Il cittadino che partecipa alla vita pubblica è un lecchino del Sindaco?



Antonella Pecura Lezzi mi ha scritto:
Ci sono cittadini che hanno partecipato alla vita pubblica, operando con le istituzioni, Ma sono stati apostrofati come lecchini del sindaco.
Io ho risposto:
Cara Antonella, il cittadino attivo può fare parte del partito politico o del Movimento del Sindaco. L’appartenenza ad un partito o al movimento in cui militano cittadini attivi, Sindaco e Assessori è un modo per partecipare alla vita pubblica. Anche la militanza di cittadini attivi in partiti e movimenti di minoranza o di opposizione è un modo per partecipare alla vita pubblica. Io da anni partecipo attivamente alla vita pubblica del paese più bello del Mondo da Cittadino INDIPENDENTE E AUTONOMO perché nei cinque anni dal 2011 al 2017 nessuno dei partiti o dei movimenti presenti a San Cesario di Lecce ha aperto le porte ai cittadini per ottenere l’adesione attiva a un progetto per San Cesario di Lecce . E’ del tutto evidente che ognuno liberamente sceglie in che modo partecipare alla vita pubblica ed è altrettanto evidente che la partecipazione dei cittadini arricchisce di idee, proposte e contributi la vita della nostra Comunità. Personalmente ho fatto presenti queste cose a tutti quelli che sono venuti a trovarmi durante la campagna elettorale per ottenere la mia disponibilità, ho detto a tutti che il loro tentativo di coinvolgermi era tardivo e che avrei valutato dopo le elezioni le iniziative finalizzate alla partecipazione dei cittadini che eventualmente avrebbero messo in atto movimenti e partiti di maggioranza e di minoranza presenti a San Cesario di Lecce. Io sono dell’opinione che un Partito o un Movimento può e deve chiedere la collaborazione ai cittadini che ne condividono visioni, idee e programmi per tutti e cinque gli anni della durata del Consiglio Comunale e non all’ultimo momento come è accaduto nel mio caso. Tu dici di cittadini che hanno partecipato alla vita pubblica che sono stati offesi, ma questa offesa non dovrebbe nemmeno sfiorarli perché partecipare alla vita pubblica è un diritto e un dovere di tutti i cittadini come ho scritto in precedenza. Cara Antonella i cittadini che collaborano con le istituzioni contribuiscono al bene comune ed io gli chiedo di continuare a partecipare attivamente alla vita pubblica, di farlo come militanti di qualunque movimento, partito oppure da cittadini INDIPENDENTI E AUTONOMI, perché la partecipazione è un arricchimento per tutta la nostra Comunità che si ottiene attraverso proposte, idee e progetti. A chi è stato offeso consiglio di rispondere alle offese con un sorriso lasciandole cadere nel burrone dell’ironia affinché vengano inghiottite nel vuoto dell’inconcludenza. Buon lavoro Antonella, nell’esclusivo interesse del bene Comune!

