Intervista con il Dott. Antonio Bruno: Il Futuro della Scienza e dell'Educazione secondo Maturana

 


Intervista con il Dott. Antonio Bruno: Il Futuro della Scienza e dell'Educazione secondo Maturana 

L'intervista esplora i temi fondamentali del pensiero di Maturana, toccando aspetti cruciali come l'educazione, la scienza e la responsabilità umana.

Intervistatore (I): Dott. Bruno, grazie per essere qui con noi oggi. Parliamo subito di Humberto Maturana, un pensatore di cui lei è un grande estimatore. Cosa ha significato per lei e per la comunità scientifica la sua teoria dell'autopoiesi?

Dott. Antonio Bruno (AB): Grazie a voi. Maturana ha avuto un impatto straordinario, non solo nel campo della biologia, ma in discipline come la sociologia e la teoria dei sistemi. Il concetto di autopoiesi , che ha introdotto nel 1972 insieme a Francisco Varela, è rivoluzionario perché ci invita a ripensare il modo in cui vediamo noi stessi e il mondo. La parola deriva dal greco e significa "produzione di sé stesso", e questo porta con sé un'importante riflessione: se ci produciamo da soli, siamo anche responsabili di questa produzione, molto più che se ci organizziamo spontaneamente. È una teoria che ha cambiato la comprensione dei sistemi viventi, introducendo l'idea che ogni essere vivente è un sistema chiuso che si autorganizza.

I: Quindi, l'autopoiesi non è solo una teoria biologica, ma si applica anche al nostro modo di vivere e di organizzare la società?

AB: Esattamente. Una delle intuizioni fondamentali di Maturana è che tutto, dalla biologia alle nostre relazioni sociali, è un sistema chiuso, ma interconnesso. Questo porta a una visione più profonda dell'empatia, non solo verso gli altri esseri umani ma anche verso la natura stessa. Ogni sistema vivente è interconnesso e co - evolve con gli altri. Ecco perché Maturana ha avuto un impatto anche sulla sociologia e sulla teoria dei sistemi: le sue idee ci portano a vedere la vita e le relazioni umane come circolari, in cui ogni elemento dipende dall'altro.

I: Parlando di empatia, Maturana ha spesso discusso della necessità di “umanizzare” l'educazione. In che modo le sue idee hanno influenzato la sua visione dell'educazione?

AB: Maturana ha fatto un passo decisivo verso la comprensione dell'apprendimento come un processo non competitivo. Uno dei suoi contributi più interessanti è l'idea che l'educazione non dovrebbe basarsi sulla competizione, ma sulla collaborazione. La competizione distorce le relazioni umane, perché porta a vedere l'altro come un avversario da superare. Invece, Maturana sottolinea che impariamo attraverso la curiosità, la sperimentazione e il gioco. L'apprendimento è un processo naturale, che avviene quando si crea uno spazio sicuro e collaborativo. Lui e la sua compagna, Jimena Dávila, hanno lavorato su questo concetto nel loro progetto chiamato Matrística , che mira a creare spazi per sviluppare le abilità relazionali.

I: Questa visione sembra opporsi radicalmente a molti dei modelli educativi tradizionali, basati su valutazioni e competizioni tra studenti. Cosa possiamo fare per umanizzare le nostre scuole?

AB: Credo che la chiave stia nel riconoscere che l'educazione è un processo di crescita comune. Dobbiamo smettere di vedere l'altro come un nemico da battere e iniziare a collaborare. Le scuole dovrebbero essere spazi dove si impara giocando, sperimentando, e dove si costruiscono relazioni positive. L'educazione umanizzata di cui parla Maturana non si basa solo sul trasferimento di informazioni, ma sulla costruzione di un ambiente in cui ognuno possa sviluppare la propria umanità. Questo è un cambiamento di paradigma che parte dalla percezione e dalla consapevolezza che, come esseri umani, abbiamo la capacità di scegliere come vivere e relazionarci.

I: Questo porta alla mia ultima domanda: quale crede sia l'eredità più importante che Maturana ci lascia come scienziato?

AB: L'eredità più grande di Maturana è il suo invito a guardare oltre le apparenze, a mettere in discussione ciò che diamo per scontato. Ha dimostrato che non possiamo vivere e comprendere il mondo isolato, perché la nostra percezione è plasmata dalle interazioni con gli altri e con l'ambiente. Ha inoltre spinto la scienza occidentale a riflettere su sé stessa, a non essere solo un mezzo per ottenere risposte, ma anche per capire come viviamo come esseri umani. Maturana ci insegna a guardare alla scienza non solo come a un insieme di teorie, ma come a un modo di essere e di interagire con il mondo.

Io: Grazie, Dott. Bruno, per questa conversazione così illuminante. È chiaro che Maturana ha ancora molto da insegnarci, non solo come scienziato, ma anche come essere umano.

AB: Grazie a voi. È stato un piacere poter condividere queste riflessioni su un pensatore così importante.

 

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