Stringiamoci a corte, siam pronti alla morte

 


Stringiamoci a corte, siam pronti alla morte

Oggi Marco Damilano nel suo articolo sul quotidiano DOMANI di oggi lunedì 12 giugno 2023 conclude affermando:

“Un partito che per un decennio si è appagato di proporsi come argine all'antipolitica, fino a incarnare il sistema in ogni sua piega di governo e di sottogoverno, senza mai preoccuparsi di definire sé stesso e una proposta per gli elettori. Oggi non basta più.”

Condivido e sottoscrivo questa conclusione a cui giunge Marco Damilano anche se la mia condivisione estende questo concetto a tutto il POTERE che si è susseguito in Italia e non solo nel nostro paese.

Perché Marco Damilano nelle sue conclusioni rende noto che è oramai velleitaria la pratica di chiedere il consenso CONTRO QUALCUNO.

Non è solo in questi 10 anni che si è chiesto il consenso contro qualcuno. I clericali (Democrazia Cristiana) hanno governato ininterrottamente perché ottenevano il consenso CONTRO I COMUNISTI CHE SI MANGIANO I BAMBINI. Poi Berlusconi ha fatto altrettanto. Infine le considerazioni di Damilano riferite ai giorni nostri.

Da queste prime battute avrete capito che non condivido le coerenze logiche che Damilano ha sciorinato per descrivere ciò che accadde nel dopoguerra.

Il dopoguerra è stato una serie di elezioni CONTRO I COMUNISTI CHE SI MANGIANO I BAMBINI, punto stop. Questo lo sanno tutti all’infuori di Damilano e Molinari che vaneggiano di altro, e tutto questo oramai NON FUNZIONA PIU’ PERCHE I CITTADINI NON HANNO PIU’ PAURA E QUINDI NON VANNO PIU’ A VOTARE, ed è per questo che considerano che tutti i partiti sono uguali o meglio, che uno vale l’altro.

Buona riflessione

UN NUOVO PD
Sinistra e destra sono tornati Ma nulla sarà come prima
MARCO DAMILANO
I"Italia è «il campo di battaglia fra democrazia e sovranismo*, ha scritto il direttore di Repubblica Maurizio Molinari (8 giugno), a I questo aveva dedicato un libro due anni fa. Per più di un decennio è stato vero, oggi non più. Tra il 2011 e il 2022 in Europa le forze populiste e sovraniste hanno sottoposto a un doppio attacco le due principali famiglie del dopoguerra i cristiano-democratici e i socialdemocratici. In nome della rivolta dal basso contro le élite, hanno strappato ai socialisti il tradizionale radicamento sociale i quartieri operai. le periferie delle metropoli. i dipendenti pubblici E poi hanno mosso alla conquista del centrodestra, reclamando una identità più radicale rispetto alle vecchie leadership, considerate troppo moderate. In Italia il grande cambiamento si è abbattuto su un sistema politico in crisi dal 1992-91 o meglio dagli anni Settanta Si è alimentato di un mantra ossessiva la destra e la sinistra sono finite, non ci sono più. Su questo i due fronti hanno marciato uniti. I democratici hanno identificato la difesa della democrazia con il mero rispetto delle regole costituzionali, per i sovranisti-populisti. nel segno dell'anti-politica, tutti i partiti erano uguali (il Pdl e il Pdmenoelle, diceva Beppe Grillo). Per dieci anni sono cadute le distinzioni politiche, la sostanza dei rapporti di forza economici e sociali da cambiare. Ci siamo dimenticati che si può essere democratici, ma di destra e populisti ma di sinistra. Oggi i vecchi schieramenti stanno tornando, ma in modo diverso. Giorgia Meloni punta a costruire in Europa una destra allargata e alleata del centro. Lo si è visto ieri, con il viaggio in Tunisia del tandem Meloni-von der Leyen. Nel 2016 fu Angela Merkel a stipulare il patto con il presidente turco Erdogan sulla pelle dei migranti siriani, costato all'Unione sei miliardi di euro, denunciato da tutte le organizzazioni internazionali per lo sprezzo dei diritti umani, oggi la premier italiana ambisce a firmare un accordo anti migranti con il tunisino Kais Saied, arteria. di una svolta autoritaria Se tornano destra e sinistra, tornerà anche il centro, e questo spiega più di tanti personalismi la sofferenza di tanti nel Pd. Un partito che per un decennio si è appagato di proporsi come argine all'antipolitica. fino a incarnare il sistema in ogni sua piega di governo e di sottogoverno, senza mai preoccuparsi di definire se stesso e una proposta per gli elettori. Oggi non basta più. E una sfida per la segreteria di Elly Schlein, il progetto di una nuova sinistra. ma anche per i suoi oppositori, che oggi in direzione (forse) daranno battaglia Se non si sentono più a casa nel Pd devono dire anche chi sono. un generico riformismo non basta più. Per poi magari concludere che è meglio per tutti separarsi, marciare divisi e colpire uniti, invece dell'opposto.
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