Luigi Pascali, l'arte, la poesia, il teatro


Ho un po’ di pudore quando scrivo degli amici, l’affetto, i trascorsi possono influenzare la mia penna. Ma ho deciso di smetterla con questi pensieri perché si scrive di ciò che si conosce e di chi si conosce. 
Io conosco Luigi Pascali dall’adolescenza e quindi, posso certamente dire, che vi sono stati periodi di vita in cui ci siamo voluti bene, è stato quando ci siamo frequentati.
Luigi ha sempre adorato l’arte, soprattutto il teatro, e da adolescente ricordo i pomeriggi sulla terrazza di casa sua, tra gli attrezzi dei fratelli, c'era una scrivania che gli faceva da studio. 
Ho nitido il ricordo di un pomeriggio in cui tentò di insegnarmi a scrivere una commedia, lui mi diceva che era possibile farlo, e mi dimostrò che davvero scrisse una commedia sotto ai miei occhi che ancora sono increduli.
L’arte, la poesia, il teatro questo è Luigi Pascali.
Il suo temperamento era solitario, già! Anche se con un sacco di amici e amiche lui manteneva sempre uno spazio tutto suo, impenetrabile. Immerso nella folla degli adolescenti degli anni 70 dell’ultimo secolo del secondo millennio... era solo.
Comunque leader, intraprendente, attento a tutti in modo da cavare da ognuno la parte artistica che, se non avessimo incontrato Luigi, non sarebbe mai venuta fuori.
Incompreso, si questo è l’aggettivo, non solo lui che è sancesariano sino all’osso, ma tutti i sancesariani che si sono distinti in ogni campo. Affermati professionisti, scienziati, artisti, politici, scrittori, poeti, pittori, scultori, preti di questa terra ricca di talenti hanno in comune l’esperienza di essere tutti, indistintamente, incompresi. O forse si sono solo percepiti così, magari nella realtà dei fatti tutti sono stati apprezzati e ammirati.
La cosa che mi colpisce di Luigi è la profondità dei suoi scritti, la gentilezza dei gesti, l’osservazione attenta della realtà che ci circonda e la capacità di fissare ogni cosa sulla carta rendendola unica ed eterna.
L’attimo che si dilata all’infinito.
La sera del 28 aprile 2016 abbiamo chiamato Luigi Pascali perché senza di lui non sarebbe stato ciò che poi è divenuto. Luigi ha messo l’anima e il cuore riempiendo i versi che ha interpretato di sfumature e di significati che non sarebbero emersi senza la sua sensibilità.
Luigi è stato il protagonista indiscusso della serata del 28 aprile 2016 nella Cappella Palatina del Palazzo Ducale di San Cesario di Lecce.
Ed è bello che abbia ottenuto questo meritato successo perchè tutti hanno notato che la sua è stata una interpretazione all'insegna della discrezione e della gentilezza con la sua voce piena di colori che ha riempito di gioia tutti .
Grazie Luigi
antonio bruno


Commenti

  1. Ciao Antonio, intanto grazie. Voglio dire subito che è vero che ci siamo voluti bene, ma mi piace pensare che ce ne vogliamo ancora, magari senza gli slanci adolescenziali di quegli anni bellissimi, ma con una maturità più consona alla nostra età. E poi come si fa a non volere bene ad un amico che mi ha dedicato le parole che hai scritto! Hai colto moltissimi aspetti del mio essere, e ritengo superflui ulteriori commenti. Si dice che nessuno è profeta in patria, che non si può essere veri artisti senza essere incompresi... io dico che le proprie passioni si nutrono anche di incomprensioni, poi basta una parola sincera di un amico sincero per colmare mille e mille incomprensioni... in questo sono stato molto fortunato: non ho moltissimi amici (come si confà ad uno spirito solitario, libero) ma i pochi ritengo siano veri e sinceri. A dire il vero la mia passione "ultraquarantennale" non è mai stata mirata al consenso, ma ad una necessità intima, personale, che comunque non esclude il "proporsi" (non ho mai creduto che si scrive per se stessi... se si decide di mettere nero su bianco è perchè vi è il desiderio di partecipare ad altri il proprio pensiero, di conseguenza si deve essere pronti ad accettarne il giudizio) La mia partecipazione alla serata del 28 ha solo contribuito, insieme a tutti (autore, editore, attori, organizzatori e partecipanti) ad un bel momento, di quelli che si ricordano con piacere, e di questo sono grato a voi. Tornando alle parole che mi hai dedicato, confesso che, pur in possesso di una mia personalissima sensibilità, non sono avvezzo a facili emozioni ma, leggendoti, mi sono commosso... probabilmente perchè non sono abituato a ricevere tali complimenti da un mio concittadino, pur avendo avuto, in questi lunghi anni, un discreto successo e molti attestati di stima e affetto, ma al di fuori del "paese più bello del mondo". Ti rinnovo il mio grazie più sincero, dal profondo del mio cuore. Ti abbraccio. A presto.
    Luigi Pascali

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  2. Ciao Antonio, intanto grazie. Voglio dire subito che è vero che ci siamo voluti bene, ma mi piace pensare che ce ne vogliamo ancora, magari senza gli slanci adolescenziali di quegli anni bellissimi, ma con una maturità più consona alla nostra età. E poi come si fa a non volere bene ad un amico che mi ha dedicato le parole che hai scritto! Hai colto moltissimi aspetti del mio essere, e ritengo superflui ulteriori commenti. Si dice che nessuno è profeta in patria, che non si può essere veri artisti senza essere incompresi... io dico che le proprie passioni si nutrono anche di incomprensioni, poi basta una parola sincera di un amico sincero per colmare mille e mille incomprensioni... in questo sono stato molto fortunato: non ho moltissimi amici (come si confà ad uno spirito solitario, libero) ma i pochi ritengo siano veri e sinceri. A dire il vero la mia passione "ultraquarantennale" non è mai stata mirata al consenso, ma ad una necessità intima, personale, che comunque non esclude il "proporsi" (non ho mai creduto che si scrive per se stessi... se si decide di mettere nero su bianco è perchè vi è il desiderio di partecipare ad altri il proprio pensiero, di conseguenza si deve essere pronti ad accettarne il giudizio) La mia partecipazione alla serata del 28 ha solo contribuito, insieme a tutti (autore, editore, attori, organizzatori e partecipanti) ad un bel momento, di quelli che si ricordano con piacere, e di questo sono grato a voi. Tornando alle parole che mi hai dedicato, confesso che, pur in possesso di una mia personalissima sensibilità, non sono avvezzo a facili emozioni ma, leggendoti, mi sono commosso... probabilmente perchè non sono abituato a ricevere tali complimenti da un mio concittadino, pur avendo avuto, in questi lunghi anni, un discreto successo e molti attestati di stima e affetto, ma al di fuori del "paese più bello del mondo". Ti rinnovo il mio grazie più sincero, dal profondo del mio cuore. Ti abbraccio. A presto.
    Luigi Pascali

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