Intervista al Dott. Antonio Bruno sulla vita nel nostro Mondo interconnesso

 


Intervista al Dott. Antonio Bruno sulla vita nel nostro Mondo interconnesso

Intervistatore: Dott. Bruno, grazie per aver accettato di discutere temi così attuali e complessi. Iniziamo con il concetto di "complesso sistemico". Cosa intende con questa espressione e perché è così rilevante oggi?

Dott. Bruno: Grazie a lei per l’invito. Parlare di un “complesso sistemico” significa considerare un insieme formato da molte parti locali che interagiscono tra loro. Comprendere un complesso sistemico richiede uno sguardo d’insieme, non focalizzato sulle singole parti. Oggi, in un mondo iperconnesso, vediamo fenomeni che si trasformano costantemente proprio grazie a questa interconnessione. Il coronavirus è stato solo uno dei tanti esempi di ciò che una simile iperconnessione produce: effetti e conseguenze che si diffondono e si trasformano in modo rapido e imprevedibile.

Intervistatore: Parla dell’Era della Complessità. Cosa intende con questa espressione e quali cambiamenti specifici caratterizzano questo periodo?

Dott. Bruno: L’Era della Complessità è il tempo in cui viviamo, caratterizzato da una crescente interdipendenza dei fenomeni, che si intrecciano sempre più velocemente. Il mondo post-moderno ci ha preparati a questo scenario: non abbiamo più punti di riferimento stabili, e persino la nostra identità diventa frammentata e fluida. Siamo immersi in una realtà che perde stabilità, e questo non solo a livello individuale ma anche su scala globale. La pandemia ha reso evidente quanto siamo ancora impreparati a rispondere a fenomeni complessi e interconnessi, fenomeni che con il tempo vedremo manifestarsi con maggiore frequenza e intensità.

Intervistatore: Quindi, lei suggerisce di affrontare questi fenomeni adottando una “lente sistemica”. Cosa comporta questo approccio?

Dott. Bruno: Utilizzare la lente sistemica significa abbracciare l’ottica della complessità e dell’interconnessione per rispondere ai cambiamenti in atto. Questo approccio implica non solo cercare di risolvere problemi complessi, ma anche essere consapevoli che questi problemi possono essere affrontati soltanto con una visione sistemica. Si tratta di mettere in relazione e in connessione le varie parti, perché nessuna parte può esistere separatamente dalle altre.

Intervistatore: Ha menzionato il lavoro di Humberto Maturana. Come ha influenzato il suo pensiero?

Dott. Bruno: Maturana è stato fondamentale per scardinare il paradigma riduzionista, che per secoli ha dominato la scienza moderna. Il suo approccio ha valorizzato l’epistemologia della conoscenza, aprendo la strada alla complessità e all’incertezza. È grazie al metodo autopoietico di Maturana che abbiamo imparato a considerare la realtà come un tessuto complesso di relazioni, in continua trasformazione, e non come una serie di elementi fissi e isolati. Questo è un principio che applico anche nelle mie relazioni con le altre persone: spesso le certezze granitiche che affliggono i miei interlocutori devono essere rinegoziate e ricostruite insieme, lasciando spazio alla complessità.

Intervistatore: Come questa visione influisce sul suo modo di vivere?

Dott. Bruno: Nella quotidianità cerco di abituare i miei interlocutori, tutti quelli con cui mi capita di conversare, a pensare in termini non lineari. Bisogna saper accogliere la complessità senza paura, anche quando i fenomeni ci appaiono incomprensibili. Adottare un atteggiamento di neutralità e curiosità è essenziale per riconoscerne i paradossi e accettarli. La conversazione che metto in atto con chi accetta di di conversare con me infatti, non mira a confermare convinzioni assolute ma, piuttosto, a creare uno spazio dove le narrazioni incomplete e sofferenti possono essere messe in discussione e riformulate in modo più funzionale.

Intervistatore: Qual è, dunque, il ruolo della “lente sistemica” nell’educazione alla complessità?

Dott. Bruno: Credo che educarsi alla complessità sia oggi un obiettivo fondamentale, non solo all’interno delle organizzazioni ma come esseri umani. Dobbiamo sviluppare un pensiero capace di gestire la complessità con strumenti epistemologici adeguati. L’educazione alla complessità diventa essenziale per migliorare la qualità della vita, anche per le altre specie con cui conviviamo sul pianeta. Questo impegno non sarebbe possibile senza il contributo di pensatori come Maturana, che hanno dato dignità alla realtà come sistema relazionale complesso.

Intervistatore: Un pensiero profondo, il suo. C’è qualcosa che vorrebbe aggiungere?

Dott. Bruno: Solo un invito a non temere l’incertezza e ad accogliere la complessità come un’opportunità di crescita. Vivere in un mondo interconnesso può essere una sfida, ma se adottiamo una prospettiva sistemica, possiamo affrontarla con più consapevolezza e strumenti adeguati. Grazie ancora per l’opportunità di condividere queste riflessioni.

 

Commenti

Post popolari in questo blog

SANITA' E ISTRUZIONE PUBBLICA

La democrazia a San Cesario è possibile

LA PESCA CHE MAMMA REGALA A PAPA’: IL MIO PUNTO DI VISTA DI BAMBINO