"Antonio e i semi invisibili"

 


"Antonio e i semi invisibili"

Antonio Bruno cammina tra i sentieri del mondo con l’anima spalancata come una finestra verso il cielo del mattino. Ogni giorno si alza con la stessa missione: partecipare. Condividere non solo il pane che sfama il corpo, ma quello che nutre il cuore e la mente. Osserva le piccole cose, come un collezionista di meraviglie, e ogni dettaglio è un seme che deposita nel terreno del tempo.

“Oggi ho visto un filo d'erba piegarsi alla brezza, come una promessa mantenuta,” pensa, mentre attraversa le strade della sua città. “Ogni cosa, anche la più piccola, è un segreto che attende di essere svelato.”

Gli occhi di Antonio sono lanterne accese che illuminano ciò che altri lasciano nell'ombra. I suoi studi non si trovano in libri impolverati, ma nelle pieghe del mondo che respira. C’è un universo nascosto nelle mani che si stringono, nei sorrisi che esplodono come fiori nei volti degli sconosciuti. E lui, Antonio, è il giardiniere di questa invisibile foresta. Ogni parola è un seme gettato nel vento, perché sa che nulla è vano quando l’intenzione è pura.

Ogni sera, quando il sole cala e la luce diventa un abbraccio dorato, Antonio si siede a guardare il mondo che si ritira nelle sue case, nei suoi rifugi. Ma lui, no. Non si ritira. Anche il silenzio è una conversazione, e Antonio sa ascoltare. Le ombre della notte non sono che l’altro volto del giorno, il lato nascosto delle cose, e anche lì, Antonio trova lezioni che altri non vedono.

"Condivido tutto ciò che vedo, ciò che imparo," sussurra al cielo stellato, come se parlasse a un vecchio amico. "Non sono le parole che contano, ma le pause tra una e l’altra, dove si nasconde il vero ascolto." E le stelle gli rispondono con il loro muto scintillare, come se capissero il linguaggio di chi vive per gli altri.

Non è facile seminare bellezza in un mondo che corre troppo veloce per accorgersene, ma Antonio lo fa ogni giorno, con la costanza di chi sa che i frutti non sono per lui. Non importa. Lui semina, fiducioso che un giorno qualcuno troverà un fiore nato da un seme che non ha visto piantare. Un bambino raccoglierà una conchiglia in riva al mare, non sapendo che Antonio, molto tempo prima, aveva raccontato al vento di quella conchiglia, chiedendogli di portarla lontano, fino alle orecchie che sapranno ascoltarne il canto.

"Seminare è come amare," riflette Antonio. "Non importa se vedo crescere i fiori. Ciò che conta è che io continui a farlo." E con queste parole, Antonio sorride. La sua ricompensa è invisibile, ma per chi guarda bene, risplende più di un tesoro.

E così, Antonio continua, ogni giorno, a seminare i suoi pensieri, i suoi studi, le sue osservazioni. Alcuni lo chiamerebbero follia, altri saggezza. Lui non si preoccupa di come lo chiamino. Lui sa che nel silenzio della notte, tra le stelle e le ombre, c’è un dialogo segreto che lo guida. Un giorno, forse lontano, qualcuno raccoglierà quei frutti. Ma fino ad allora, Antonio camminerà, con i piedi sulla terra e lo sguardo tra le nuvole.

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