1936 si fondono le tre Società di San Cesario di Lecce

UNA SVOLTA NELLA COSCIENZA SOCIALE


Costituita da agricoltori, operai e negozianti, nel 1882 nasce a San Cesario la Società Agricola Operaia di Mutuo Soccorso, sulla scia di quella già operante a Lecce e di quelle che da poco si erano formate in provincia: Nardò nel 1873, Galatina nel 1879 ed Otranto nel 1881, nonché nel resto d’Italia.

Lo Statuto della Società si ricollega idealmente all’esperienza delle Confraternite; da esse mutua soprattutto i concetti di fratellanza e di solidarietà, sostenuti però, non da una motivazione religiosa ma dal senso di appartenenza alla stessa classe sociale, quella degli agricoltori, operai e artigiani, per un impegno nella comune difesa dei propri diritti e nel reciproco aiuto.

La nostra Provincia – come tutto il Meridione negli anni postunitari – viveva  un periodo molto buio per le tristi condizioni economiche, per la mancanza di lavoro e per un alto indice di povertà.

Sollievo momentaneo alle gravi situazioni di disagio economico erano alcune forme di assistenza gestite dalle Congregazioni di Carità quali i “sorteggi”, destinati solo a precise categorie di sancesariani. Questi avvenivano pubblicamente, in date prestabilite nella Chiesa Matrice dove sotto il nome di maritaggi, orfanaggi e sussidi, si assegnavano degli aiuti che consentivano a pochi fortunati il superamento di gravi o temporanee difficoltà.

Curiosando tra gli Archivi Storici apprendiamo per esempio che il giorno dell’Epifania, la domenica di Pentecoste e l’8 settembre di ogni anno si procedeva al pubblico sorteggio di una dote di lire cento ciascuna da conferire alle zitelle povere, orfane di padre, in virtù del legato di Don Giuseppe Manno fondato con testamento del 24 gennaio 1797. Con gli stessi fondi, nei giorni delle estrazioni si procedeva alla distribuzione di elemosine in denaro, in viveri e in medicinali agli iscritti negli elenchi dei poveri. La distribuzione delle elemosine era pubblica, fuorché per i “poveri vergognosi” cui veniva portata direttamente in casa. Un dosaggio di lire cento ogni due anni in favore delle orfane residenti a San  Cesario  riveniva invece dall’Opera Pia Nicola Maria Capone per testamento aperto il 14 marzo 1622. Alle medesime finalità venivano utilizzate  il 19 marzo di ogni anno sia le rendite del legato Toma Martini del 6 giugno 1645, sia, nella giornata di tutti i Santi, quelle rivenienti dal testamento di Paolo Totarofila del 26 novembre 1778. 
Due doti di centoventisette lire in favore di povere vedove e tre doti di ottantacinque lire per zitelle erano invece sorteggiate in forza del più recente legato Giacinta Capone fondato con testamento aperto il 22 aprile 1833.

Così le Istituzioni di Carità, fondate generalmente per volontà testamentarie, alcune delle quali risalenti anche ai primi decenni del seicento, consentivano la pratica della beneficenza.

La Società Agricola di Mutuo Soccorso nasce proprio dalla necessità di superare queste forme di carità per porsi in senso più generale i problemi comuni, tentandone una risoluzione sistematica fondata sulla solidarietà che nasceva tra persone della stessa condizione economica.

E’ questo salto di qualità che consentirà la maturazione di una maggiore coscienza sociale e civile. Oltre a dettare queste norme comportamentali per una condotta di vita ineccepibile dal punto di vista morale, la Società di propone di intervenire con provvidenze a favore di disoccupati, di sussidi alle famiglie bisognose per malattia o per morte del capofamiglia, di aiuto materiale in tutti i casi in cui se ne presenta la necessità. Promuove inoltre tra i soci la tolleranza e il rispetto delle idee altrui, nonché quello verso le Istituzioni, proponendosi di fatto come momento importante di formazione civica.

Sono senza dubbio questi motivi di forte aggregazione sociale, con scopi mutualistici ed educativi, comuni a tutte le Società di Mutuo Soccorso operanti in Italia, a suggerire al Legislatore gli adempimenti che bisognava osservare per il riconoscimento giuridico e gli obblighi degli amministratori. Con Legge del 15 aprile 1886 veniva stabilito che “Art.1. Possono conseguire la personalità giuridica, nei modi stabiliti da questa legge, le Società Operaie di Mutuo Soccorso che si propongono tutti od alcuni dei seguenti fini: Assicurare ai soci un sussidio nei casi di malattia, di impotenza al lavoro, di vecchiaia; Venire in aiuto alle famiglie dei soci defunti. Art.2. Le Società Operaie di Mutuo Soccorso potranno inoltre cooperare all’educazione dei soci e delle loro famiglie; dare aiuto ai soci per l’acquisto degli attrezzi del loro mestiere ed esercitare altri uffici di previdenza economica.”

A dieci anni di distanza dalla nascita della Società, nel 1892 se ne costituisce un’altra e sotto la denominazione di “ Società Operaia Risparmio e Lavoro” raccoglie soprattutto operai, negozianti, artisti e industriali.

Ma la vivacità dei sancesariani continua a stupire ancora perché pochi anni dopo, nel 1898 se ne costituisce un’altra che, per la sua forte connotazione religiosa assume il nome di “Società Agricola Fede e Lavoro”.


Le tre diverse Società sono state distinte fino al 1936, anno in cui si fusero per costituire l’attuale “Società di Mutuo Soccorso Fra Lavoratori”.

tratto da La Storia della Società a cura di Ottorino Forcignanò

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