Oltre (racconto)


 

Oltre

Metti che noi, un giorno, ci incontrassimo. Forse per caso, o forse no. Metti che i nostri occhi si sfiorassero prima delle mani, e tutto il resto accadesse solo dopo. Ci saremmo trovati lì, senza neanche sapere come, come se tutto fosse già scritto da qualche parte, eppure nuovo, fresco come una mattina di primavera.

E metti che poi, per un istante, a te venisse l'idea di baciarmi. La senti, quella tensione che cresce? La senti dentro di te, il modo in cui il cuore ti batte, e qualcosa dentro urla "Sì!"? Ma poi c'è qualcosa di più sottile, qualcosa che ti dice di no. Non farlo. Di non permetterlo, nemmeno se in quell'istante mi piacerebbe più di qualsiasi altra cosa al mondo. Perché? Perché lo sai. Lo sai che, prima di tutto, devi sistemare il disordine dentro di te. E finché c'è quel caos, finché dentro di te non regna una pace silenziosa e lucida, quel bacio sarebbe solo una carezza sulla superficie di un lago increspato.

Non ti accorgi di quanto tutto si riflette all'esterno? Il tuo caos, la tua inquietudine, quelle ombre che cerchi di nascondere, traspaiono in ogni tuo gesto, ogni tua parola. potresti anche provare a nasconderlo, ma è inutile: il mondo sa. E io lo vedo. E allora, prima di baciarmi, prima di tentare di accogliermi, devi portare l'ordine. L'ordine dentro di te.

Ecco il cambiamento. Lo senti? Non può venire da fuori. Deve partire dal profondo, da quelle pieghe nascoste che solo tu conosci. Solo lì può nascere qualcosa di vero, che non si spezzerà al primo soffio di vento. E quando quel cambiamento arriva, lo senti come un'onda che scivola fuori, una pace che finalmente si manifesta, e nulla la può fermare.

"Vuoi venire con me?", mi chiedi a un certo punto, in un sussurro.

Ti guardo, e in quello sguardo c'è tutto. La curiosità, la paura, la tentazione. Perché lo sai anche tu che io non sono un rifugio sicuro. Io non ti porterò indietro, ma ti spingerò oltre. E OLTRE non è per tutti. Non è un luogo, no. È uno spazio di anime. È il porto di quelli che hanno deciso che non possono più permettersi di sprecare neanche un minuto con chi non ha capito niente della loro magia.

OLTRE è per quelli che sanno che il tempo è prezioso. Per chi non ha paura di guardarsi dentro e sistemare il disordine. Perché OLTRE non c'è posto per i dubbi, per i timori, per le esitazioni. Lì si arriva solo quando sei intero, quando hai ricucito ogni pezzo di te, quando sei pronto a essere visto davvero.

E allora mi chiedi ancora: "Che fai, vieni con me?"

Io ti sorrido, perché so che la risposta non è la mia, ma la tua. La tua domanda non è per me. Sei tu che devi capire se sei pronto. Sei tu che devi chiederti se sei capace di stare OLTRE.

E tu lo sai. Lo sai già, in fondo.

Antonio Bruno

Commenti

Post popolari in questo blog

La democrazia a San Cesario è possibile

SANITA' E ISTRUZIONE PUBBLICA

LA PESCA CHE MAMMA REGALA A PAPA’: IL MIO PUNTO DI VISTA DI BAMBINO