L'Idea e la Rivendicazione: La Perdita di Proprietà nel Dominio Pubblico
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L'Idea e la Rivendicazione: La Perdita di Proprietà nel Dominio Pubblico
La diffusione di idee, progetti e affermazioni nello spazio pubblico ha da sempre generato un dibattito filosofico e giuridico sulla proprietà intellettuale e sull'identità collettiva. Un'idea, una volta condivisa, cessa di appartenere unicamente al suo ideatore, perché acquisisce vita propria, diventando parte di un patrimonio comune. Questo principio vale per la scienza, la letteratura, e, nel caso del Movimento 5 Stelle, per la politica e il concetto stesso di movimento.
Nel caso di Beppe Grillo, fondatore del Movimento 5 Stelle, osserviamo un tentativo di riappropriazione di qualcosa che è ormai diventato, per definizione e dinamica, di dominio pubblico. Infatti, Grillo stesso ha affermato: «Rivendico da fondatore il mio diritto all'estinzione del movimento». Con questa dichiarazione, si interroga la possibilità effettiva di ritirare dal pubblico un'idea che si è evoluta, tramite il coinvolgimento di milioni di cittadini, e che è stata adottata e reinterpretata dai membri stessi. Grillo esprime dunque il suo desiderio di “ritirarsi” da ciò che ha creato, dichiarando che il Movimento dovrebbe chiudersi, specialmente a fronte della direzione intrapresa da Giuseppe Conte, come evidenziato dallo stesso Grillo nel suo video, riferendosi a Conte come «il mago di Oz che parla di democrazia diretta».
Le Idee e il Dominio Pubblico: La Natura Condivisa dei Movimenti
Quando un’idea politica o sociale è condivisa in una comunità, come avviene con i movimenti, essa smette di essere un’entità privata e diventa una risorsa collettiva. Come sostiene il filosofo Jürgen Habermas, la legittimità di un movimento politico dipende dalla partecipazione dei cittadini e dal continuo dialogo pubblico. I movimenti, pertanto, “vivono” solo se radicati nella partecipazione attiva, e la loro esistenza non dipende dalla volontà di un singolo ma dalla volontà collettiva dei suoi sostenitori. Grillo, nella sua affermazione, sembra non comprendere appieno questo concetto, credendo che la legittimità del Movimento dipenda ancora dalla sua figura di fondatore. Tuttavia, la letteratura sociologica e filosofica ha ampiamente dimostrato che i movimenti sono, per natura, fenomeni collettivi.
Barbara Floridia, parlamentare e membro del M5S, ha sottolineato questa stessa visione collettiva, rispondendo alle dichiarazioni di Grillo con: «Il Movimento non è evaporato. Siamo vivi e vegeti». Con questa affermazione, Floridia rivendica che il Movimento non è una proprietà privata ma una realtà condivisa da migliaia di cittadini, attivisti e parlamentari, i quali contribuiscono a definirne continuamente l’identità. È evidente, quindi, che il Movimento 5 Stelle ha ormai una vita propria, staccata dalla volontà del suo fondatore.
Il Concetto di Proprietà delle Idee: Dall’Ideazione alla Condivisione
John Locke, nel suo Secondo Trattato sul Governo, sostiene che la proprietà delle idee è un concetto complesso e che, sebbene una persona possa “possederle” inizialmente, la loro esistenza si giustifica solo quando sono condivise. Per Locke, la proprietà è legata al lavoro, ma, nel caso delle idee, il “lavoro” consiste nella loro condivisione e utilità per la comunità. Quindi, una volta che l'idea è condivisa pubblicamente, essa perde il carattere di proprietà privata e diventa proprietà comune.
Questo concetto si applica perfettamente al Movimento 5 Stelle: nato dall’iniziativa di Grillo e Gianroberto Casaleggio, il Movimento si è sviluppato grazie all'apporto e alla partecipazione dei suoi sostenitori. La decisione di Grillo di “ritirarlo” o “terminarlo” non considera il principio che un’idea condivisa diventa una proprietà collettiva, gestita dai membri che ne fanno parte.
Il Diritto alla Modifica e alla Evoluzione del Movimento
Inoltre, il Movimento, come ogni movimento sociale o politico, si evolve inevitabilmente. La dinamica interna del M5S riflette una crescente necessità di rappresentanza democratica e di leadership che si rinnova, come visto con l’ascesa di Conte. È interessante notare come lo stesso Grillo, pur criticando Conte, si riferisca a lui con ironia, dicendo che potrebbe fondare un suo partito «con la sua faccia - bella, simpatica e sincera - con su scritto 'Oz e i 22 mandati'». Questo commento evidenzia un desiderio di differenziazione, come se il progetto originario del M5S fosse stato tradito. Tuttavia, la trasformazione è una caratteristica intrinseca di ogni movimento, come suggerito dallo storico Eric Hobsbawm, che afferma che i movimenti sociali sono costantemente soggetti a cambiamenti interni dovuti alle forze esterne e alle nuove generazioni di attivisti.
In sintesi, il tentativo di Grillo di riappropriarsi del Movimento 5 Stelle o di definirne la sua conclusione, va contro la natura stessa della struttura dei movimenti. Il M5S ha sviluppato un’identità collettiva che non è più nelle mani di un singolo fondatore ma di una moltitudine di persone che vi hanno investito tempo, passione e ideali.
Grillo può rivendicare il suo ruolo di fondatore, ma, come suggerisce la filosofia sociale e politica, non può più decidere la fine di ciò che è ormai patrimonio comune.
Antonio Bruno
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