O si pratica la competizione, o si praticano i valori libertà, uguaglianza e fraternità

 


O si pratica la competizione, o si praticano i valori libertà, uguaglianza e fraternità

Il prof. GIANFRANCO PASQUINO, accademico dei Lincei, nel suo articolo pubblicato dal quotidiano DOMANI di oggi 7 giugno 2023, usa le parole coniate da Gramsci “EGEMONIA CULTURALE” e che sono riportate nel volume con il medesimo titolo tratto dai celebri Quaderni del carcere. Il ragionamento del Prof. Pasquino circa l’esistenza in questo presente storico di un partito politico che sia in possesso dell’egemonia culturale, giunge alla conclusione che oggi come oggi, nessuno dei partiti politici esercita l’egemonia culturale nei termini descritti da Gramsci stesso.

Ma che cosa intendeva Gramsci quando rivendicava l’egemonia culturale? Gramsci tratteggia la sua idea di egemonia culturale che per lui è un dominio frutto di assenso, persuasione e vicinanza da parte degli intellettuali organici al popolo-nazione.

Ricordo a me stesso che le grandi culture politiche che scrissero la Costituzione ovvero quella CLERICALE (ai più nota come cattolica), quella COMUNISTA (socialista) e quella LIBERALE partivano tutte da tre valori che io tuttora condivido e pratico ovvero LIBERTA’, UGUAGLIANZA E FRATERNITA’.

Come sia compatibile L’ESERCIZIO DEL DOMINIO PUR CULTURALE CON QUESTI VALORI è per me un mistero.

Anzi, fuori da ogni equivoco, le mie osservazioni e studi confermano L’INCONCILIABILITA’ ED INCOMPATIBILITA’ DEL DOMINIO CULTURALE CON I VALORI DI LIBERTA’, UGUAGLIANZA E FRATERNITA’.

Invece il dominio culturale o il dominio di qualunque altra natura è compatibile con la nostra cultura patriarcale che, in virtù di tale dominio, ESERCITA IL POTERE che come sappiamo si basa sul processo lotta tra manipoli decisi al fine della conquista – esclusione dei manipoli vinti – sottomissioni di tutti gli altri ai vincitori.

Infine il prof. Pasquino si sente ORFANO DI UNA COMPETIZIONE APERTA, TRASPARENTE ANCHE ASPRA FRA IDEE E IDEALI e ahime’ sono costretto anche in questo caso a fare presente al Prof. Pasquino che ANCHE QUEST’ULTIMA DA LUI AUSPICATA “COMPETIZIONE CULTURALE” E’ INCOMPATIBILE CON I VALORI DI LIBERTA’, UGUAGLIANZA E FRATERNITA’.

Non c’è possibilità di ottenere di praticare i valori di LIBERTA’, UGUAGLIANZA E FRATERNITA’ LADDOVE VI È LA COMPETIZIONE ed è questo il MOTIVO DELL’ESSERE VENUTE MENO DELLE GRANDI CULTURE POLITICHE DEI CLERICALI (NOTI AI PIU’ COME CATTOLICI), DEI COMUNISTI – SOCIALISTI E DEI LIBERALI che praticavano appunto la competizione anche se avevano scritto la Costituzione che intendeva ottenere la convivenza democratica.

Buona riflessione

OPPRESSIONE E DISCRIMINAZIONE
Imporre idee dall'alto non è vera egemonia
GIANFRANCO PASQUINO accademico dei Lincei
A fondamento di qualsiasi egemonia culturale stanno le idee. Qualche volta le ideologie. Bisogna che quelle idee vengano diffuse apprezzate considerate essenziali nei dibattiti, nella scelta degli obiettivi, nella ricerca di soluzioni collettive. L'imposizione dall'alto della loro osservanza non è egemonia. Piuttosto, è discriminazione e oppressione. L'egemonia è tale se viene riconosciuta, se quelle idee portanti costituiscono punti di riferimento ineludibili e i portatori sono variamente premiati, nel loro paese (pardon, patria) e all'estero. Anzi, saranno i premi all'estero le traduzioni, le vittorie nei festival a sancire che in effetti alcuni prodotti culturali sono importanti. Questi dati "duri" metterebbero in piedi una valutazione più convincente di quanta e quale sia stata l'egemonia culturale della sinistra. Dall'egemonia culturale dovrebbe discendere anche una egemonia politica. Idee importanti sulla vita e sul mondo, sulla cultura e sulla rappresentazione della società che c'è e di quella da costruire non possono non influenzare la politica, i partiti, il voto. Invece, è innegabile che alla egemonia culturale della sinistra si sia contrapposto con grande successo il controllo del potere politico ad opera di chi quella presunta egemonia non gradiva, remember l'espressione CULTURAME? e la sviliva. Tuttavia neppure l'occupazione peraltro non integrale del grande schermo televisivo è servita da un lato, a contenere l'egemonia culturale della sinistra e, dall'altro, a fare nascere e prosperare una contro egemonia, centrista, moderata alternativa con i suoi primi atti e con numerosissime dichiarazioni i/le governanti del centrodestra hanno annunciato che vogliono porre fine all’egemonia culturale della sinistra (a me nella misura in cui è effettivamente esistita sembrava già da tempo esaurita) e sostituirla con idee di destra, con intellettuali di area con una visione alternativa a cominciare ma non solo, dalla Rai. Sono circolati nomi ai quali nessuna egemonia di sinistra aveva impedito di esprimersi, i cui prodotti culturali non hanno mai incontrato censure che nella misura delle loro capacità sono già stati apprezzati dal pubblico magari molto meno a livello europeo e internazionale. Ciò detto, non mi pare che sia alle viste una grande battaglia di idee anche se forse il sovranismo si erge contro l'europeismo che qualcuno nello schieramento di centrodestra abbia le qualità per diventare un intellettuale pubblico di grande influenza. Non basterà al centrodestra conquistate più posti per acquisire una vera egemonia il problema però, riguarda anche la sinistra quindi il paese venute meno le grandi culture politiche che scrissero la Costituzione, manca una competizione aperta, trasparente anche aspra fra idee e ideali poiché entrambi sono assenti. L'egemonia non abita in Italia.
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