto nella storia dell’Italia?

Il Prof. Gianfranco Pasquino, accademico dei Lincei, nel suo articolo pubblicato sul quotidiano DOMANI di oggi 14 giugno 2023 ha concluso il suo scritto con una frase che mi ha fatto riflettere moltissimo. Il Prof. Pasquino si riferisce ad un solo UOMO DI POTERE ED AD UN SOLO PARTITO, la mia riflessione invece si è estesa a tutte le donne e uomini di potere di cui ho avuto notizia nei mie 66 anni di vita. Potete leggere la frase qui di seguito:

Oggi non conta tanto, anche se è importante, sapere quale sarà il futuro dei PARTITI CHE LOTTANO PER CONQUISTARE IL PALAZZO DEL POTERE, quanto i cambiamenti in senso lato culturali che LE DONNE E GLI UOMINI DI POTERE, il loro modo di fare politica, i loro collaboratori hanno inscritto nella storia d’Italia.

Ci ho riflettuto ed è mia opinione che basti la nostra cultura patriarcale a spiegare cosa tutte le donne e gli uomini di potere che ho conosciuto abbiano inscritto nella storia d’Italia.

La cultura patriarcale influenza sia gli uomini che le donne ed i loro rapporti. La spiegazione ha qualcosa a che fare con un modello di pensiero strutturato che è squisitamente culturale. Serve riconoscere questa nostra cultura che conserviamo, la quale non giustifica la violenza, ma che ci può aiutare a comprendere quella relazione arcaica regolata dalla sessualità dominante del maschio e dalla sottomissione delle femmine. È la relazione predatore/preda che continua ad essere presente come modello mentale che contagia anche le femmine.

Questa nostra cultura patriarcale si sviluppa anche grazie ai comportamenti che hanno avuto ed hanno tuttora le donne e gli uomini di potere che si riverbera nell’ambiente sociale e nel mondo lavorativo e professionale, in cui si valorizza carrierismo e competizione e si limita la solidarietà riducendo in modo significativo anche l’empatia.

Buona riflessione

COSA LASCIA BERLUSCONI
Quel disgusto delle regole spacciato per Iibertà
GIANFRANCO PASQUINO accademico dei Lincei
Recuperando quel che Piero Gobetti scrisse del fascismo -autobiografia della nazione-, credo sia giusto considerare Silvio Berlusconi parte integrale nei vizi negli effetti. della autobiografia dell’Italia. Però, c'è qualcosa di più, rinvenibile nei commenti alla sua morte sul suo ruolo. più in politica che negli affari, anche se spesso la linea divisoria fra i due è pallida e continuamente attraversata. Nei sistemi politici che apprezzo e fra i commentatori politici che sanno essere imparziali senza cedere a una presunta neutralità, la domanda sarebbe (anzi. sicuramente sarà) la politica di Berlusconi dal 1994 al 2023 ha migliorato l'Italia? E se sì sotto quali rispetti e con quali misure? Molti libri, alcuni di notevole qualità (quelli di Giuseppe Fiori e di James Newell) hanno analizzato la parabola di Berlusconi giungendo a valutazioni negative. La libertà tanto vantata da Berlusconi consisteva quasi esclusivamente nell'assenza di regole comunque, nell'evitare i controlli. Lo Stato, poiché l'Italia non è solo una emozione, è fatto da cittadini che, anche se non si identificano pienamente nella Costituzione sanno che la loro vita si svolge in quei confini e che deve tenere conto delle relazioni con gli altri cittadini e con Io stesso Stato. Al grido di “no taxarion without representation” i coloni americani diedero il via alla guerra che li liberò dal dominio della Gran Bretagna. Da allora, il good citizen è colui che paga le tasse e i cui rappresentanti eletti decidono quante tasse e come Non è necessariamente bello pagare le tasse, ma è il segnale di una convivenza politica che consente allo Stato di provvedere a esigenze collettive che nessun privato vorrebbe e saprebbe soddisfare. Non riesco a capire come una persona condannata per frode fiscale appunto ai danni dello Stata possa essere onorata con funerali di Stato. Nell'autobiografia di questa nazione stanno certamente i molti, troppi evasori fiscali Altrove invece, la grandezza delle personalità politiche si misura con il loro rispetto delle regole, con la loro consapevolezza che il privilegio di guidare una nazione si accompagna alla necessità assoluta di liberarsi dei propri interessi economici (e familiari) per perseguire il bene pubblico. Anche il familismo e la commistione privato/pubblico occupano un posto notevole nella autobiografia della nazione. Oggi non conta tanto, anche se è importante, sapere quale sarà il futuro di Forza Italia, partito personalista inevitabilmente senza -delfino-, ma quanto i cambiamenti in senso lato culturali che Silvio Berlusconi, il suo modo di fare politica. le sue televisioni, i suoi collaboratori hanno inscritto nella storia d’Italia. Troppi e, understatement (eufemismo), non positivi.

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