Antonio Bruno

Raffaela Rizzo Se qualcuno partecipa è "LECCHINO" se nn si partecipa si dice che in questo PAESE nn si fa mai niente........MENTITIBU D'ACCORDU.....
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Rispondi6 luglio alle ore 20:29Modificato
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Antonio Bruno Ognuno di noi sa in coscienza quello che fa. E' solo la coscienza di ognuno che deve guidare e non il giudizio o peggio l'offesa. Io in questi anni ho partecipato alla vita pubblica. Quando verso settembre 2016 mi è arrivata la voce che personalità autorevoli di questo Comune hanno affermato che la mia azione era finalizzata ad appoggiare un politico locale ho saputo quello che dovevo fare: SOSPENDERE OGNI ATTIVITÀ' SINO ALLA FINE DELLE ELEZIONI. Io mi sono regolato così.
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Luigi Pascali La mia modesta opinione è che, con un piccolo sforzo, si capisce benissimo la differenza tra "partecipare" e "leccare"...
Tra le due cose c'è una differenza enorme: la prima è mettersi a disposizione della comunità per contribuire alla sua crescita (
culturale, sociale, economica...)
La seconda è mettersi a disposizione di uno o più individui, detentori di qualche potere, adularli, al solo scopo di trarne qualche vantaggio personale, prima o poi...
Io la vedo così!...
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Antonio Bruno Io penso che una mamma che raccomanda sua figlia all'assessore per farle tenere un corso che la lanci nel mondo del lavoro è un atteggiamento che deriva dal bisogno. Non puoi dare della lecchina a chi tenta di sistemare i suoi figli stringendo amicizie con i potenti. È umano. Il bisogno informa alcuni comportamenti e credo che non si debba offendere chi ha bisogno. Io rispetto le persone che frequentano i potenti per risolvere i loro problemi e non li offendo.
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Antonio Bruno Dare della lecchina e non eccitazione
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Luigi Pascali Non mi riferivo a nessuno in particolare, non so nemmeno di chi parli, Antonio, quindi non ho offeso nessuno. 
Mi limito a distinguere le due definizioni... assolutamente in astratto.
Nello specifico, cioè il caso che citi (e, ripeto, Non conosco) c
ercare di aiutare i figli aggraziandosi il potente di turno non è molto ortodosso, ma credo si possa ritenere "umano".
Vedi perché esito sempre ad intervenire?... mi domando perché ci hai visto l'offesa... io non intendevo offendere nessuno... ho solo scritto il mio pensiero riguardo al termine "lecchino"...
Spero abbia chiarito!...
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Antonio Bruno No Luigi, tu non hai offeso nessuno. È la reazione di chi percepisce una mamma che si dà un gran da fare con i potenti per dare un lavoro ai suoi figli che viene offesa ingiustamente. Una mamma che accarezza la vanità del potente ha un bisogno e fa di tutto per ottenere il soddisfacimento. Ma questo mal costume di chiamare lecchini chi tenta di risolvere i suoi problemi personali o familiari accarezzando il potente di turno è molto diffusa. Ma che altro potrebbe fare quel poveretto o poveretta?
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Luigi Pascali Ma questa è una questione diversa... di cui non so assolutamente nulla. E poi è ben diverso. Ad esempio, 
Ci sono lecchini sul lavoro che compiacciono i superiori (pur detestedandoli) solo per avere promozioni o posizioni vantaggiose... ci sono pers
one che, pur non avendo bisogno, leccano i politici per prevaricare diritti che magari spetterebbero ad altri, magari più bisognosi...
È questo che è detestabile...
Rimane il fatto che è semplicemente la mia opinione, e in quanto tale, appunto, opinabile...
Non c'è nulla di offensivo per qualcuno in particolare...
Se poi qualcuno che adotta le pratiche di cui sopra si sente offeso, è un suo problema!...
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Antonio Bruno Tentare di avere dei vantaggi facendo i lecchini. Diciamo che comunque è sempre un bisogno che informa questi comportamenti. Ma con chi prendersela? Con il poveretto o la poveretta che freneticamente di vedere realizzato il suo desiderio oppure con il potente che sollecitato dalla vanità realizza delle ingiustizie?
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Luigi Pascali Lascia stare l'agire in caso di bisogno, che in qualche modo può essere giustificato e non lo definirei nemmeno "lecchinaggio".
Io ti parlo di questa pratica assai diffusa ... e in questo caso io condanno parimenti il lecchino... e il leccato!.. 😂
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Antonio Bruno No Luigi il bisognoso ovvero il cercatore di riconoscimenti morali o economici è un poveretto perché appunto cerca. È come se il bambino che è in lui volesse a tutti i costi il giocattolo. Non puoi definire lecchini questi poveri mendicanti. Sono le vanità dei potenti che combinano guai operando delle ingiustizie
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Luigi Pascali Opinioni "quasi simili"... Ciò che differisce potrebbe condensarsi nella parola "dignità "...😊
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Antonio Bruno I mendicanti sono come i drogati danno di tutto per ottenere il riconoscimento economico o morale, oppure per avere un lavoro per loro o per la figlia e il figlio magari laureati e disoccupati da anni. Bisogna avere compassione per loro. Potrebbe capitare a tutti. È lo stato di diritto che da la dignità. Diritti e non favori questa certezza da la dignità. E chi deve garantire è il.potere politico
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Luigi Pascali Ogni popolo ha il sovrano (o governo) che si merita!...
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