Personaggi illustri Pasquale Manni

Pasquale Manni a Socio Corrispondente della Regal Società di Napoli per l'avanzamento nelle Scienze naturali

Gli studi naturalistici, invece, ricevono un primo, moderato impulso giusto al volgere del XVIII secolo; si tratta, in generale, di argomenti d'interesse medico, o fisico-matematico - si pensi agli studi di Celestino Cominale e Donato Granafei - ma anche, come nel caso del Presta, del Moschettini, del Gagliardo e dell'Orlandi, di genere agronomico e con Pasquale Manni nato il 26 febbraio 1745 a S. Cesario di Lecce, di più ampio respiro naturalistico in generale. L'ideale ponte culturale che unisce Napoli al Salento è costituito proprio da coloro i quali, effettuati gli studi superiori nella capitale, rientrano in provincia mantenendo però, quasi sempre, un legame col mondo accademico partenopeo. Una schiera di intellettuali che, come altri hanno osservato, rappresentano generalmente il volto d'un riformismo moderato e illuminato, che fa sua la richiesta di processi di rinnovamento graduale, equilibrato, senza rivolgimenti sociali: in una parola, senza i tratti marcati del giacobinismo . Anzi — ma tale atteggiamento si riscontra pure nelle vicende politiche che seguiranno il periodo risorgimentale — emerge talvolta in questi protagonisti il tentativo di evitare bruschi coinvolgimenti personali ed atti compromettenti, così da scongiurare conseguenze drammatiche per loro stessi e per gli sviluppi futuri delle loro carriere.
Referente a Napoli del naturalista salentino Pasquale Manni è Domenico Cirillo, caposcuola della Botanica meridionale; la controrivoluzione, come si sa, porta al patibolo il Cirillo e, affermano alcuni biografi del Manni, costringe quest'ultimo al rientro nel Salento. In realtà, il Manni aveva fatto ritorno in patria molti anni prima, iniziando a pubblicare i primi studi di vario argomento scientifico; ma la sua ascesa professionale inizia proprio col Decennio francese, quando riceve nel 1807 il decreto di nomina a Socio Corrispondente della Regal Società di Napoli per l'avanzamento nelle Scienze naturali; nel 1808, su interessamento dell'arcivescovo tarantino Capecelatro, pure lui coinvolto nei fatti del '99, l'incarico per la realizzazione di un Orto Botanico; nel 1810 la nomina a Membro Ordinario dell'istituenda Società d'Agricoltura leccese; nel 1811 la nomina di Medico militare presso l'Ospedale, nomina e stato giuridico che gli vennero però revocati proprio con la Restaurazione borbonica, segno evidente del calo delle sue fortune come conseguenza dell'avvenuto cambiamento politico.

Fonte: Ennio De Simone, Fermenti culturali e fervori politici negli uomini di scienza salentini tra Sette e Ottocento


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